Le patate sono controindicate durante la gravidanza?
Le patate sono uno degli alimenti controindicati durante gravidanza data la stretta relazione tra il loro consumo e l’insorgenza del diabete nelle donne incinte. Se si consumano questi tuberi in gravidanza, i rischi per le donne di sviluppare il diabete aumentano.
Uno studio recente pubblicato sul British Medical Journal individua una stretta relazione tra il consumo di patate prima della gravidanza e l’aumento del diabete gestazionale durante la gravidanza.
Secondo i risultati di questo studio, le donne che consumano regolarmente patate prima di rimanere incinte hanno un rischio maggiore di sviluppare il diabete durante la gravidanza.
Lo studio è stato condotto analizzando per un decennio la dieta di 21.000 donne incinte. Delle 21.000 donne, 854 hanno sviluppato il diabete a causa del consumo di patate.
Lo studio dei ricercatori dell’Eunice Kennedy Shriver Nacional Institute of Child Health and Human Development sono arrivati alla conclusione che il consumo di patate – sia sotto forma di purea, arrosto, bollite, al forno o fritte – aumenta significativamente le possibilità di sviluppare il diabete prima e durante la gravidanza.
Ridurre la quantità di patate in gravidanza non è sufficiente
Le donne che consumano una patata (bollita o cotta al forno) o 237 millilitri di purè o 113 grammi di patatine fritte alla settimana, hanno il 20% di probabilità in più di sviluppare il diabete. Nel caso di chi consuma più di cinque porzioni a settimana di queste quantità, il rischio aumenta del 50%.
Come potete notare, la quantità e la frequenza di assunzione delle patate non deve necessariamente essere molto elevata per stabilire dei limiti di assunzione. Inoltre, si parla di intervalli settimanali.
Secondo i ricercatori, la ragione per cui le patate possono causare lo sviluppo del diabete nelle donne in gravidanza è dovuta al fatto che questo alimento, che contiene una grande quantità di amido, viene assorbito immediatamente dall’organismo dopo il consumo.
Dopo l’assorbimento delle patate, il corpo rilascia grandi quantità di insulina aumentando così le possibilità di sviluppare il diabete.
Nonostante il fatto che le patate siano ricche di vitamina C, potassio, fibre alimentari e alcuni composti fitochimici, lo studio indica che rispetto ad altri vegetali hanno effetti negativi sul metabolismo del glucosio.
Sostituire le patate con altri alimenti
Lo studio di cui vi abbiamo parlato ha una certa rilevanza perché effettuato su 21.000 donne incinte di cui 854 hanno sviluppato il diabete mellito.
Nel valutare la loro dieta – così come altri fattori di rischio: storia familiare, poca attività fisica, presenza eccessiva di grasso corporeo – si è stabilito che le donne che consumavano più patate (cucinate in qualsiasi modo) aumentavano il rischio di sviluppare il diabete.
Sostituire le patate prima della gravidanza con alimenti come verdure, legumi o cereali integrali può ridurre al minimo il rischio di sviluppare il diabete.
Il Sistema Sanitario Nazionale del Regno Unito (NHS) ha registrato che il 18% delle donne britanniche incinte ha sviluppato il diabete durante la gravidanza. Una condizione che di solito si manifesta dopo 28 settimane di gravidanza e che scompare dopo il parto.
Tuttavia, queste donne hanno un rischio maggiore di sviluppare nuovamente il diabete in futuro.
Chi consumava regolarmente una singola porzione di patate la settimana aveva un rischio del 21% di sviluppare il diabete mellito. Mentre le donne che mangiavano patate due o quattro volte la settimana avevano una probabilità del 34%.
Dal canto loro, le donne che consumavano in una settimana più di cinque pasti accompagnati da patate avevano un rischio del 62% di sviluppare il diabete.
Conclusioni
Secondo questo studio, le donne che sono incinte o che hanno intenzione di esserlo devono ridurre il consumo di patate, specialmente di patate fritte. Se le devono consumare, è preferibile che le mangino arrostite o bollite. Inoltre, ci si è accorti che è meglio consumare patate dolci rispetto ad altri tipi.
Inoltre, sarebbe più opportuno sostituirne il consumo con altre verdure che apportano maggiori benefici alla salute delle mamme e del bambino. Ovviamente, non bisogna eliminarne totalmente il consumo a causa di un singolo studio. Bisogna confrontarlo con altre ricerche e consultarsi sempre con il proprio medico curante.
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