A che età si formano i primi ricordi in un bambino?

A che età si formano i primi ricordi in un bambino?
María Alejandra Castro Arbeláez

Revisionato e approvato da la psicologa María Alejandra Castro Arbeláez.

Ultimo aggiornamento: 27 dicembre, 2022

Pochissime persone riescono a ricordare cose successe loro quando avevano pochi mesi o 1-2 anni di vita. Di fatto, l’età media dei nostri primi ricordi è 3 anni e quattro mesi. Perché? Perché prima di quel momento il nostro cervello non ha ancora sviluppato la capacità di immagazzinare ricordi autobiografici.

Alcuni dicono di ricordare episodi confusi di quando erano piccoli. E sostengono addirittura di conservare nella memoria immagini di quando erano nella culla. In realtà, questi ricordi un po’ offuscati di eventi avvenuti in tenerissima età potrebbero essersi formati da un’immagine mentale che ci si è fatti ascoltando i racconti della propria madre.

E, come spiega la scienza, quell’immagine mentale si trasforma in qualcosa che a noi appare come un ricordo confuso, ma che non è un vero e proprio ricordo.

Questo dipende dalla memoria episodica. Quest’ultima immagazzina eventi della vita che contengono dati specifici di momenti, luoghi ed emozioni a essi associati, nonché altri dettagli che arricchiscono i ricordi dei momenti vissuti. Ebbene, questa memoria in genere si forma a partire dai 3 anni di età.

I primi ricordi del vostro bambino si formano tramite un processo complesso

I primi ricordi: madre con neonato

Dalla nascita ai 3 anni, il cervello di un bambino si sviluppa molto rapidamente. Nei primi due anni di vita crea tantissime sinapsi nuove. È stato scientificamente dimostrato che il cervello di un bambino di un anno raggiunge il più alto numero di sinapsi di quante ne raggiunga in tutta la sua vita.

Tuttavia, quel cervello, così ricco di sinapsi, cambierà con il tempo. Come spiega Catherine Loveday, ricercatrice della Westminster University, una delle attività necessarie al funzionamento del cervello è “la potatura”, ossia l’eliminazione di alcune di queste sinapsi. In maniera simile a quello che avviene quando si pota un albero, tutti i bambini perdono parte dei loro primi ricordi.

Esistono anche teorie che sostengono che lo sviluppo del linguaggio abbia un ruolo significativo nel fissare i ricordi nella mente. “Ricordiamo soprattutto le cose che ci sono state nominate”, afferma una delle più recenti  ricerche sulla memoria dei bambini. Gli scienziati aggiungono che la memoria episodica non possa registrare o far ricordare al bambino cose che racchiudono un concetto particolare se ancora non sa di cosa si tratta.

Il cervello di ogni essere umano fatica a codificare un ricordo prima di essere in grado di dargli un nome. Ciò significa che il bambino non può immagazzinare ricordi nella memoria episodica se non ha prima imparato a parlare e a dare un nome ad ogni cosa ed emozione.

Lo sviluppo dell’ippocampo ha un ruolo fondamentale nella codificazione e nell’immagazzinamento di ricordi nella memoria episodica. Quest’ultima raggiunge la piena maturazione nei primi anni dell’infanzia. Ecco perché i bambini non conservano ricordi precoci della propria vita. Perché il loro cervello non è ancora pronto a farlo. 

La plasticità del cervello e i ricordi

Il linguaggio aiuta a ricordare.

Pur non conoscendone esattamente le cause, certi scienziati sostengono che i ricordi vengono cancellati perché a questa età il cervello è dotato di grande plasticità ed in continua fase di riorganizzazione.  In questo processo i ricordi diventano sfumati per lasciare il passo a nuove conoscenze. Gli esperti inoltre insistono che i bambini sviluppano le capacità necessarie a fissare i primi ricordi solo a partire dai 3 anni.  

Tra esse figura anche un linguaggio strutturato. Per ricordare con chiarezza, infatti, il bambino ha bisogno di una struttura narrativa che gli consenta di raccontare la propria esperienza e immagazzinare nella memoria quello che ha vissuto.

Ha bisogno anche della capacità di interpretare quello che ha vissuto. Questo accade quando ricordiamo un evento e interpretiamo quello che è successo. A questa età sta già cominciando ad acquisire la capacità di distinguere ciò che avviene abitualmente da ciò che non avviene con tanta frequenza.

Come aiutare vostro figlio a fissare meglio i ricordi

Ormai sapete che la memoria episodica necessita di un processo di maturazione per poter immagazzinare le informazioni. Tuttavia, voi potete aiutare il vostro bambino a fissare meglio i suoi ricordi. Esistono delle tecniche apposta.

Facciamo un esempio. I ricordi sono quasi sempre associati a delle emozioni. Voi potete fare in modo che il bambino ne sperimenti diverse. Per ricordare ha bisogno di esplorare, toccare, sentire… vivere gli eventi. Non è sufficiente limitarsi a raccontargli che le cose esistono. 

E per aiutarlo a ricordare intensamente i momenti, potete ricorrere alla stimolazione sensoriale. Quando ricordate qualche cosa con lui, potete accompagnare il vostro racconto con delle foto o dei video. Potete persino rievocare odori o sapori. L’aiuto visivo, tuttavia, rimane uno dei migliori stimoli che potete offrire a vostro figlio. Per molti individui, infatti, è più facile ricordare un’immagine anziché una narrazione.

Un’altra cosa che aiuta, è parlare di quello che è successo. Questo farà sì che vostro figlio fissi i ricordi, ma gli insegnerà anche a esprimere le emozioni. Questa chiacchierata vi servirà a spiegargli che è normale che in certe occasioni provi pena, paura e tristezza. In questo modo potrete aiutarlo a fissare i primi ricordi in maniera più positiva.


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