Cattive influenze: è possibile controllarle?
Le cattive influenze nella vita dei figli rappresentano da sempre una preoccupazione per i genitori, soprattutto quando i figli raggiungono l’adolescenza.
Si tratta infatti di un’età, come chiarisce la parola stessa (che deriva dal verbo latino adolescere: crescere, svilupparsi), in cui il bambino affronta molti cambiamenti e si interroga su diversi aspetti della vita e, quindi, è più suscettibile agli altri influenze diverse dai genitori.
La prima cosa che, da genitori, potete chiederci è: perché le consideriamo cattive influenze? A volte può trattarsi di un semplice pregiudizio. Comunemente guidati da stereotipi, tendiamo, ad esempio, a generalizzare e inquadrare una persona in base al suo aspetto, senza nemmeno aver avuto con questa una conversazione precedente.
Non dovremmo fidarci dei nostri figli?
Qui le ragioni di solito derivano da due situazioni. Da un lato, c’è l’adolescenza (le cattive compagnie cominciano a preoccuparci da questa età, poiché è in questo momento che i nostri figli acquisiscono l’indipendenza, escono da soli e scelgono chi e quali luoghi frequentare).
L’adolescenza è un’età caratterizzata da profondi cambiamenti. È quando i nostri figli acquisiscono più autonomia, cosa che li riempie della sensazione di essere già cresciuti e diventati capaci di prendere decisioni.
L’infanzia ci è sempre stata dipinta come l’età della purezza e della gioia, ma sappiamo che non è così. Questo momento nella nostra vita può avere un lato molto duro: potremmo non sentirci mai più così.
Inoltre, nell’era delle “vite chiuse in appartamenti”, il bambino vive da solo: non scherza, non gioca con l’acqua, non corre, non fa rumore perché potrebbe disturbare i vicini. E’ difficile per un bambino.
Pertanto, l’adolescenza può essere vissuta come il primo senso di liberazione di un ragazzo: può uscire da solo, i genitori non controllano le sue amicizie, il suo corpo attraversa cambiamenti molto importanti ed emerge la sessualità.
Sperimentano una sorta di antipasto della vita adulta. Antipasto perché tutto ciò accade mentre vivono ancora insieme ai genitori, e quindi devono ancora seguire la loro guida sulla vita. Ecco perché questo è anche il momento in cui hanno inizio i conflitti.
D’altra parte, c’è una mancanza di fiducia nei bambini. Perché la sperimentiamo? Certo, è qualcosa di molto personale, quindi ognuno di noi dovrà domandarsi del perché, in cuor suo.
È vero che i bambini ci riservano sempre delle sorprese. Non abbiamo modo di controllare tutto ciò che gli accade e, ovviamente, non ne abbiamo neanche l’intenzione.
Eppure c’è chi ci prova, e sappiamo già che, oltre ad essere un fallimento, quello che ottengono è soltanto l’allontanare ulteriormente i figli dalla vita familiare.
La misura tra controllare e dare la libertà è qualcosa che ognuno di noi dovrà trovare, e che possiamo imparare solo man mano che viviamo la nostra condizione di genitore.
Per quanto riguarda il sentimento di sfiducia, possiamo pensare che i nostri figli ci inganneranno o non sapranno difendersi di fronte a una situazione che li mette a rischio, semplicemente perché gli dedichiamo poco tempo, perché con loro abbiamo poche conversazioni o perché ne sappiamo poco.
Se è così, è chiaro che avremo paura delle cattive influenze. Questa paura può derivare proprio dal fatto che li stiamo influenzando molto poco.
Come controllare le cattive influenze
Dovete dedicare ore intere ai vostri figli. Il problema sta proprio nel fatto che sempre più la struttura sociale si configura in modo da separarci da loro, e il prima possibile.
La conversazione familiare è qualcosa che va coltivato. Gustare un pasto, commentare le cose insieme, interpretare il mondo, dare loro punti di riferimento da cui partire, dare giudizi e, infine, creare versioni di vita.
Ovviamente, per fare in modo che i nostri figli ci ascoltino, dobbiamo dimostrare di essere un esempio per loro, apparire come persone interessanti.
Una cosa molto comune è che nel corso dell’adolescenza i figli nutrano nei nostri confronti dei sentimenti negativi, proprio perché ci vedono come figure genitoriali. Per questo motivo, abbiamo bisogno di offrirgli qualcosa di diverso.
Un esempio è la provocazione, che funziona molto più della pedagogia. Potremmo portare a casa un nuovo libro e lasciarlo un po’ fuori posto, guardare un film senza invitarli. Tutto ciò può indurli a venire da noi e ad interessarsi maggiormente ai genitori o all’attività che si sta proponendo in maniera indiretta, senza lasciarsi trascinare da cattive influenze.
Una cosa è certa, i nostri figli sono estremamente curiosi e questo ci dà molte possibilità di azione.
Quindi, quando diffidiamo dei loro amici, o pensiamo che i nostri figli siano accompagnati da cattive influenze, cerchiamo di offrire loro delle alternative più interessanti, rendendo ai loro occhi interessante anche la nostra vita, in modo che non vadano a cercare certe “emozioni” altrove.
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- Greenwood, R. (2011). Suelta a Nuestros Hijos: Pasos para liberar a sus hijos de las malas influencias y el acoso demoniaco. Charisma Media.
- Castro, M. T. G. (1988). El niño en edad escolar y las malas influencias (Doctoral dissertation, 211).