Il parto è un atto d'amore: la nascita secondo Michel Odent

Il parto è un atto d'amore: la nascita secondo Michel Odent
María Alejandra Castro Arbeláez

Revisionato e approvato da la psicologa María Alejandra Castro Arbeláez.

Ultimo aggiornamento: 29 marzo, 2022

 

Non esiste dolore più intenso di quello del parto, né sentimento tanto profondo quanto quello della madre appena vede il suo bambino. Il parto è un atto d’amore. Come rovinare questo istante così magico ed eccezionale? È un sacrilegio, ma succede.

Non parliamo solo della necessità di godere di un parto all’insegna del rispetto. Ci riferiamo anche a molti altri fattori che tendono a spegnere un po’ la scintilla iniziale che innesca questo legame il quale, a detta di tanti esperti, è fondamentale. Ci riferiamo anche a quei parenti che a volte arrivano a prendere in braccio il neonato prima della madre stessa.

Sono molti, moltissimi i dettagli che possono incidere su questo atto d’amore. La maggior parte di essi è dovuto alle procedure mediche, agli ambienti asettici, ai rituali standardizzati come tagliare il cordone ombelicale o fare il bagnetto al neonato il prima possibile.

Studi interessanti ci suggeriscono di vedere questo processo in un altro modo. L’assistenza medica deve essere presente in ogni momento, su questo non vi è dubbio. Ma c’è bisogno di una nuova sensibilità, di un’altra prospettiva di cui anche i familiari della partoriente devono entrare a far parte.

Una mamma con il suo neonato.

Il parto è un atto d’amore, non una procedura strumentale

Michel Odent, medico e ostetrico francese, è uno dei massimi esperti mondiali in questo campo.

Grazie a lui disponiamo di opere davvero interessanti che sostengono l’idea di ripensare i parti per renderli più sensibili, più affettuosi. Il dottor Odent sostiene che il parto è un atto d’amore totale tra due esseri, e non deve essere violato. 

Secondo lui è da tempo che abbiamo oltrepassato i confini di ciò che è permesso. Al giorno d’oggi abbiamo accesso a un parto “umanizzato” in cui però l’aspetto umano viene accantonato. E il parto diventa strumentalizzato. Si fa uso dell’ossitocina sintetica, di lettini e soprattutto abuso di cesarei.

Lo scopo di tutto questo è anzitutto garantire la sicurezza della madre e del bambino. È una cosa positiva, non c’è dubbio. Tuttavia è ad altro che ci opponiamo: che le donne partoriscano sotto stress, in preda alla paura, in maniera scomoda. Dal canto suo, il bambino non ama di certo tutte quelle mani che lo maneggiano, che lo rivoltano, che lo lavano, ignaro di dove sia sua madre.

 

Il parto è un atto d'amore. Neonato con la mamma.

Durante il parto dobbiamo applicare il modello della protezione

Il dottor Odent con i suoi 87 anni di età continua a sostenere la necessità di mettere in pratica il “paradigma della protezione”. Esso si basa sui seguenti punti:

  • Bisogna pensare al benessere fisico ed emotivo della madre e del neonato.
  • La madre deve sentirsi protetta, rispettata e comoda. Ciò vuol dire che è suo diritto scegliere come partorire. Il lettino non è sempre l’opzione preferita dalle donne. Molte si sentono più sicure a partorire in piedi.
  • La depilazione, l’induzione del parto con ossitocina o il ricorso all’epidurale sono opzioni che la donna deve poter scegliere dopo essersi consultata con il suo medico.
  • Il bambino non deve essere lavato subito. In realtà, la sostanza bianca che lo ricopre è una sorta di pellicola naturale che protegge l’epidermide. Non gli succede niente se non viene rimossa subito, nei primi istanti di contatto “pelle a pelle” con la madre.
  • Il cordone ombelicale deve essere tagliato quando smette di pulsare. Fino a quel momento, infatti, offre al piccolo un vaccino contro malattie come il tetano neonatale, secondo Michel Odent.
  • Il dottor Odent è anche autore della prima opera scritta sulla necessità di iniziare l’allattamento materno nell’ora successiva al parto.

La comunicazione con la madre durante il parto

Questo dato è curioso. Nel modello sostenuto dal dottor Odent si parla della necessità di non urlare alla madre, di non ripeterle frasi come “spingi” a volte alta, né di rivolgersi a lei in modo insistente.

Durante il parto, la neocorteccia della donna  (il nostro cervello razionale) rallenta la sua attività per concentrarsi sull’area istintiva e puramente emotiva. In questo senso, gli ordini verbali e persino le parole provenienti dall’ambiente circostante non fanno altro che innalzare i livelli di stress. 

È necessario ricordare quanto abbiamo detto all’inizio: il parto è un atto d’amore delicato, e deve svolgersi come tale.

Parenti, non disturbate i neogenitori

Dopo che la madre ha partorito, ha bisogno solo di calma, di silenzio, del suo bambino e del suo partner. Ci sarà tempo per conoscere il nuovo nato. Una vita intera, in effetti. Il parto e le ore successive appartengono solo alla nuova famiglia.

 


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