Pianto continuo: che fare quando il bebè piange per tutto

Pianto continuo: che fare quando il bebè piange per tutto
María Alejandra Castro Arbeláez

Revisionato e approvato da la psicologa María Alejandra Castro Arbeláez.

Ultimo aggiornamento: 17 aprile, 2023

“Succede a tutti i genitori di pensare che il pianto continuo dei figli, per ogni cosa, a volte sia semplicemente ingiustificato. Come fare per evitare questi episodi?”

Il pianto è la principale forma di comunicazione dei bebè e dei neonati. Si tratta di un modo per richiamare l’attenzione dei genitori, e fare in modo che si prendano cura di loro.

Per questo molti genitori durante questa tappa si domandano la ragione di questo pianto continuo del bebè.

“Tutti i bambini attraversano la fase del pianto continuo.”

Cause principali del pianto continuo

I bebè e i bambini molto piccoli sono soliti piangere spesso, soprattutto quando hanno sonno o fame, che sono due degli stimoli a cui sono particolarmente sensibili. Oltre queste cause, che si considerano abituali, ne possiamo individuare altre.

  • Quando il piccolo capisce che solo attraverso il pianto avrà l’attenzione dei genitori.
  • Nel momento in cui il pianto diventa il mezzo per ottenere tutto ciò che vuole. I genitori finiscono per cedere davanti alle lacrime del piccolo e a concedergli quello che vuole.
  • Se il bambino sta male fisicamente. Muovere spesso il bebè e fargli cambiare posizione è fondamentale. Aiuta ad evitare le irritazioni e lo mantiene pulito. Cercare di rendere questo compito un divertimento è il primo passo per stabilire le abitudini igieniche.
  • Il dolore. Il bebè si trova in un processo di adattamento continuo, e a volte, determinate trasformazioni possono essere dolorose. Vogliamo sottolineare i dolori intestinali dovuti a gas o stitichezza e le coliche.
  • La solitudine del bebè. Anche se il bambino non ha problemi fisici può essere che stia chiedendo maggiori attenzioni, affetto e carezze dalle persone che lo circondano, in particolare i genitori.
pianto continuo

Consigli su come comportarsi davanti al pianto continuo del bebè

Inizialmente è normale non sapere come comportarsi davanti ad un pianto continuo del bebè. Per questo vi forniamo di alcuni consigli e raccomandazioni utili su come affrontare questi momenti senza perdere la calma.

  • Identificare il pianto del piccolo e capirne le cause a seconda del contesto e della situazione.
  • Se non potete accudirlo mentre piange, fategli capire di essere presente e che lo attenderete quanto prima.
  • Se vostro figlio sta imparando a parlare, chiedetegli di raccontarvi il suo problema a parole.
  • Rispondere al suo pianto in diversi modi: con gesti affettuosi, baci, abbracci e frasi motivanti.

Il pianto continuo è associato alla sensibilità?

Per prima cosa bisogna distinguere tra il pianto e la sensibilità per arrivare al sodo della questione.

Il pianto e la tappa dell’imitazione

Bisogna ricordare che durante lo sviluppo vitale tutti i bambini attraversano una fase in cui manifestano una maggiore capacità di imitazione. Normalmente inizia dalla prima infanzia e può prolungarsi fino ai 2 o 3 anni.

Durante questo periodo, i bambini tendono a seguire gli altri quando piangono o ridono, ossia li imitano. Si può qualificare come un effetto “contagioso” e passerà solamente con la maturità.

Questo è un tipo di comportamento prevedibile a quest’età. Per questo non dovete preoccuparvi visto che passerà con il tempo e la crescita del piccolo.

“Inizialmente è normale non sapere come comportarsi davanti ad un pianto continuo del bebè.”

Il pianto e il periodo scolastico

Tuttavia, se questo comportamento continua a verificarsi anche in età avanzata, soprattutto dopo l’entrata a scuola, occorre osservare con attenzione quello che succede. Le cause del pianto possono essere moltissime: un problema a scuola, litigi con fratelli o amici, oppure semplicemente qualcosa che non va bene.

In questo caso dovete avere pazienza e informarvi sulla situazioni che infastidiscono il bambino. Vale a dire, si tratta di valutare le situazioni connesse con il pianto e l’ambito in cui si producono.

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Il pianto e l’ipersensibilità

Infine, nel caso più estremo, potete incontrare l’ipersensibilità. Il bambino ipersensibile è soprattutto un grande osservatore che può arrivare a commuoversi di fronte ad ogni stimolo. Per questo motivo sviluppa una grande capacità immaginativa e creativa.

Il consiglio più efficace per trattare un bambino ipersensibile è quello di aiutarlo ad esprimere questi sentimenti interiori. L’essenziale è che le dimostrino e le esteriorizzino così che potrete aprire per loro tutte le barriere.

La tappa in cui il bambino diventa un pianto continuo è decisamente passeggera. Durante questo periodo, per evitare situazioni difficili per la famiglia e il bambino stesso, i genitori diventano più importanti che mai.

Il compito dei genitori è quello di essere pronti a confortare il piccolo ogni volta che si rende necessario.

 

 

 

 


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