Aiutare i figli con i compiti: cose da non fare

Aiutare i figli con i compiti di scuola va bene. Anzi, a volte è indispensabile. Ma ricordate che il vostro obiettivo è favorire la loro autonomia.
Aiutare i figli con i compiti: cose da non fare
Eva Maria Rodriguez Diego

Scritto e verificato la scrittrice professionista e specialista in educazione fisica Eva Maria Rodriguez Diego.

Ultimo aggiornamento: 01 febbraio, 2023

Aiutare i figli con i compiti di scuola va bene. Anzi, alcune volte è indispensabile. Tuttavia, tenete presente che il vostro obiettivo è favorire l’autonomia dei bambini quando studiano e favorire lo sviluppo delle capacità di risoluzione dei problemi e di organizzazione del tempo.

Che i bambini ottengano dei buoni voti o che siano i più bravi della classe non è un obiettivo “sano”. La cosa importante non è questa, bensì che il bambino impari e sviluppi le proprie capacità.

I bambini devono imparare a sentirsi capaci e a cercare le strategie che li porteranno a ottenere dei voti migliori. Fare i compiti per loro o seguirli passo passo mentre studiano non li aiuterà. Al contrario, molto probabilmente pregiudicherà sia loro sia il loro sviluppo.

A seguire vogliamo illustrarvi quali sono i peggiori errori che di solito i genitori commettono quando decidono di aiutare i figli con i compiti. Ovviamente, vi offriremo anche dei consigli per correggervi! Continuate a leggere.

Cose da non fare quando si vogliono aiutare i figli con i compiti

Sedersi di fianco a loro e fare i compiti al loro posto

Quando i bambini sono piccoli, potrebbero aver bisogno dell’aiuto dei genitori. Per esempio se stanno cominciano a leggere o scrivere. Ma anche in questi casi bisogna lasciare al bambino una certa autonomia e lasciare che svolga il compito assegnato da solo.  In qualsiasi caso, ricontrollare gli esercizi svolti non significa fare i compiti con il bambino.

Tuttavia, molti genitori, angosciati dalla quantità di compiti assegnati e/o desiderosi che i figli ottengano dei bei voti, si siedono di fianco a loro e svolgono il compito al posto del figlio, compreso lo studio.

In questo modo i bambini non diventano autonomi e indipendenti, non imparano ad affrontare le difficoltà né a gestire correttamente il proprio tempo. E finiscono per sentirsi incapaci di fare le cose da soli.

Anche se il bambino non svolge un compito perfetto e non ottiene dei bei voti come potrebbe, deve comunque svolgere i compiti da solo e imparare a risolversi i problemi. Sia quelli riguardanti i compiti nello specifico, sia quelli rappresentati dal fatto di organizzarsi per studiare.

E dovrebbe rivolgersi a voi genitori solo quando ha dei dubbi. Solo così potrete sapere per cosa vostro figlio ha davvero bisogno d’aiuto e potrete aiutarlo a tirare fuori tutto il suo potenziale.

Aiutare troppo i figli con i compiti non giova al loro sviluppo

Minacciare i bambini di togliere loro l’attività preferita

Molti genitori, per motivare i figli a fare i compiti velocemente e a prendere buoni voti, li minacciano. Per esempio vietano loro di fare la loro attività extrascolastica preferita.  Così facendo, però, ottengono solo l’effetto contrario e contribuiscono a generare ancora più tensione e angoscia nel bambino.

Invece, se vogliono aiutare i figli con i compiti, è molto più efficace che parlino con loro e li aiutino a organizzarsi e gestire il proprio tempo, sia del singolo giorno sia di tutta la settimana.

La maggior parte dei bambini all’idea di dover continuare a svolgere i compiti quando invece dovrebbero andare in piscina o a musica, lavorano più velocemente per poter fare in tempo.

Un’altra alternativa per incoraggiare i bambini a essere più veloci e a lavorare bene e offrire loro una ricompensa (non materiale) se finiscono in tempo.

Esigere la perfezione

La perfezione può ostacolare l’avanzamento del bambino nei compiti. Ancora di più quando l’idea di perfezione dei bambini non c’entra niente con quella dei genitori.

Di fatto, con la quantità di compiti che hanno i bambini, esigere da loro la perfezione serve solo ad aumentare il carico di lavoro quotidiano.

È molto più efficace chiedere al bambino di svolgere i compiti in maniera ordinata e corretta. E di sottolineare quando fa bene, affinché lui stesso si senta incentivato a impegnarsi il più possibile.

Obbligarli a studiare per molte ore

I bambini hanno bisogno di muoversi, prendere aria, giocare, stiracchiarsi e, in generale, godere del proprio tempo libero. Obbligandoli a stare seduti per ore e ore davanti a libri e quaderni non aiuta a farli migliorare né li aiuta a imparare a organizzarsi. Serve solo a far nascere in loro sentimenti negativi nei confronti dello studio.

Invece, se vogliamo aiutare i figli con i compiti, ci conviene offrire loro dei momenti di riposo, a cominciare da quando finisce la scuola. Possiamo lasciare loro del tempo per fare merenda e rilassare un po’ la mente prima che si rimettano studiare e fare i compiti.

È consigliabile anche che i bambini facciano sport e stiano all’aria aperta. Non è una perdita di tempo, ma un modo per far sentire il bambino più fresco e meno stressato.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.