Difficoltà dell'allattamento al seno e come superarle

Durante l'allattamento al seno possono verificarsi diverse situazioni che potrebbero essere di ostacolo al completamento della suddetta attività. Non è tutto rosa e fiori in questa tappa.
Difficoltà dell'allattamento al seno e come superarle

Ultimo aggiornamento: 28 ottobre, 2019

Durante l’allattamento al seno possono verificarsi diverse situazioni che potrebbero essere di ostacolo al completamento della suddetta attività. Non è tutto rosa e fiori in questa tappa, anche se siamo tutti d’accordo sul fatto che sia meravigliosa. Il corpo della donna è preparato ad affrontare la maggior parte delle difficoltà dell’allattamento e della maternità in generale, ma a volte superiamo i nostri limiti.

L’allattamento è il modo naturale ed esclusivo per alimentare il neonato, pertanto non lo si può evitare così facilmente. Tuttavia, talvolta alcune difficoltà che si presentano portano la madre ad abbandonarlo prima del tempo. Non si tratta solo di una abilità innata né di una che si impara solo con la pratica. In realtà, non sappiamo come reagirà il nostro corpo e quali problemi possono presentarsi.

Si sa, però, che la donna può imbattersi in alcuni contrattempi durante l’allattamento. Tutti questi ostacoli, tuttavia, possono essere superati per poter continuare a nutrire il piccolo. Vediamo a seguire le principali difficoltà dell’allattamento al seno.

3 difficoltà dell’allattamento al seno da superare

Scarsa produzione di latte

Sacche di latte materno

Si tratta di un problema piuttosto comune. Sebbene l’organismo si prepari per diversi mesi per questo lavoro, è possibile che a un certo punto la donna non riesca a produrre la quantità di latte desiderata. È importante aggirare questo ostacolo per tempo, in quanto il bambino potrebbe soffrire di carenze nutrizionali.

Per aumentare la quantità di latte prodotta, bisogna andare incontro alle richieste del neonato. Forse non stiamo dando da mangiare al bambino con la frequenza sufficiente. Il corpo, infatti, interpreta i seni vuoti come segnale per produrre nuovo latte.

Quando si usa il tiralatte, poi, il seno non rimane del tutto vuoto. Per questo motivo, il modo migliore per riattivare la produzione di latte è allattare di più il neonato. Talvolta bisogna stimolare molto di più la suddetta produzione. In tal caso, il medico potrebbe consigliare il consumo di integratori nutrizionali.

Tra la terza e la sesta settimana, il corpo si adatta ai bisogni del neonato, motivo per cui è comune notare il seno più mollo e meno pieno. Questa situazione potrebbe preoccupare la madre, tuttavia è un naturale processo di adattamento.

Questa situazione può presentarsi anche in seguito all’uso di determinati metodi contraccettivi che possono ridurre la produzione di latte. In questo caso, si consiglia di cambiare metodo contraccettivo con uno non ormonale, come il preservativo o il diaframma.

Ingorgo mammario

Dolore al seno

L’ingorgo mammario si produce quando le mammelle sono molto piene di latte. In genere, questo fenomeno avviene durante la prima settimana di allattamento. La causa dell’ingorgo è la mancanza di adattamento di somministrazione, da regolare a seconda dei bisogni del neonato.

Tuttavia, tra le difficoltà dell’allattamento al seno questa può presentarsi in qualsiasi fase. Affinché si manifesti, è sufficiente smettere di dare il seno al piccolo per diverso tempo. Interrompere l’allattamento in maniera prolungata fa sì che le mammelle si riempiano di latte, causando molto dolore e indurimento del seno.

Per ridurre questo fenomeno, l’ideale è svuotare le mammelle il prima possibile, con un tiralatte o allattando il piccolo. Questa condizione non solo è dolorosa, può anche causare diverse complicazioni. Per esempio, con il tempo può provocare una minore produzione di latte oppure l’ostruzione dei dotti mammari.

Prevenire l’ingorgo mammario è semplice: basta allattare con frequenza. A tale scopo, è utile programmare questo compito con anticipo. Nel caso in cui madre e figlio siano costretti a stare lontani per molto tempo, la donna deve munirsi di un tiralatte. Si consiglia di usare questo strumento nel momento in cui si ha l’abitudine di allattare, senza aspettare che le mammelle si riempiano.

Allo stesso modo, è bene evitare di allattare quando i seni sono eccessivamente ingorgati. Se le mammelle sono rotonde e dure, il piccolo potrebbe avere difficoltà a prendere il seno. Quando succede ciò, bisogna provare a far uscire un po’ di latte prima di iniziare a dare da mangiare al bambino.

Dolore ai capezzoli tra le difficoltà dell’allattamento al seno

Il dolore ai capezzoli si presenta in genere durante la prima settimana di allattamento. Nella maggior parte dei casi, il capezzolo fa male a causa di un problema nella meccanica di suzione. Per esempio, la donna avverte più dolore se il bambino non mette in bocca gran parte dell’areola.

Dolore ai capezzoli tra le difficoltà dello allattamento

Se il piccolo succhia solo l’estremità più acuta, le lesioni o le ferite ai capezzoli sono piuttosto frequenti. Una corretta posizione evita i principali danni e dolori. Per verificare che il piccolo apra a sufficienza la bocca, bisogna introdurre un dito pulito e metterlo nella posizione corretta.

Se appaiono ragadi o vi è sanguinamento, conviene usare cuscinetti in gel per evitare che il reggiseno si attacchi ai capezzoli. Lo stesso latte materno contiene sostanze che favoriscono la guarigione del capezzolo. Tuttavia, è possibile usare appositi prodotti destinati a questo scopo.

Le principali difficoltà dell’allattamento materno si verificano durante le prime settimane. Con i giorni, diventa tutto più facile. In caso di dubbi, non esitate a rivolgervi allo specialista.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.