Disforia di genere nell'infanzia: come agire
Negli ultimi tempi, le consultazioni per possibili casi di disforia di genere infantile sono aumentate fino a quasi quadruplicare. Si tratta di una realtà complessa, poco compresa e capace di generare disagio nei minori e nelle loro famiglie.
Nonostante la confusione e l’incertezza che genera, sensibilità, prudenza e valutazione individualizzata sono gli elementi fondamentali per evitare di recare ulteriori danni a questi bambini.
Fortunatamente, la società diventa ogni giorno più consapevole della diversità delle identità e degli orientamenti sessuali. Quando si parla di un tema così cruciale come la costruzione della propria identità, non possiamo dare per scontata una singola evoluzione e dobbiamo seguire il progresso del bambino con rispetto ed empatia.
Cos’è la disforia di genere nell’infanzia?
La disforia di genere è caratterizzata da una sensazione di disagio o insoddisfazione per il proprio sesso.
Le persone che lo presentano si identificano con il genere opposto a quello determinato dal loro sesso biologico. Cioè, sono convinte che la loro identità sessuale non corrisponda al loro sesso anatomico.
È importante capire che si tratta di una questione di identità e non di orientamento sessuale. In altre parole, il fatto che un bambino (o un adulto) si identifichi con il genere opposto non determina le loro preferenze sessuali e romantiche. Indica solo come la persona si sente con se stessa.
Sebbene non accada in tutti i casi, gran parte di loro inizia a mostrare sintomi di disforia di genere già nell’infanzia o nell’adolescenza.
Queste manifestazioni causano preoccupazione nei genitori e generalmente portano alla ricerca di una consulenza professionale. Tuttavia, è necessario ricordare che non tutti i segni sono presenti in tutti i casi e che non indicano necessariamente disforia di genere.
Principali manifestazioni della disforia di genere
La valutazione individuale è essenziale per definire il disaccordo rispetto al sesso, anche quando sono presenti segni caratteristici. Tra questi, spiccano i seguenti:
- Manifestazioni verbali ricorrenti (o desideri costanti) di appartenere al genere opposto.
- Preferenza per giocattoli, giochi e attività dell’altro genere. Ad esempio, le bambine scelgono sport e giochi violenti e i ragazzi mostrano interesse per le bambole e i giochi domestici.
- Adozione di atteggiamenti, modi e forme di espressione tipici dell’altro genere. Ad esempio, la scelta dei vestiti, dell’acconciatura e dell’immagine fisica.
- Nella scelta dei costumi o nell’interpretazione dei giochi di ruolo, la scelta dei personaggi appartenenti al genere con cui il minore si identifica.
- Preferenze a relazionarsi con coetanei di sesso opposto.
- Rifiuto dei propri genitali, desiderio di cambiarli o farli scomparire.
- Intensa paura dell’adolescenza, poiché è il momento in cui i caratteri sessuali secondari generano una tipica immagine fisica del sesso che viene rifiutata.
Diagnosi precoce
La diagnosi precoce è essenziale per evitare una significativa sofferenza emotiva nel minore. Ricevere consigli e supporto familiari e professionali vi aiuterà a navigare nella confusione e nell’incertezza nel miglior modo possibile.
Allo stesso modo, vi consentirà di acquisire gli strumenti necessari per affrontare le possibili molestie o il rifiuto che potrebbe percepire. Per questo è importante non sottovalutare le manifestazioni infantili di disaccordo o prenderle come semplici richiami di attenzione.
È necessario chiarire che molte volte certi comportamenti “atipici” sono attesi in alcune età, senza implicare disforia di genere. Ad esempio, che un bambino si diverta a truccarsi o a tingersi le unghie o che una bambina scelga di giocare a calcio non implica necessariamente un problema di identità.
A volte gli stereotipi e i ruoli di genere perpetuati dalla società non incoraggiano i minori a giocare, esplorare ed esprimersi liberamente. Ma questa diagnosi non avviene se queste manifestazioni non generano sofferenza nel minore.
Osservare l’evoluzione e accompagnarla con rispetto
Secondo le evidenze, solo una parte dei bambini che mostrano disaccordo con il proprio genere mantiene questa disforia in età adulta e opta per un cambio di sesso.
Alcuni studi mostrano che molti di questi piccoli evolvono verso l’omosessualità, senza concomitante disforia di genere. Altri, invece, manifestano un orientamento eterosessuale senza presentare nemmeno questa disforia.
Per tutto quanto sopra, è fondamentale agire con cautela, effettuare una valutazione individualizzata e osservare l’evoluzione di ogni bambino.
Nel caso in cui la diagnosi sia confermata, il trattamento appropriato aiuta il minore a ridurre il proprio disagio emotivo. Inoltre, per passare attraverso i cambiamenti ormonali dell’adolescenza poiché si può evitare lo sviluppo di alcuni caratteri sessuali secondari tipici del genere.
Se pensate che vostro figlio stia vivendo questa esperienza, cercate una guida professionale il prima possibile. Questo è il modo migliore per accompagnarlo con rispetto e amore.
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