Autolesionismo negli adolescenti, che cosa nasconde?

In una fase così complicata come l'adolescenza, i giovani possono cadere in comportamenti che compromettono seriamente la loro salute. L'autolesionismo è uno di questi; che cosa dobbiamo conoscere al riguardo?
Autolesionismo negli adolescenti, che cosa nasconde?

Ultimo aggiornamento: 22 giugno, 2019

Se vostro figlio presenta di frequente tagli, lividi, bruciature o ferite è meglio che prestiate attenzione. L’autolesionismo negli adolescenti è un modo tramite il quale gridare aiuto.

Tecnicamente, questo comportamento viene denominato autolesionismo non suicidario. Fino a poco tempo fa, il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM) lo considerava come un sintomo più associato a qualche disturbo mentale.

La dimensione del problema

Al giorno d’oggi, momento nel quale la sua sintomatologia viene già trattata a parte, inizia ad allarmare l’aumento dell’incidenza di questo problema. Negli ultimi 30 anni, i casi si sono moltiplicati in tutto il mondo.

L’autolesionismo nelle ragazze è più spesso dato da lesioni in cui si vede del sangue, come graffi o tagli; i ragazzi, invece, tendono più a essere trattati per colpi e bruciature. La cosa curiosa è che, anche se le donne sono più propense verso questi comportamenti, la differenza con gli uomini si è ridotta considerevolmente.

In uno studio realizzato dal Dipartimento di Psicologia Clinica e della Salute dell’Università di Madrid, si è concluso che il 22% degli adolescenti in Europa si sono fatti del male senza intenzioni suicide almeno una volta nella vita. Inoltre, si è arrivati alla conclusione che l’8% di questi lo fa in modo ricorrente.

Tristezza

Autolesionismo negli adolescenti: perché lo fanno?

Per rendere il concetto in modo più chiaro, potremmo dire che l’autolesionismo è una specie di droga. È un ansiolitico più potente di qualunque altro esista sul mercato. Per i giovani, questo li “aiuta” a regolare le proprie emozioni.

Quando compaiono in modo ricorrente la paura, l’ira, la tristezza e la rabbia e non sanno come gestirli, preferiscono provocarsi dolore fisico che permetta loro di dimenticarsi del dolore emotivo. È un meccanismo di evasione, attraverso il quale scaricano la tensione e fanno diminuire questi sentimenti negativi.

Bisogna mettere in chiaro che queste azioni non sono per nulla impulsive, sono tutto il contrario. Le pianificano, aspettano di essere soli e si godono il loro piccolo rituale di coltelli, sigarette e oggetti appuntiti.

Come in altre dipendenze, i giovani provano una falsa sensazione di pace subito dopo essersi tagliati o bruciati; è come se si fossero fatti una dose di qualche droga ad azione immediata. Il problema sorge quando, solo alcuni minuti dopo, l’ansia ritorna, con in aggiunta il senso di colpa.

Anche se è vero che nessuno di loro vuole suicidarsi, è importante però capire che questi comportamenti moltiplicano le possibilità di un tentativo in futuro. In questi casi è quindi più che necessario l’intervento dei genitori.

C’è una soluzione?

L’autolesionismo negli adolescenti è un disturbo che richiede una terapia psicologica, su questo non si discute. Devono iniziare a comprendere che farmi del male non risolve nulla; al contrario, aggiunge più problemi alle loro vite.

Dobbiamo capire che cosa nasconde questo comportamento — depressione, ansia, disturbi alimentari — e da dove arrivano questi problemi. È l’unico modo per poterli affrontare. Molte terapie si concentrano gli sforzi nell’insegnare loro altre tecniche di regolazione emotiva. Queste possono andare dall’intenso esercizio fisico alle docce con acqua gelata, fino a lasciarli gridare e colpire cuscini.

Esistono organismi come la Società Internazionale dell’Autolesionismo, presente in 7 paesi del mondo, che aiuta e orienta questi ragazzi tramite terapie, guide e risorse tanto per i pazienti quanto per i familiari.

Bisogna capire che l’autolesionismo negli adolescenti è un forte grido per richiamare l’attenzione; chiedere loro perché lo fanno farà solo aumentare la loro ansia. Hanno bisogno di tutta la vostra comprensione ed empatia.

“Il 22% degli adolescenti in Europa si sono fatti del male senza intenzioni suicide almeno una volta nella vita. Inoltre, l’8% di questi lo fa in modo ricorrente.”

Autolesionismo negli adolescenti

Una moda con molto seguito

Questo autosabotaggio è diventata una moda che ha assunto anche un nome specifico: cutting. Si possono persino trovare su Internet dei consigli su come farlo. Su Instagram, le foto e i video di giovani che mostrano con orgoglio le proprie ferite non subiscono nessuna censura; sono disponibili in modo che chiunque possa vederle.

Molti tra questi giovani lo fanno per divertimento. Quello che cercano è sentire un po’ più di adrenalina e completare l’ultima challenge virale da diffondere con un hashtag.

Tuttavia, non dobbiamo minimizzare nessun segnale d’allarme; anche se la maggior parte di loro non presenta nessun disturbo di personalità, potrebbero però soffrire di un problema di bassa autostima, incapacità di vivere le relazioni in modo sano e una molto scarsa intelligenza emotiva.

Le ripercussioni che l’autolesionismo ha sugli adolescenti sono tali da aver portato al lancio di una serie televisiva, Sharp Objects, che ha come protagonista Amy Adams e in cui viene trattato in modo esplicito questo argomento. Sia questo genere di risorse che il fondamentale aiuto di un professionista possono aiutarvi a risolvere questo problema insieme a vostro figlio.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.