Inside Out, un film d'animazione per educare all'intelligenza emotiva

Inside Out, un film d'animazione per educare all'intelligenza emotiva
María Alejandra Castro Arbeláez

Revisionato e approvato da la psicologa María Alejandra Castro Arbeláez.

Ultimo aggiornamento: 27 dicembre, 2022

Inside Out è un bellissimo film di animazione che aiuta i genitori ad educare i figli all’intelligenza emotiva.

Probabilmente vi risulta difficile educare vostri figlio all’intelligenza emotiva, ma certamente lo considerate fondamentale perché possa crescere felice e sano. Non preoccupatevi, perché ci sono un’infinità di libri e film in grado di aiutarvi in questo importante ma difficile compito.

In questa occasione, vi parleremo di un film d’animazione davvero utile per educare l’intelligenza emotiva di vostro figlio e comprendere i meccanismi interni che albergano in ogni essere vivente. Perciò, in questo articolo punteremo l’attenzione su “Inside Out”, che è più di un semplice cartone Disney Pixar.

Questo opera ha attirato l’attenzione di grandi e piccini. Inoltre, è vivamente consigliata dagli psicologi, dato che sottolinea l’importanza delle nostre emozioni per una buona salute mentale, oltre a quella di formare la nostra personalità e capacità di socializzazione.

Allo stesso modo, il film fa risaltare la necessità, di fronte alle situazione difficili e traumatiche proprie di questa vita colorata e non solamente rosa, di darci il tempo per processare quello che dobbiamo attraversare. E semplicemente sentire, sia ciò che è buono e sia cio che è cattivo, evitando di creare incongruenze tra ciò che abbiamo dentro e ciò che mostriamo.

Le emozioni, protagoniste del film d'animazione Inside Out

Che cos’è Inside Out?

Il film d’animazione Inside Out spicca tra le altre produzioni Disney Pixar per aver rappresentato il ruolo delle emozioni nelle nostre azioni quotidiane. La storia si concentra su Riley, una bambina di 11 anni, età in cui, secondo vari studi, le emozioni positive diminuiscono in frequenza e intensità.

Questa piccola deve trasferirsi in un’altra città a causa del lavoro di suo padre, il che implica dover lasciare la sua casa, i suoi amici, le sue attività e i luoghi conosciuti per partire munita di semplici ricordi. Ma la vera storia avviene all’interno di Riley, e i protagonisti sono le sue emozioni.

Così, Gioia, Tristezza, Rabbia, Paura e Disgusto, emozioni di base di ogni essere umano, iniziano a lavorare ansiose al fine di guidare la bambina in questa dura transizione. Ognuna di esse compirà funzioni molto specifiche nel comportamento della protagonista pre-adolescente.

Educare l’intelligenza emotiva e tanto altro

Tuttavia, questa scommessa di educare all’intelligenza emotiva infantile dimostra che gli esseri umani non sono solo composti da emozioni, ma anche da pensieri e dalla memoria a breve e lungo termine, i sogni, il subconscio, la fantasia, il pensiero astratto e la personalità.

Questo film ha il merito di chiarire ai più piccoli che le emozioni si incaricano di organizzare il pensiero razionale. Per cui sono loro che guidano la nostra percezione del mondo, i nostri ricordi e persino il nostro giudizio morale su ciò che è bene e ciò che è male.

In definitiva, il messaggio del cartone non sarebbe altro che imparare a valorizzare positivamente tutte le emozioni, senza dare importanza a quale incarico ha ognuna. L’ideale è quindi rispettare e apprezzare tutte le emozioni allo stesso modo, per mantenere una personalità equilibrata.

L’importanza di tutte le emozioni

Le emozioni del film arrostiscono dei marshmallows sul fuoco della Rabbia

  • Gioia. È quella incaricata di mantenere positiva la protagonista. Celebra i suoi successi, accende il suo ottimismo e alimenta il suo buonumore. È anche la responsabile del ripetersi di quei comportamenti che sono stati buoni e/o piacevoli.
  • Disgusto. È colui che si incarica di proteggere Riley da qualsiasi fattore interno o esterno che possa farle male. Quindi, è colui che controlla che la bambina non puzzi, non mangi né beva qualcosa in cattive condizioni, che non passi per luoghi sporchi o maleodoranti o che si vesta bene.
  • Paura. Ha come funzione la semplice e complessa sopravvivenza, decidendo qual è il sottile limite tra il pericoloso e il sicuro. È semplice, senza paura non sopravviviamo. Quindi la paura – specialmente nei bambini – è in grado di agire di fronte sia a pericoli reali che a quelli immaginari.
  • Rabbia. È la responsabile della difesa dei nostri cari e, ovviamente, di noi stessi. Per questo, l’ira irromperà quando la bambina si irrita oltre i suoi limiti. Inoltre, questa emozione agisce di fronte alle ingiustizie in qualità di difensore dell’integrità e della coerenza.
  • Tristezza. Nonostante sia un’emozione emarginata dalle altre, dato che pensano non sia utile dal momento che sembra solo un ostacolo, in realtà è una delle più importanti. È un pilastro fondamentale nella crescita personale, poiché è incaricata del raccoglimento e del prendersi del tempo per se stessi al fine di pensare e meditare sui cambiamenti necessari a segnare la fine di una fase. Ovvero, abbiamo bisogno della tristezza per rimettere insieme i mille pezzi in cui ci eravamo rotti e tornare ad essere integri come persone.

Una lezione sulla tristezza

Tristezza

Senza lasciare spazio a dubbi, Inside Out lascia ai bambini una morale importante e in grado di educare l’intelligenza emozionale dei più piccoli. Così, l’insegnamento tratto da questo film d’animazione suggerisce che non è positivo nascondere o fuggire da nessuna emozione.

Il bambino non deve dissimulare la rabbia, scacciare la paura, inibire la sua gioia e, ancora meno, affogare la propria tristezza. La cosa migliore è che viva, sperimenti e manifesti ognuna di queste emozioni, perché tutte hanno bisogno di spazio. Per questo, il bambino non deve reprimere il pianto, né le risate, la rabbia o l’affetto.

In generale, stigmatizziamo tanto la rabbia quanto la tristezza, credendo erroneamente che essere tristi sia negativo o che il pianto sia un segno di debolezza.

La prima cosa che facciamo è forzare il bambino ad essere allegro o a dimenticare per risolvere il suo dolore, impedendo che sfrutti e costruisca sulla sua tristezza.

Sì, i bambini devono sfruttare la tristezza, questa emozione utile e valida come qualsiasi altra. Per questo, permettete al bambino di esprimere il suo dolore per riflettere, costruire e, perché no, condividerlo.

Il bambino non deve evadere dal suo malessere, deve invece ascoltarlo e accoglierlo per liberare i sentimenti negativi e togliersi il peso di dosso.


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