Cosa sono le famiglie affidatarie?
Le famiglie affidatarie si occupano di accogliere e ospitare un bambino o un adolescente per un periodo temporaneo e limitato. Servono per offrire protezione e sostegno, sia fisico che psicologico (oltre che economico), finché i ragazzi non vengono autorizzati a ritornare nella loro famiglia biologica.
L’affido è una misura temporanea di protezione dei minori che vivono in situazioni di instabilità familiare. Il suo scopo è di proteggere i bambini garantendogli un ambiente domestico sano e sicuro, in attesa che i veri genitori riescano a superare le problematiche che hanno innescato questo provvedimento. Quando ciò non si verifica, l’affidamento può diventare definitivo.
Si tratta di una misura di tutela da parte dello Stato in presenza di problemi che destabilizzano l’equilibrio e l’armonia della famiglia d’origine. Inizialmente, i ragazzi venivano trasferiti in appositi centri. Tuttavia, nel tempo, si è scoperto che, per il corretto sviluppo di un bambino è necessario ricreargli attorno una vera famiglia, anche se per un periodo di tempo limitato. E, così, è andato affermandosi l’affido familiare.
La famiglia affidataria si assume la completa responsabilità del bambino, fino a quando la sua situazione familiare non viene risolta. L’affido, a differenza dell’adozione, non sostituisce le figure dei genitori e mantiene sempre una prerogativa di temporaneità.
Come funziona l’affido familiare
La famiglia affidataria è responsabile dell’integrazione del bambino e si occupa di tutti gli aspetti della sua vita. Fornisce supporto per il suo sviluppo personale, materiale, spirituale ed educativo fino a quando non si ricreano le condizioni per tornare di nuovo presso la sua famiglia biologica.
Questo accade quando i genitori naturali dimostrano di aver superato problemi e situazioni conflittuali, essendo finalmente in grado di prendersi cura dei loro figli. Insomma, devono scomparire le cause contingenti che proprio avevano fatto innescare il procedimento di affido.
L’affido familiare consente al bambino di mantenere il legame con la sua famiglia biologica. Ciò significa che gli è consentito vedere e parlare con i propri genitori, anche se la vita quotidiana si svolge separatamente. Quindo non avviene quel processo di “sostituzione” tipico dell’adozione definitiva.
La convivenza è regolata da leggi che chiariscono quali sono diritti e obblighi di tutte le parti coinvolte nel processo. La legislazione garantisce anche il rispetto per il bambino, la sua famiglia d’origine e la sua identità culturale.
L’affido familiare offre maggiori garanzie rispetto a istituti e centri, favorendo l’equilibrio emotivo per il bambino grazie a un’attenzione personalizzata e lo sviluppo all’interno di uno spazio familiare. Infatti, si tratta di un’esperienza di crescita e arricchimento per tutti i soggetti coinvolti.
La convivenza continuerà fino a quando non verranno superate le condizioni che hanno causato la separazione del figlio, dalla sua famiglia di appartenenza. Insomma, devono essere costruiti i presupposti interni affinché il giovane non entri più in contatto con situazioni di disagio familiare.
Quando servono le famiglie affidatarie
Le condizioni che fanno innescare il processo di affido familiare possono essere di vario tipo. Malattia, detenzione, tossicodipendenza, incuria o violenza, ma anche difficoltà economiche o motivi legati a possibili conflitti nella relazione tra i genitori. In tutti questi casi, previsti dalla legge, il bambino viene allontanato da questo ambiente nocivo, come forma di tutela e protezione.
Ma l’affido può essere necessario anche in casi meno gravi. Per esempio quando i genitori biologici non possono garantire più una presenza costante a casa, magari a causa di motivi di lavoro. In tal caso, l’affido riguarda solamente una parte della giornata o pochi giorni alla settimana.
“La convivenza è regolata da leggi che regolano i diritti e gli obblighi di tutte le parti coinvolte nel processo di affido”.
Esiste anche un tipo di tutela più limitate nel tempo e prestabilita, che risponde a un bisogno transitorio o di emergenza. Ciò si verifica quando i genitori non possono prendersi cura del bambino durante un certo periodo, ad esempio durante un improvviso ricovero in ospedale.
Ma la più comune delle situazioni di accoglienza è la tutela prolungata. Ciò si applica nei casi in cui non è possibile prevedere quando il bambino possa tornare a vivere con la famiglia di origine. Solamente in questa situazione, spesso l’affido può convertirsi in adozione vera e propria.
Accogliere un bambino, una scelta difficile
Le coppie sposate sono le persone più adatte per accogliere un bambino. È preferibile che coloro che hanno dei figli minorenni, si sforzino per creare un ambiente positivo e favorevole, con il contributo psicologico e affettivo di tutti. In secondo luogo troviamo le coppie senza figli e, ovviamente, anche i single.
Le famiglie affidatarie potenziali vengono valutate, supportate e adeguatamente preparate sia dagli assistenti sociali che da psicologi e medici. La collaborazione di questi specialisti è fondamentale, poiché essendo un’esperienza maturata sul campo. Una formazione completa e approfondita gioverà alla convivenza dei bambini nelle nuove famiglie, allontanando i rischi di possibili conflitti o incomprensioni.
Accogliere un bambino con una storia difficile alle spalle è un gesto di grande generosità, ma rappresenta anche una sfida. Soprattutto all’inizio, infatti, i comportamenti del nuovo arrivato potrebbero essere timorosi o persino violenti.
In questo senso, è importante sottolineare che la paura principale del bambino è di perdere la sua famiglia di origine. Ovviamente, dal momento che non conosce bene la sua famiglia affidataria né si possono prevedere i tempi di affidamento, si innescano dei processi psicologici che bisogna rispettare e accettare con una certa intelligenza e flessibilità. Le famiglie affidatarie, insomma, devono essere pazienti e disponibili ad affrontare momenti difficili con serietà e maturità.
I vantaggi di questo sistema
Le famiglie affidatarie consentono a bambini di tutte le età di crescere in un ambiente sano ed equilibrato, per determinati periodi di tempo e in base alle necessità. Ormai da anni è stato dimostrato che si tratta di una misura molto vantaggiosa per i minori e che garantisce loro protezione e serenità, durante fasi assai delicate della vita.
Questa scelta non riguarda solo il presente immediato, ma anche il lungo termine. La mancanza di cure adeguate durante la prima infanzia può produrre gravi conseguenze, a volte permanenti, nella formazione del carattere del bambino. Grazie alle famiglie affidatarie, molti giovani possono avere un’infanzia felice e un futuro migliore.
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