Mio figlio: il mio capolavoro

Mio figlio: il mio capolavoro

Ultimo aggiornamento: 20 febbraio, 2018

“Mio figlio è il mio capolavoro”. Questo è ciò che si legge tra le righe nelle assemblee delle madri, in sale d’attesa d’ospedale e circoli di quartiere. In qualunque frase pronunciata da una mamma, questa sfumatura sarà più che evidente.

E non si può dare loro torto. Perché, che si sia dotati o no di un talento artistico, non può esistere un’opera d’arte o una creazione che superi quella che consiste niente meno che nel miracolo della vita. Nove mesi di creazione, diversi anni di formazione e, voilà: il capolavoro di ogni coppia!

Mio figlio, una vera opera d’arte, anzi il mio capolavoro!

Questo pensiero si rivela del tutto valido, se consideriamo che, durante la gestazione, la madre inizia a stabilire un contatto col bambino. Quel piccolo essere che fa parte del suo stesso corpo, quella vita scissa o sdoppiata, comprende il nostro essere più di chiunque altro, perché ne ha fatto parte.

Mio figlio: il mio capolavoro

Conosce il nostro dolore, perché ha ascoltato dall’interno il battito del nostro cuore. Come nessun altro, conosce in maniera fondamentale la nostra forza, perché ha ascoltato ogni sospiro di stanchezza, seguito dall’ispirazione che ci spinge a raggiungere ogni traguardo. Ci ha sentite lottare per ciò che credevamo impossibile.

E così, con tutta questa conoscenza (che non è poca), fa il suo ingresso in questa vita armato e protetto. Per quanto possiate vederlo indifeso, dentro la sua piccola e commovente corazza custodisce già i segreti della vita. “Mio figlio è il mio capolavoro”, perché è capace di trasportarmi.

Lì è dove si fa presente la sua forza, potere o dono sovrannaturale: portarci nel passato vivendo il presente, ma guardando al futuro. Un piccolo sole, tre tempi presenti che si materializzano in un unico atto d’amore: la maternità.

La tenerezza e l’innocenza: due stati che la sua infanzia ci trasmette. La pace che offre alla nostra rumorosa e stanca routine quotidiana supera la perfezione di qualunque opera d’arte. Le sue battute e la sua allegria: un mistero capace di superare il sorriso di Monna Lisa.

Mio figlio: il mio capolavoro

Mio figlio supera qualunque opera d’arte

Il profumo di vita della sua pelle, la freschezza delle sue marachelle e tutto ciò che il suo sguardo può trasmettere superano qualunque opera d’arte. Veder crescere il bambino può catturare ancor più dei suggestivi e variopinti quadri di Frida Kahlo.

Vederlo in conflitto, disilluso o frustrato ha il potere di angosciarci più di qualunque dipinto di Van Gogh o di Munch. Vedere le sue diverse sfaccettature e comportamenti, in pubblico e a casa, è come osservare un’opera cubista di Picasso.

Con l’arrivo di un figlio, la concezione di ciò che è sublime e supremo cambia notevolmente. Non esiste più alcun museo che sia in grado di ospitare tanta magia tutta insieme.  Non c’è opera d’arte che sia comparabile con quella che, in se stessa, è una verità. Che esprima così tanto e che faccia sentire ancora di più.

È impossibile non soccombere di fronte a tutto ciò che l’infanzia di un bambino ha da offrire.  Mio figlio è il mio capolavoro”: si percepisce, segretamente, in tutto il non detto. È tipico di ogni madre rapita da quell’essere che, a sua volta, è diventato maestro di vita.

Si tratta di lasciarsi trasportare dall’opera d’arte. E cosa c’è di meglio di un bacio, una carezza o un semplice “Ti voglio bene, mamma”, per lasciarsi morire lentamente con quell’essere? È il frutto dell’amore capace di rubare così tanti sospiri e incarnare così tanti sogni e illusioni condivise.

Fermatevi ad apprezzare la sua bellezza. Osservatene i dettagli, tutto ciò che di bello ha da offrire. Sentitevi benedetta per ogni virtù e accettate i suoi piccoli difetti. Lasciatevi deliziare dalla sua bellezza e catturare dalla sua grazia naturale. Scoprite in quel piccolo essere il vero senso dell’immensità di un amore senza limiti.


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