Anestesia epidurale: 8 domande e risposte
È molto comune che le donne, con l’avvicinarsi del parto, inizino ad informarsi sull’anestesia epidurale, sui suoi vantaggi e sul perché viene effettuata. Purtroppo però, le informazioni che ricevono non sono sempre accurate perché non provengono da un medico, ma dal passaparola tra le persone.
Una delle inesattezze più comuni che si sentono dire in giro è che l’anestesia epidurale e quella spinale siano la stessa cosa. Questa confusione nasce dal fatto che entrambi i tipi di farmaci hanno lo stesso obiettivo: evitare il dolore. In realtà, ci sono delle differenze sia nel punto in cui viene fatta l’iniezione che nel tempo necessario affinché abbia effetto.
1. Cosa è l’anestesia epidurale e a cosa serve?
L’anestesia epidurale è un farmaco anestetico che si somministra nello spazio epidurale (zona lombare), attraverso un catetere molto sottile, alle donne che stanno per partorire. Il suo scopo è quello di rendere il parto meno doloroso.
Lo spazio epidurale si trova tra il periostio dell’osso del canale vertebrale e la superficie esterna della dura madre.
L’anestesia epidurale è una forma di blocco neuroassiale: si blocca la conduzione nervosa a livello del midollo spinale.
2. Chi la somministra e come?
È l’anestesista il medico professionista incaricato di effettuare l’iniezione nella zona lombare della colonna vertebrale ed in particolare nell’area che ricopre il midollo spinale. Come primo passo, il medico pulirà con una soluzione specifica l’area della schiena dove introdurrà l’ago. In quest’area può essere utilizzato anche un anestetico locale.
3. Perché viene utilizzata?
L’anestesia epidurale viene fatta alle donne per bloccare temporaneamente la capacità del cervello di riconoscere gli stimoli dolorosi e facilitare il parto. Poiché viene iniettata attraverso un catetere, può essere somministrata anche nelle ore successive al parto per mantenere il dolore sotto controllo.
È importante sapere che l’anestesia epidurale non ha meno effetti collaterali dell’anestesia generale. Inoltre, ci possono essere dei rischi maggiori dovuti alla particolare condizione che vive una donna in gravidanza.
4. Che dimensioni ha l’ago dell’anestesia epidurale?
In genere, l’ago con cui si somministra l’anestesia epidurale ha un calibro molto sottile.
5. Quali possono essere le complicazioni di un’anestesia epidurale?
Anche se non sono molto comuni, in alcuni casi, l’applicazione dell’anestesia epidurale può avere i seguenti effetti collaterali:
- Mal di testa.
- Ipotensione.
- Ritenzione urinaria.
- Mal di schiena (lombalgia).
- Nausea, vomito (a causa dell’ipotensione).
- Fuoriuscita di sangue attraverso l’ago.
In casi rari si possono manifestare:
- Convulsioni.
- Reazioni allergiche.
- Infezioni della colonna vertebrale (meningite).
6. Cosa devono sapere i medici prima di effettuare l’iniezione?
Se non è un parto cesareo, i medici devono accertarsi se la paziente è in gravidanza. Inoltre, è importante informarli sui farmaci, gli integratori ed i prodotti di erboristeria che state assumendo senza la prescrizione medica. Un altro aspetto importante riguarda le possibili allergie ai farmaci o se avete subito in precedenza un’anestesia che vi ha procurato dei problemi di salute.
Se l’intervento è programmato in anticipo, potrebbero chiedervi di interrompere l’assunzione di aspirina, di ibuprofene (Advil, Motrin), di warfarin o altri farmaci che impediscono la coagulazione del sangue.
7. Cosa bisogna fare prima dell’iniezione?
- Il giorno precedente all’iniezione epidurale è vietato fumare, bere alcolici o assumere qualsiasi altra sostanza dannosa per il corpo.
- Potete solamente prendere i farmaci prescritti dal vostro medico curante con un po’ d’acqua.
- Mantenere la calma.
- Andare presto in ospedale o in clinica.
8. A chi bisogna chiedere informazioni?
Il miglior consiglio che possiamo darvi è quello di rivolgervi al medico di famiglia o ad uno specialista. È importante che esprimiate tutte le vostre preoccupazioni e tutti i vostri dubbi prima dell’intervento.
Dopo aver effettuato l’iniezione epidurale, il personale sanitario rimuoverà il catetere dalla schiena. A questo punto, la donna deve sdraiarsi e riposare fino a recuperare la sensibilità delle gambe e la capacità di camminare normalmente. Per questo motivo è necessario che la paziente sia accompagnata da una persona che la possa aiutare prima, durante e dopo il parto o l’intervento chirurgico.
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