Il riflesso di Moro o trasalimento nel neonato

Il riflesso di Moro o trasalimento nel neonato
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2021

Quello comunemente noto come riflesso di Moro è uno dei primi riflessi di trasalimento dell’essere umano. Quando i nostri figli iniziano a manifestarlo ne restiamo molto colpiti. Al punto che talvolta ci spaventiamo a vedere questi sobbalzi improvvisi durante i quali il bambino tende ad allargare le braccia e a irrigidirsi.

Va detto innanzitutto che non c’è niente di male. Si tratta di un automatismo, di un gesto riflesso involontario che scompare intorno ai 4-5 mesi di vita. Di seguito troverete tutte le spiegazioni necessarie a chiarire ogni dubbio.

Perché si chiama riflesso di Moro?

Il riflesso di Moro deve il suo nome al pediatra austriaco che lo studiò agli inizi del Novecento: Ernst Moro. È definito come la reazione istintiva del bambino quando non percepisce nessun punto di appoggio sicuro, o quando subisce un brusco cambiamento di posizione.

Si verifica anche quando il bambino ha l’impressione di non avere un sostegno sotto la schiena o quando sente un suono inaspettato. Si tratta di un riflesso decisivo nello sviluppo del sistema nervoso neonatale.

Una curiosità: è una reazione strettamente legata alla paura o alla minaccia, al punto che è considerato l’unica paura non appresa.

Come, quando e perché avviene?

Poiché nei primi mesi di vita di un neonato il sistema nervoso (e non solo) è ancora in fase di sviluppo, è più che normale che si manifestino tutta una serie di cambiamenti, come il pianto o il riflesso di Moro. In altre parole, i riflessi involontari ci segnalano che lo sviluppo del bambino sta avvenendo correttamente. 

Un neonato piange.

Chi studia e monitora questo tipo di riflessi sono i pediatriSaranno loro a confermarci se il sistema nervoso del bambino si sta sviluppando correttamente o meno. Per farlo, lo metteranno in una certa posizione, per ingannare il suo cervello e spingerlo a innescare la reazione desiderata.

L’esame del pediatra

Si tratta di un piccolo esperimento per confermare o scartare la presenza del riflesso di Moro nel neonato. Durante la visita, il pediatra posiziona il bambino su un cuscino imbottito e morbido, gli prende la testa e fa finta di lasciarla cadere, perché in realtà la afferra di nuovo con le mani per evitare che tocchi il cuscino.

Perché lo fa? Perché, se gli si fa credere di essere sul punto di cadere, nel bambino si innesca la reazione o il riflesso automatico che si desidera esaminare. Attenzione, mai sollevare il corpo del bambino. Bisogna limitarsi a simulare la sensazione di caduta. 

Di fronte a questa sensazione di caduta, il bambino deve sobbalzare e, subito dopo,  allungare le braccia verso l’esterno, con i palmi girati verso l’alto e i pollici flessi. Man mano che la paura scompare, tornerà a rilassarsi e da solo ritrarrà le braccia verso il corpo, con i gomiti piegati. 

 Dobbiamo tenere conto che il cervello di un neonato è ancora in fase di sviluppo. A volte a scatenare questo riflesso è un sogno o uno starnuto, un suono improvviso o il solletico.
Riflesso di Moro.

Il riflesso di Moro è un’esperienza necessaria per lo sviluppo, ma poco piacevole per il bambino. Si tratta di un meccanismo istintivo di sopravvivenza.

Cosa posso fare per aiutare mio figlio?

Per i genitori del bambino che lo vedono per la prima volta, questo riflesso può sembrare drammatico, perché il bambino si irrigidisce e la sua pelle diventa violacea a causa dell’aumento di pressione sanguigna dovuta alla paura. Tuttavia tutto questo rientra nei parametri normali di sviluppo.

Dopo 5 o 6 secondi di paura, è normale che i bambini piangano sconsolati. In questo momento è fondamentale farli sentire sicuri e aiutarli a rilassarsi di nuovo per evitare una sofferenza prolungata. 

D’altro canto, ci sono neonati che sperimentano il riflesso di Moro anche nella culla o mentre dormono. Improvvisamente allargano le braccia, si irrigidiscono e scoppiano a piangere.

Come notare il riflesso di Moro nel bambino?

Riflesso di Moro nel bambino
  • Epressione di soprassalto nello sguardo. Occhi spalancati.
  • Il bambino stende le braccia verso l’esterno con i palmi delle mani rivolti verso l’alto e i pollici flessi.  Dopo alcuni secondi il riflesso termina, il corpo si rilassa e le braccia tornano ad appoggiarsi al petto.
  • Pianto repentino.

Cosa succede se il bambino non ha questo riflesso?

Nel caso in cui il pediatra noti l’assenza del riflesso di Moro, potrebbe sussistere un problema al sistema nervoso. Il pediatra verificherà la presenza di  una emiplegia, di una paralisi o persino di una semplice frattura della clavicola. L’assenza del riflesso di Moro dopo i 6, 7 o 8 mesi di vita potrebbe essere dovuta a qualche problema neurologico.

Ogni volta che il bambino sperimenta questo riflesso, cercate di calmarlo. Non prendetelo subito in braccio. Accarezzatelo e lasciate che si rilassi poco a poco, finché la paura passa e lui non si sente più in pericolo. Al vostro fianco si sentirà protetto e si calmerà.

Nel caso in cui soffra continuamente di questo riflesso, consultate il pediatra. Ricordate: il riflesso di  Moro è un movimento basilare che riflette il normale sviluppo del neonato. Intorno ai 4 o 5 mesi di età, scomparirà.


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