È importante il modo in cui parliamo ai nostri figli?

È importante il modo in cui parliamo ai nostri figli?
Raquel Aldana

Scritto e verificato la psicologa Raquel Aldana.

Ultimo aggiornamento: 17 aprile, 2023

È importante il modo in cui parliamo ai nostri figli? La risposta è assolutamente sì. Inoltre, anche il modo in cui li ascoltiamo è fondamentale. Sia parlare sia ascoltarli nel modo giusto è importantissimo affinché loro facciano lo stesso e per far sì che la comunicazione sia fluida e che arricchisca entrambi.

Nonostante ciò, per riuscirci è necessario sviluppare certe abilità, il che richiede una predisposizione e un impegno per voler fare le cose per bene. Prendendo in considerazione tutto ciò, rivediamo insieme alcuni degli errori più comuni che i genitori commettono quando vogliono comunicare con i propri figli.

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1. Come parlare per esprimere più facilmente i propri sentimenti

Esiste una relazione diretta tra cosa prova un bambino e come si comporta. In questi casi, la regola è semplice: se un bambino si sente bene, si comporta bene. E noi genitori possiamo aiutarlo a stare sempre bene. In che modo? Accettando i suoi sentimenti ed evitando di dirgli cose come:

  • Non sei stanco, hai solo un po’ di sonno.
  • Non hai motivo per arrabbiarti così.
  • Non hai caldo, non toglierti il maglione.

Visto così sembra alquanto severo, non credete? Immaginiamo cosa potrebbe significare per noi avere sempre qualcuno accanto che ci nega i nostri sentimenti. Probabilmente smetteremmo di avere fiducia nelle nostre capacità di provare sentimenti e di esprimerli.

Per questo motivo, è importante entrare in sintonia con il nostro bambino interiore e renderci conto che la cosa giusta e dirgli: “quindi sei stanco, anche se hai appena fatto un riposino”, “vedo che oggi hai avuto una giornata davvero difficile”, “io ho freddo, ma capisco che tu abbia caldo”.

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Ciò significa che dovete provare più empatia nei confronti dei vostri bambini, dare loro la possibilità di esprimersi e dare valore ai loro sentimenti e alle loro emozioni, ascoltandoli attentamente. In questo modo, li aiuterete a sentirsi compresi e molto meno confusi.

2. Le lodi, un altro insufficiente per i genitori

Di solito, i genitori si perdono in elogi per i propri figli, senza rendersi conto che, in realtà, stanno favorendo un dialogo interno per niente sano. Come possiamo pretendere che i bambini non si diano degli stupidi quando sbagliano, se appena fanno bene qualcosa diciamo loro che sono i più intelligenti del mondo?

Quindi, invece di esagerare e di dire cose del tipo “sei stato bravissimo, sei il migliore di tutti”, dovremmo esprimere ciò che proviamo con frasi come: “si vede che ti sei sforzato tantissimo, sono molto orgogliosa di te”.

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3. Quando vogliamo che i bambini cooperino

Non bisogna far pensare ai bambini che siamo loro nemici perché li costringiamo sempre a fare qualcosa che non vogliono o perché gli proibiamo di fare ciò che vogliono. Infatti, se ascoltassimo di più i nostri discorsi, ci renderemmo conto che suonano più o meno tutti così:

  • Non buttarlo per terra.
  • Non mangiare con le mani.
  • Non giocare con l’acqua.
  • Fai i compiti.
  • Lavati subito le mani.
  • Smetti di giocare e vai a dormire.

In questo modo, i bambini finiscono per adottare un costante atteggiamento di sfida, dal “io faccio ciò che voglio” al “farai ciò che ti dico io”. Per cambiare questa situazione, dobbiamo fare attenzione al modo in cui parliamo, smettere di incolpare o di accusare il bambino perché, per esempio, ha lasciato le impronte delle dita sul vetro, ed evitare di usare degli aggettivi del tipo “sei cattivo” o “sei buono”.

I bambini devono capire che, a volte, ci comportiamo meglio o peggio, ma che ciò non li definisce. Un bambino non si sente bene quando riceve delle minacce, degli ordini, dei giudizi o degli avvertimenti. Infatti, anche per gli adulti è molto spiacevole ricevere delle parole così dure.

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Se, invece, volete convincerli a cooperare e volete far capire ai vostri bambini che possono migliorare e come possono farlo, potete seguire questi consigli:

  • Descrivere ciò che vedete o spiegare qual è il problema: invece di dire “quante volte devo dirti di spegnere la luce del bagno”, è meglio dire “la luce del bagno è accesa”.
  • Fornire loro delle informazioni specifiche su ciò che succede: invece di dire “chi ha preso il latte e ha lasciato fuori la bottiglia?”, è meglio dire “se il latte resta fuori dal frigo, va a male”.
  • Chiedere loro le cose usando poche parole, cioè in modo semplice, coinciso e positivo: invece di dire “smetti di giocare e vai a dormire”, è meglio dire “Maria, il pigiama”.
  • Parlare dei sentimenti e, se necessario, scrivere un biglietto: invece di dire “sei la cosa più fastidiosa che esista”, è meglio dire “non mi piace che mi urlino contro quando mi chiedono qualcosa”.

Parlando ai bambini con affetto e sforzandosi di mantenere una comunicazione che sia più comprensiva e meno ostile, otterrete una crescita positiva grazie ad un dialogo che arricchirà entrambi e che vi permetterà di parlare e ascoltare nel modo giusto.

Lettura consigliata: Come parlare perché i bambini ti ascoltino e come ascoltare perché ti parlino di Elaine Mazlish e Adele Faber


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