Allattare è anche nutrire l'anima, proteggere il cuore...
Allattare è più che nutrire il proprio bambino, è alimentare il suo cuore, è avvolgere la sua anima, calmare le sue paure, la sua solitudine… È, sopra ogni cosa, instaurare un vincolo che nasce dagli sguardi, dalle emozioni.
Risulta curioso che talvolta azioni basilari ed elementari come dare il seno o il biberon al bambino compiano in realtà molte più funzioni di quelle che ricerchiamo all’inizio. Gli aspetti emotivi che risiedono dietro a questa azione quotidiana, a cui le madri si dedicano in media tra i 6 mesi e i 2 anni di vita dei propri bambini, sono determinanti al fine di instaurare il vincolo che porrà le basi dell’attaccamento madre-figlio.
Forse non sempre ne siamo consapevoli, ma il tempo trascorso a ricevere il latte materno permette al bambino di maturare in termini di attenzione e percezione, ma coinvolge anche la vista e il processo comunicativo. Perché mentre danno il seno, tutte le mamme fanno la stessa cosa: parlano con il loro bambino, gli sussurrano, cantano, gli dicono quanto lo amano.
Non possiamo tuttavia tralasciare il ruolo dei papà, perché anche loro danno il biberon, anche loro instaurano una connessione emotiva con i loro bambini, li cullano, li accarezzano e parlano con loro. Anche loro nutrono il cuore del neonato e proteggono la sua anima.
Allattare, una scelta personale, un modo per nutrire la vita
Dare il seno, dunque allattare, è una scelta personale di ogni mamma. Solo lei può decidere di farlo e solo lei può decidere fino a che momento e, di conseguenza, quando dare inizio allo svezzamento.
Sappiamo che enti come la OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) consigliano di far durare l’allattamento materno almeno per i primi sei mesi di vita del bambino, potendo estendere tale pratica fino ai due anni. In questo modo, si rafforza il sistema immunitario del bambino e gli si offrono anche alcune barriere difensive contro catarro, meningite, otite, bronchiolite, polmonite, etc.
Si sa anche che l’allattamento offre numerosi benefici alle mamme, come un rischio minore di sviluppare forme tumorali tipicamente femminili (tra l’11% e il 20%) o persino di soffrire di osteoporosi in età precoce.
I benefici sono molti a un costo davvero basso. È una fase, questo sì, che richiede tempo e dedizione e che stanca molto la madre che deve conciliare le responsabilità lavorative con quelle familiari, non ci sono dubbi. Tuttavia, chi ce l’ha fatta, chi ha potuto allattare i propri figli per il tutto il tempo considerato necessario conserva un fantastico ricordo. Un regalo colmo di emozioni che dura per sempre nella propria memoria.
Anche io che do il biberon sono in sintonia con il mio bambino, gli accarezzo il cuore
No, la mamma che ha preferito il biberon al seno non è una cattiva madre. Allo stesso modo, non deve sentirsi in colpa nemmeno la mamma che è stata costretta a ricorrere al latte di formula perché non le è stato possibile allattare il suo bambino come avrebbe desiderato. Perché i suoi figli si sentiranno ugualmente amati, sicuri, soddisfatti e felici.
Sappiamo che la società ci rinfaccia molte volte cosa dobbiamo fare e cosa non dobbiamo fare in ogni momento. È per questo motivo che molte madri si sentono criticate quando scelgono di alimentare i loro bambini con il latte di formula; e spesso si sentiranno dire che “se lo avessi allattato, avreste instaurato un vincolo più profondo”.
Allattare è magico, non ci sono dubbi, ma le basi del vero attaccamento si gettano stando vicino al proprio bambino, offrendo il calore quotidiano, quella voce delicata che conforta e che stimola, che spegne le paure, che canta, che fa ridere e che sussurra dolci parole.
Questo contatto tra madre e figlio si costruisce anche se si dà da mangiare al piccolo con il biberon, lì dove gli sguardi si incontrano, le mani si accarezzano, dove ci sono sorrisi e un amore sincero che crea un’atmosfera di pace ed equilibrio.
Ti allatterò finché vorrò, finché me lo dirai…
“Lo stai viziando”, “È attaccato alla tua gonnella”, “Non lo stai educando a dovere”, “Non mangerà tutto”, “Ti toglierà le forze”, “Sarà un bambino dispotico e capriccioso”…
Queste sono le frasi più comuni che molte madri si sentono dire quando dicono “no” allo svezzamento sebbene l’amica, la madre o la vicina consigli di farlo perché in questo modo sta educando male il bambino. Molte di queste persone non sanno che a volte quello che loro chiamano “educare male” è “educare bene”.
Desiderare di estendere l’allattamento oltre il primo anno di vita è una scelta personale. Se una donna desidera allattare due bambini alla volta, avrà riflettuto sulla sua decisione ed è lei che deve portare a termine il compito. Se il bambino cammina e corre, ma chiede ancora il seno, spetta alla madre e a suo figlio scegliere se mantenere questa pratica, questa unione fisiologica che prima o poi si concluderà da sola, in modo naturale.
Per concludere, dare il seno è un’esperienza meravigliosa che permette di affinare il magico vincolo con i propri figli. È una scelta personale, come lo è anche decidere quando interromperla. Lasciamo che ogni madre sia libera di scegliere come crescere il proprio bambino.
Immagini per gentile concessione di app tree of life
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