Il parto: un momento di transizione

Il parto: un momento di transizione
Raquel Aldana

Scritto e verificato la psicologa Raquel Aldana.

Ultimo aggiornamento: 17 aprile, 2023

Se chiediamo a una persona qualsiasi quando una donna diventa mamma, la risposta più probabile sarà “quando partorisce”. Il parto però costituisce solo la nascita fisica, non quella psicologica.

Tutte noi sappiamo che questa è molto più lunga e che possiede differenti fasi. Il parto è solo un momento chiave in cui la madre può essere stanca, allegra, sollevata o, persino, infastidita.

Con il parto, la madre smette di essere fisicamente vincolata al suo bambino, ma ha ancora bisogno di conoscerlo, di sapere cosa significherà prendersene cura e come sarà la loro relazione. 

È qualcosa a cui non siamo capaci di dare un nome, ma che rimarrà impresso nella memoria di ogni donna.  Siate o meno primipare, la nascita di un figlio è un momento cruciale che definirà il resto della vostra vita.

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Nel limite delle sue capacità

Diciamo la verità, il parto e le settimane successive sono piene di “piccoli incidenti” che ci fanno dubitare di tutto. Di fatto si dice spesso che non ci sia nulla di più materno dell’ambivalenza.

Dunque, i compiti che dovremo svolgere a partire da questo momento saranno paragonabili a un’avventura degna di un film. Ciò naturalmente altererà non solo il ritmo giornaliero della madre, ma anche quello vitale.

Il primo pianto e il suo sguardo

Il primo pianto del piccolo viene definito dalle mamme come un allarme che sveglia una loro parte totalmente nuova. Fino a quel momento la comunicazione tra madre e figlio era stata totalmente silenziosa, attraverso piccoli calcetti, ma dal momento in cui la madre può apprezzare la voce del bambino, tutto cambia.

Allo stesso tempo sentire il peso e il calore del piccolo sul petto, costituisce un altro momento chiave nello sviluppo dell’identità della madre e nella presa di coscienza della nuova connessione.

Anche lo sguardo è essenziale: il momento in cui gli occhi del bambino entrano in contatto con quelli della madre, infatti, è assolutamente magico, un’esplosione di emozione, di riconoscimento e di unione.

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Il primo allattamento

La prima esperienza di allattamento è un passaggio decisivo nella relazione materna. A partire da quel momento, mamma e bimbo cominciano a conoscersi e a comunicare. Questo costituisce, senza dubbio, un altro cambiamento di prospettiva per le donne che diventano madri.

E, alla fine, la soddisfazione eterna

Senza dubbio, il maggior impatto psicologico dopo il parto viene dal sentimento di successo e pienezza. La madre è un cocktail di emozioni e non riuscirà a spiegare a parole i sentimenti che più la definiscono.

Sotto le calde sensazioni trovate, si trova la convinzione che si è parte della fertilità della terra e del mondo. È come una connessione con la natura che non può essere descritta a parole.

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Così, da questo momento in poi, ogni piccola azione o avvenimento costituisce un arricchimento. Da questo momento ogni esperienza farà parte della definizione di una donna come madre e come essere nel mondo.

Se tutto va bene, ciò rafforzerà anche il vincolo nella coppia, perché la sensazione di aver ottenuto una cosa bella e ineguagliabile come la stessa vita, rafforzerà l’amore e l’impegno tra i due partner.

Quando una mamma prende in braccio suo figlio, il mondo si capovolge per il forte sentimento di appartenenza emotiva. Per questo partorire è un passo da giganti  nella creazione della nuova identità della madre. Un percorso che la farà cambiare definitivamente.

Fonte bibliografica consultata: Nascita di una madre di Daniel Stern e collaboratori.


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