Cattive madri: dedicato a quelli che ci chiamano così

Cattive madri: dedicato a quelli che ci chiamano così
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2021

A tutti quelli che ci definiscono cattive madri solo perché permettiamo ai nostri figli di sporcarsi, cadere e rialzarsi, e a quelli che ci criticano perché li prendiamo ancora in braccio… Dovete sapere che, per i nostri figli, siamo le madri migliori del mondo e nessuno ha il diritto di etichettarci.

L’espressione “cattiva madre” è sempre attuale. Sui social network si trovano diverse pagine con questo nome e da poco è uscito il film statunitense “Bad Moms“. Tutto ciò riflette la pressione sociale che le donne percepiscono spesso in vari ambiti della loro vita. Ogni aspetto legato all’educazione viene messo sotto alla lente di ingrandimento.

Al giorno d’oggi, la sindrome della cattiva madre acquisisce maggiore rilevanza proprio a causa dei social network. Sono molte le mamme che, quando pubblicano una foto mentre allattano un bambino di 5 anni o baciano i propri figli, vengono etichettate con queste parole.

 

L’obbligo di essere perfette

Le donne di oggi sono obbligate ad assumere diversi ruoli e a svolgerli tutti con successo. Fino ad alcuni decenni fa, le nostre nonne e molte delle nostre madri venivano educate con un unico fine: essere brave massaie.

Ovviamente questo significava essere mogli perfette, brave cuoche, mamme affettuose e sagge.

Cattive madri? Indaffarate tra lavoro, casa e bambini.

Adesso lo spettro delle responsabilità si è ampliato. Bisogna:

  • Essere brave professioniste al lavoro
  • Avere un buon giro di amicizie
  • Avere una taglia 38 o 40 e restare giovani e belle
  • Essere indipendenti
  • Occuparsi della propria crescita personale
  • Avere un compagno che valorizzi i nostri sforzi e sia un amante affettuoso e comprensivo
  • Fare sport
  • Continuare a studiare per formarsi
  • Essere brave cuoche e tenere la casa sempre pulita e in perfetto ordine
  • Essere madri perfette, in grado di educare figli brillanti e capaci di trionfare in questo mondo complesso.

Senza dubbio molte madri hanno sentito spesso queste frasi nell’ambiente che le circonda. Ma se ottenere tutto ciò diventa un’ossessione, l’unica cosa che avranno sarà la sofferenza.

Perciò dobbiamo relativizzare molte di queste richieste, che poco hanno di realistico e molto di marketing.

Nessuna mamma può sostenere tali ritmi: passare dalla palestra al lavoro, poi all’asilo nido, poi a lezione di lingue, preparare una cena fantastica e insegnare a leggere al figlio di 4 anni il prima possibile, in modo da garantirgli un ottimo futuro accademico.

Non è reale, o almeno non è possibile farlo 7 giorni su 7.
Vi proponiamo un’analisi dettagliata del perché non siamo delle “cattive madri”. Anzi, siamo delle bravissime madri e nessuno ha il diritto di dire il contrario.

bambini che giocano

Le ragioni per cui non siamo affatto cattive madri

In primo luogo dobbiamo diffidare da questo tipo di costrutti sociali: si tratta di veri e propri stereotipi. Tutta la pressione viene proiettata sulla donna. Non abbiamo mai letto o sentito il termine “cattivi padri”. In qualche modo, continua ad esistere una componente di genere che deve essere abbattuta: l’educazione riguarda entrambi.

mamma e bimbo si baciano

Naturalmente, nel caso di una famiglia monogenitoriale è normale avere una rete di appoggio e suddividere alcune responsabilità. Quindi dobbiamo smantellare interamente questa espressione o, al contrario, sentirci orgogliose di essere “cattive madri” perché, in realtà, siamo brave.

Non siamo cattive madri se dedichiamo del tempo a noi stesse

Nessuno ha il diritto di criticarci se lasciamo i figli con nostro marito, con i nonni o con gli amici per dedicare del tempo a noi stesse. Infatti è necessario continuare a occuparci della nostra crescita personale, perché se stiamo bene possiamo dare il massimo agli altri.

Nessuno può criticare l’educazione che abbiamo scelto

Il modo in cui educhiamo i nostri figli è un problema nostro e del nostro compagno. Sappiamo che di fronte a qualunque problema possiamo contare sull’appoggio del pediatra.

Quindi, al di fuori di questa ristretta cerchia di persone, a nessuno importa se portiamo l’allattamento fino a 5 anni o rispettiamo i tempi dei nostri figli, senza fretta di togliere il pannolino o di fargli mangiare cibi solidi.

I nostri figli hanno i loro tempi e noi li capiamo. Nessuno deve criticarci per questo.

La “madre perfetta” non esiste

mamma e figlia stessi vestiti

La madre perfetta non esiste. Esiste la madre presente che impara dai propri errori, che ogni giorno si sforza di fare felici i figli e che non trascura se stessa perché, oltre a essere madre, è donna, moglie, figlia, amica e persona.

Si tratta solo di approfittare di qualunque istante, senza lasciarci sopraffare dalle pressioni esterne, offrendo tempo di qualità ai nostri figli e permettendoci di crescere con loro.

Essere madre è una sfida che ogni donna vive secondo i suoi ritmi e a suo modo. Finché c’è la felicità, nessuno ha il diritto di rimproverare o etichettare.

Per ulteriori approfondimenti, vi consigliamo i seguenti libri: “Prendi un caffè con te stessa” di Walter Dresel o “Vogliamo figli felici” di Silvia Álava.


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