L'importanza delle buone abitudini per i bambini
Le abitudini sono azioni ripetute in modo costante nel tempo. Una persona, a poco a poco, senza accorgersene, ripete alcune attività frequentemente e da lì si forma l’abitudine. Pensate che è possibile correre senza pensare, dal momento che è un’azione registrata dal cervello. Le abitudini, buone o cattive che siano, possono essere associate sia all’istinto che all’eredità. Vediamo insieme l’importanza delle buone abitudini per i bambini.
Buone e cattive abitudini
Definire un’abitudine buona o cattiva può variare a seconda del contesto. Ciò che per alcune culture è solo un’abitudine, per altre può risultare cattivo o spiacevole. Allo stesso modo, le buone abitudini non devono necessariamente essere tali in tutte le società.
Alcune abitudini sono più difficili da gestire o accettare: tutte le persone hanno determinate abitudini, ma non per questo bisogna giudicarle. Di solito le abitudini sono legate all’igiene, al cibo o alla routine quotidiana. Talvolta le persone hanno anche abitudini non sane, come ad esempio il fumo.
Secondo l’opinione generale, le buone abitudini sono quelle che portano la persona a provare soddisfazione. Allo stesso modo, questa soddisfazione viene diffusa anche alle persone che ci circondano, migliorando così la qualità della vita.
Sono definite buone anche perché migliorano il rapporto tra le persone. Ad esempio, fra le buone abitudini più comuni ci sono: fare esercizio fisico, essere istruiti, mantenere l’igiene, mangiare sano, tra le altre cose.
Al contrario, le cattive abitudini portano a conseguenze negative per la vita della persona che le pratica. Alcune sono molto difficili da eliminare se non si agisce in tempo. Per questo motivo, di solito questi tipi di abitudini vengono chiamati vizi.
L’importanza delle buone abitudini per i bambini è fondamentale. Se il bambino assume delle cattive abitudini sarà necessario trattarle in tempo, altrimenti sarà difficile eliminarle in seguito.
I genitori dovrebbero osservare attentamente il comportamento dei propri figli in modo da poter distinguere le buone dalle cattive abitudini. In caso di cattive abitudini, è necessario pensare a un piano d’azione per risolvere questo comportamento.
L’importanza delle buone abitudini per i bambini
Fin dai primi mesi di vita, il bambino inizia a forgiare le proprie abitudini. Queste si sviluppano per tutta la vita e molte rimangono per sempre. Alcune abitudini infantili sono comuni, cioè vengono ripetute dalla maggior parte dei bambini. Questo accade perché non distinguono ancora il bene dal male.
Nella maggior parte dei casi, le abitudini dei bambini non sono affatto riprovevoli. Tuttavia, talvolta è necessario intervenire in modo che non rimangano radicate. Ecco alcune delle abitudini infantili più comuni:
Succhiarsi il dito
Che sia delle mani o dei piedi, succhiarsi il dito è un riflesso primario che si osserva fin dall’utero. Questa abitudine viene mantenuta per due motivi:
- La connessione che si crea tra abitudine e piacere
- Questa azione viene eseguita per rilassarsi
Durante i primi mesi di vita, i bambini spesso vengono visti succhiarsi le dita, in particolare il pollice. Lo fanno quando sono stanchi, quando hanno fame o per calmarsi mentre si addormentano. Sebbene nella maggior parte dei casi questa abitudine scompare col passare del tempo, in alcuni bambini diventa un comportamento frequente che dura fino all’età adulta.
Succhiarsi le dita può causare danni fisici come una cattiva formazione della dentatura o della mascella. I genitori dovrebbero controllare e fare uno sforzo per rimuovere questa abitudine in modo che non abbia delle conseguenze in seguito. Vi consigliamo di distrarlo con un giocattolo o una bambola, ma soprattutto di individuare il momento in cui si porta le dita alla bocca e perché.
Mangiarsi le unghie
Questa cattiva abitudine si chiama onicofagia e dovrebbe essere trattata come quella precedente. Questa mania esprime spesso uno stato di nervosismo o ansia. È meglio distrarre il bambino piuttosto che rimproverarlo. Se si mangia le unghie perché prova ansia o paura, rimproverarlo o mostrare rabbia peggiorerà tutto. Cioè, lo spingerà a farlo più frequentemente e rafforzerà questa abitudine.
Per controllare il problema, è essenziale scoprire cosa provoca ansia o nervosismo. In alcuni casi, i bambini possono mangiarsi le unghie fino a sanguinare. Bagnare le dita in una sostanza amara o sgradevole per loro può servire a spingerli a rinunciare a questa abitudine. Sarà molto difficile ma non impossibile: purtroppo è un’abitudine ricorrente persino negli adulti.
Mettersi le dita nel naso
Questa abitudine può essere osservata sia nei bambini che negli adulti; la differenza è che i bambini lo fanno in pubblico. Oltre a non essere igienico, può causare la fuoriuscita di sangue dal naso. Alcuni ricercatori affermano che questa abitudine emerge nei momenti di noia o quando il bambino è ansioso.
Una delle cause principali per cui i bambini si mettono le dita nel naso è perché non sono capaci di soffiarsi il naso. Si raccomanda di fornire un fazzoletto al bambino e di aiutarlo a superare questa cattiva abitudine. È importante anche insegnargli a farlo in privato.
Ad ogni modo, non c’è nulla di cui preoccuparsi: di solito le cattive abitudini infantili scompaiono nel tempo se si seguono questi suggerimenti.
Tutte le fonti citate sono state esaminate a fondo dal nostro team per garantirne la qualità, l'affidabilità, l'attualità e la validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.
- Bowlby, J. (1986). Vínculos afectivos: formación, desarrollo y pérdida. Madrid: Morata.
- Bowlby, J. (1995). Teoría del apego. Lebovici, Weil-HalpernF.
- Garrido-Rojas, L. (2006). Apego, emoción y regulación emocional. Implicaciones para la salud. Revista latinoamericana de psicología, 38(3), 493-507. https://www.redalyc.org/pdf/805/80538304.pdf
- Marrone, M., Diamond, N., Juri, L., & Bleichmar, H. (2001). La teoría del apego: un enfoque actual. Madrid: Psimática.
- Moneta, M. (2003). El Apego. Aspectos clínicos y psicobiológicos de la díada madre-hijo. Santiago: Cuatro Vientos.