Capire il proprio bambino: consigli da seguire

Capire il proprio bambino: consigli da seguire
Pedro González Núñez

Scritto e verificato l'educatore infantile Pedro González Núñez.

Ultimo aggiornamento: 15 marzo, 2023

Capire il proprio bambino appena nato o tra gli 0 e 2 anni di vita è un compito complesso per molte madri. Non bisogna dimenticare che nei bambini così piccoli la capacità comunicativa è scarsamente sviluppata e possono sentirsi persino frustrati se non vengono compresi da chi li accudisce.

Tuttavia, ci sono diversi modi per far sentire un neonato più compreso dai suoi genitori. Non è sempre facile, ma dobbiamo sforzarci, dato che il piccolo ne sarà grato e anche noi. In questo modo, l’ambiente familiare sarà molto più adatto e produttivo per il bambino.

Come capire il proprio bambino

A seguire elenchiamo una serie di tecniche che possono essere di grande aiuto per capire il proprio bambino e per rendere più facile questa impresa. In questo modo, sarà possibile diminuire i pianti del piccolo e creare un ambiente più favorevole per un suo ottimale sviluppo.

Essere empatiche

Quando una donna dà alla luce un bambino, non deve dimenticare questo, ovvero che è il suo bambino. In altre parole, in un certo modo è parte di lei. Ne possiede i geni e crescerà nell’ambiente che mamma e papà hanno creato per lui. Fare uso dell’empatia agevolerà senz’altro la comprensione tra genitori e figlio. Voi e il vostro partner dovrete solo guardarvi affinché sia più facile comprendere il vostro piccolo.

Non bisogna dimenticare che i bambini nascono con uno specifico codice genetico ereditato dai genitori. Inoltre, imparano tramite osservazione e imitazione di mamma e papà. È evidente, dunque, che essere empatici con i propri figli è relativamente facile, poiché bisogna solo guardare se stessi per rivedere molti dei loro atteggiamenti e attitudini, che sembrano un calco dei nostri.

È un buon esercizio anche provare a ricordare come eravamo noi da bambine. Questa attività ci aiuterà a entrare in connessione con il nostro Io infantile, ma anche con i nostri figli. In questo modo, ne intuiremo meglio i desideri, i bisogni e gli attaccamenti. Per comprendere meglio il proprio bambino, bisogna cercare a pensare come lui. Questo migliorerà di gran lunga la comunicazione tra madre e figlio.

Neonata con paraorecchie

Realizzare un’osservazione esaustiva

Come abbiamo detto, i bambini imparano tramite osservazione e imitazione, ma anche tramite prova ed errore. Per comprendere il proprio bambino, dunque, non bisogna lasciarsi scappare nemmeno un dettaglio. È importante sfruttare i primi mesi per osservarlo e imparare a conoscerlo.

Dobbiamo sapere come agisce, di cosa ha bisogno, come si relaziona con l’ambiente circostante, come gioca, cosa gli piace e cosa non è di suo gradimento, cosa lo fa ridere, di cosa ha paura…insomma, dobbiamo osservare ogni dettaglio della sua personalità.

Osservando il nostro bambino, sarà molto più facile capire perché alcune cose non gli piacciono, perché piange in determinate circostanze, cosa lo rende più felice. In questo modo, potremo comprenderlo meglio, ma saremo anche capaci di corregge precocemente alcuni atteggiamenti e offrirgli un ambiente che ben si adatta ai suoi bisogni.

 

Bambino sul prato

Prova, errore e apprendimento

Alla pari della scienza, la prova, l’errore e l’apprendimento sono la base dell’evoluzione dello stesso essere umano. Quando sentiamo che il nostro bambino sta cercando di dirci qualcosa, tramite il pianto oppure farfugliando parole, dobbiamo provare a svelare il mistero proprio come se fossimo degli scienziati.

Prima di tutto, dovete andare per esclusione. Dovete verificare la presenza di un possibile problema di salute. Dovrete toccargli la fronte, notare se si tocca una parte del corpo, leggere quali disturbi possono presentarsi alla sua età…ma dovete anche scoprire se si tratta solo di un capriccio, una voglia, un desiderio, una comunicazione frustrata, etc.

In seguito, dopo aver imparato la lezione, applicate la conoscenza acquisita in ogni situazione. Questo significa che se vostro figlio una volta ha pianto perché gli faceva male il pancino, ricordatene i dettagli. Se una volta si è arrabbiato perché gli avete tolto un giocattolo o perché non gli piaceva un determinato cibo…imparate da ogni situazione.

Scoprite ogni tipo di pianto, le sue parole farfugliate, il suo atteggiamento, i suoi movimenti. Così come i bambini imparano imitandoci, osservandoci e provando per ottenere quello che vogliono, noi dobbiamo fare lo stesso per comprenderli ogni giorno meglio.

In realtà, capire il proprio bambino può diventare un gioco da ragazzi se si sa come farlo. Ricordate di essere molto pazienti, osservatrici, empatiche, affettuose e comprensive. In poco tempo, creerete un ambiente eccellente per il mutuo apprendimento e dove il vostro bambino potrà crescere sano, allegro, felice e autonomo più che mai.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.