Le cellule del neonato rigenerano i tessuti delle madri
Alcuni anni fa è stato scoperto che le cellule del neonato possono passare alla madre e viceversa. Ma non era ancora noto che potessero favorire la rigenerazione dei loro tessuti. Questo processo è noto come microchimerismo fetale, e oggi è stato verificato da nuove scoperte. Tra madre e figlio, infatti, esiste uno scambio cellulare capace di portare molti benefici a entrambi.
In questa occasione, parleremo della capacità di alcune cellule del neonato di rigenerare i tessuti delle loro madri. Una proprietà che è stata scoperta di recente, quando è stata rivelata la loro pluripotenzialità. Questo processo implica che alcuni organi materni possano essere rigenerati attraverso le cellule del neonato. In alcuni casi, però, questo fenomeno può provocare di problemi.
Secondo gli studi le cellule del neonato producono molti benefici per le madri, anche associati alla prevenzione dell’Alzheimer, del cancro e altre patologie. Finora, questa rigenerazione cellulare è stata associata a tessuti del fegato, del cuore e dei reni. Inoltre, il suo status di pluripotenzialità consente ulteriori vantaggi che potranno essere confermati da ricerche future.
Cosa sono le cellule pluripotenti?
La qualità principale delle cellule pluripotenti è che possono diventare qualsiasi cellula di cui il corpo ha bisogno, perché sono in uno stato primitivo e ancora non è stato definito il loro tipo. Il valore di queste cellule è molto alto, perché hanno la capacità di rigenerare i tessuti negli organi che più lo richiedono. Ciò consente di poter “riparare” eventuali disfunzioni nel corpo della madre.
Alcune donne hanno superato determinate malattie cardiache grazie alla permanenza di cellule del neonato. Un aspetto verificato dato dal fatto che sono state trovate delle cellule con il cromosoma Y nei loro cuori. La presenza di questo cromosoma maschile è legata alla gravidanza di un bambino.
Questo processo è scientificamente correlato alla sopravvivenza umana. In qualche modo, il mantenimento e il recupero dei tessuti della madre sono garantiti in modo da aumentare le possibilità di successo della gravidanza. Queste cellule sono state identificate in organi come i reni e il fegato e la prova è stata, come nel caso del cuore, della presenza di un “donatore” maschile.
Le cellule del neonato possono rigenerare i tessuti cerebrali
Negli studi condotti sul cervello di alcune donne, la presenza del cromosoma Y è stata trovata nel 60% dei casi. La procedura applicata all’autopsia di oltre 50 donne, alcune colpite da Alzheimer, aveva una minore quantità di cellule con cromosoma Y. Ciò ha portato a un’ulteriore indagine che ha cercato di mettere in relazione la quantità di queste cellule con la comparsa di questo morbo.
Tuttavia, sorsero delle domande riguardo all’effetto riparatore delle cellule del neonato sui tessuti delle loro madri, specialmente per quanto riguarda quelle cerebrali. Se, da un lato, le donne che avevano avuto dei figli presentavano chiaramente il cromosoma Y, era più difficile realizzare questa verifica nelle altre. Sarebbe impossibile verificare se le cellule di una bambina hanno rigenerato i tessuti della mamma, per il fatto di presentare cromosomi esclusivamente X.
A questo proposito, sono state condotte nuove ricerche, questa volta sugli animali. I risultati sono stati decisamente sorprendenti. Nel 2015, gli scienziati verificarono che i topi femmina in età giovanile possono rigenerare i loro tessuti fino all’82%. Tuttavia, se incinte, anche quelle che erano più vecchie aumentavano la loro capacità rigenerativa fino al 96%.
In altre parole, la gravidanza negli animali provoca un aumento della rigenerazione cellulare. Allo stesso modo, come risultato di questa ricerca, è emersa una nuova ipotesi. Il microchimerismo fetale può influenzare positivamente il sistema immunitario della madre. A questo proposito, ci sono indagini in corso, perché sfortunatamente si è rivelato che, in alcuni casi, esse possano favorire lo sviluppo di tumori maligni.
In questo senso, è chiaro che l’organismo della madre può anche reagire contro le cellule del neonato. Perché sebbene siano molto simili al loro, sono estranee al 50%, dato che l’altra metà appartiene all’eredità genetica del padre, ovviamente. Questa situazione potrebbe fare in modo che il sistema immunitario possa usare le cellule microchimeriche per fermare il cancro ma anche per accentuarne il processo.