Paracetamolo in gravidanza: i pericoli per il feto

Paracetamolo in gravidanza: i pericoli per il feto

Ultimo aggiornamento: 30 novembre, 2017

È ben noto che, in gravidanza, bisogna fare molta attenzione alle medicine da assumere, perché potrebbero interferire con lo sviluppo del feto. Uno dei farmaci di cui normalmente non viene proibito l’uso è il paracetamoloSecondo un recente studio, però, assumere paracetamolo in gravidanza può agire negativamente sullo sviluppo fetale.

Questo studio ha riscontrato che il paracetamolo è associato ai sintomi dei disturbi dello spettro autistico nei maschi e, in entrambi i sessi, a deficit di attenzione e iperattività. Queste scoperte sono state recentemente pubblicate sulla rivista International Journal of Epidemiology.

Il paracetamolo non è innocuo come sembra. Sebbene in piccole dosi non sembri interferire con lo sviluppo fetale, il consumo prolungato può provocare conseguenze importanti.

Paracetamolo in gravidanza contro il mal di schiena.

L’esposizione prenatale al paracetamolo comporta dei rischi

È il primo studio del genere che stabilisce un’associazione tra l’uso di paracetamolo in gravidanza e i disturbi dello spettro autistico nei bambini. È anche il primo studio che riferisce di differenti effetti  per bambini e bambine.

Dopo un confronto con bambini non esposti al farmaco, ha riscontrato un aumento del 30% del rischio di danni ad alcune funzioni dell’attenzione e un aumento di due sintomi dei disturbi dello spettro autistico nei maschi.

In Spagna i ricercatori hanno coinvolto 2644 coppie di madri e figli. L’88% è stato esaminato quando il bambino aveva un anno, il 79,9% a cinque. Alle madri sono state chieste informazioni sul loro uso di paracetamolo in gravidanza e la frequenza di assunzione. Le dosi precise, difficili da ricordare, non sono state prese in considerazione.

Il 43% dei bambini esaminati a un anno e il 41% di quelli esaminati a cinque anni non era mai stato esposto al paracetamolo durante le prime 32 settimane di gravidanza. In quelli esposti al farmaco è stato riscontrato un rischio maggiore di iperattività o impulsività. Chi ha subito un’esposizione prolungata ha mostrato un rendimento peggiore, attraverso un esame computerizzato che misura il deficit di attenzione, l’impulsività e la velocità dell’elaborazione visiva. Inoltre i maschi del gruppo hanno mostrato un maggior numero di sintomi dei disturbi dello spettro autistico.

Paracetamolo in gravidanza e sviluppo neurologico

Secondo i ricercatori il paracetamolo potrebbe essere nocivo per lo sviluppo neurologico per varie ragioni.

In primo luogo allevia il dolore agendo sui recettori cannabinoidi del cervello. Poiché questi, normalmente, contribuiscono a determinare il modo in cui i neuroni maturano e si connettono tra loro, il paracetamolo potrebbe alterare tali processi.

Inoltre il paracetamolo può danneggiare lo sviluppo del sistema immunitario o risultare tossico per alcuni feti, privi della capacità di un adulto di metabolizzarlo.

Il paracetamolo può anche provocare uno stress ossidativo. È causato da uno squilibrio tra la produzione di specie reattive dell’ossigeno e la capacità del sistema biologico di decodificare rapidamente i reattivi intermedi o riparare il danno che ne risulta.

L’abuso di paracetamolo in gravidanza potrebbe inoltre costituire una spiegazione del fatto che i maschi sono più inclini a presentare sintomi di disturbi dello spettro autistico. Secondo le spiegazioni, il cervello maschile sarebbe più vulnerabile agli influssi nocivi in giovane età. Il sesso influenzerebbe diverse alterazioni endocrine androgene, alle quali i cervelli maschili risulterebbero maggiormente sensibili.

La conclusione dello studio è che l’esposizione prolungata al paracetamolo potrebbe aumentare il numero di bambini con sintomi di ADHD o disturbi dello spettro autistico.

Tuttavia viene evidenziata la necessità di ricerche che impieghino misurazioni più precise nel dosaggio. Il fine è valutare i rischi e i benefici del paracetamolo durante la gravidanza e i primi anni di vita, prima di raccomandarne il trattamento.


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