Movimento e sensi si sviluppano al terzo mese di vita
Alla fine del primo trimestre continua il processo di crescita. Nel corso del terzo mese di vita del neonato, la vista e l’udito si acuiscono e i suoi movimenti iniziano ad essere più intenzionali, benché ancora non siano molto coordinati.
Per quanto riguarda l’aspetto fisico, si formano delle pieghette su braccia e gambe e cominciano a definirsi chiaramente i tratti del viso. Di sicuro, a questo punto vi sarete già innamorati del suo sorriso che si mostra ogni volta che si presenta l’occasione.
In questa fase, che i genitori vivono con molto entusiasmo, la crescita del bambino è molto rapida. Il peso medio si aggira attorno ai 6,2 chili e l’altezza si avvicina ai 60 centimetri.
Il piccolo presta molta attenzione a ciò che accade attorno a lui, soprattutto ai suoni e alla musica. Questo è un ottimo momento per iniziare gli esercizi di stimolaizone. Potete dargli dei giocattoli che suonano o si illuminano (purché non siano pericolosi), così che possa manipolarli. Potete fargli ascoltare un po’ di musica tranquilla, oppure lasciarlo sguazzare e giocare mentre gli fate il bagnetto.
Caratteristiche del neonato
Come dicevamo prima, nel terzo mese di vita del neonato si sviluppano pienamente alcuni dei suoi sensi, come la vista (che raggiungerà l’apice al sesto mese) e l’udito. A differenza del primo mese e del secondo, è già in grado di indicare, toccare e prendere gli oggetti che gli interessano.
Altri cambiamenti tipici di questa fase sono:
- Il neonato può tirare su la testa quando è steso a pancia in giù. Il tempo in cui riesce a mantenere su la testa andrà aumentando.
- Il sonno è più prolungato. Durante la notte, è in grado di dormire di più senza sentire il bisogno di mangiare. Se fatica ad addormentarsi, potreste aiutarlo stabilendo delle abitudini che lo inducano a dormire di notte. Fare un bagnetto caldo, abbassare le luci, leggere un racconto o parlare sono attività che possono darvi una mano.
- Il neonato emette più suoni rispetto a prima. Per il momento sono soltanto dei vocalizzi.
- Riconosce persone e oggetti.
- Si muove molto. Quando è disteso, scalcia molto ed è piuttosto irrequieto. Se lo sostenete, cerca di mettersi in piedi (anche se ancora non vi riesce).
Ricordate: questi sono parametri orientativi che possono variare da neonato a neonato.
“Nel terzo mese di vita del neonato si sviluppano pienamente l’udito e la vista”
L’alimentazione nel terzo mese di vita del neonato
Molte madri notano che, nel corso del terzo mese di vita, i neonati prendono meno latte rispetto a prima, si distraggono durante l’allattamento o addirittura piangono. Questo, sommato a un rallentamento nell’aumento di peso, le porta a pensare che non mangino abbastanza.
Malgrado ciò, è perfettamente normale. In primo luogo, il bambino è diventato più efficiente al momento di prendere il latte. Ne ingerisce la stessa quantità di prima, ma in un tempo più breve.
Inoltre, le distrazioni sono comprensibili. Il cervello del neonato e i suoi sensi si sviluppano velocemente. Per questa ragione, immagini o suoni possono distrarlo.
Infine, se alla madre sembra di produrre meno latte, potrebbe essere dovuto al fatto che le ghiandole mammarie lo producono ormai solo quando necessario. Anche per questo, il seno non utilizzato durante la poppata non gocciola più.
Tuttavia, questo non deve essere interpretato come un disinteresse verso il cibo da parte del neonato. Il piccolo mangia per necessità, non per dovere. Quando ha fame, mangia.
Tornare al lavoro
In molti paesi, il congedo per maternità finisce dopo 60 giorni che corrispondono alle 8 settimane di vita del bambino. Questo è un momento in cui le madri provano sentimenti contrastanti.
Da un lato, c’è la soddisfazione di riprendere le attività abituali e tornare a inserirsi nel mondo del lavoro e nella vita sociale. Dopo i mesi passati ad accudire il neonato, tornare alla routine lavorativa (della quale ci si lamenta sempre) sembra quasi una vacanza per alcune.
Ovviamente, può accadere anche il contrario. Allontanarsi per un po’ e analizzare le cose in prospettiva può aiutare a rivedere l’attuale stile di vita e a compiere la scelta migliore per il futuro.
Le mamme possono anche provare angoscia nel dover lasciare a casa il piccolo. Si sono abituate alla sua presenza e si domandano se noterà la loro assenza e, soprattutto, se la può sopportare.
Cosa si può fare? Bisogna cercare una baby sitter? Si può lasciare ai nonni? La verità è che non esiste una formula magica per rispondere a queste domande. L’ideale è pensarci bene, parlare con i propri cari e fare delle prove per capire quali sentimenti affiorano. L’aiuto di un professionista, in questi casi, può fare comodo. Uno piscoterapeuta o uno specialista dell’allattamento possono darvi consigli preziosi.
L’importante è guardarsi intorno mentre si percorre la strada e saper interpretare i vostri sentimenti e quelli del neonato. Una volta che si riesce a fare questo, bisogna decidere qual è il modo migliore per vivere questa fase con gioia e felicità.
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