Mentalizzazione: cosa è e come svilupparla
Vi siete mai chiesti come gli esseri umani possano “leggere” le menti altrui? Questa capacità è conosciuta con il nome di mentalizzazione. Implica lo sviluppo dell’intelligenza interpersonale e intrapersonale.
Volete sapere quali sono le caratteristiche peculiari della mentalizzazione e a cosa possa servire? In questo articolo risponderemo a questa ed altre domande.
Prima di iniziare, è importante che sappiate che i bambini non nascono con la capacità di mettere in pratica questa abilità mentale. La mentalizzazione si sviluppa gradualmente grazie all’esperienza e alle relazioni che i bambini instaurano con le persone.
Cosa è la mentalizzazione?
La mentalizzazione, conosciuta anche come funzione riflessiva, è una capacità mentale che permette di immaginare e comprendere i propri stati mentali e quelli di altre persone col fine di percepire e interpretare i propri comportamenti, le proprie azioni e quelli degli altri. Consiste nel comprendere determinati pensieri, sentimenti, desideri, convinzioni, bisogni e motivazioni che ci permettono di spiegare i nostri comportamenti e quelli altrui.
Questa complessa abilità cognitiva è essenziale per stabilire relazioni sociali e affettive soddisfacenti basate sull’aiuto reciproco, sulla comunicazione, sull’empatia, sull’assertività e sull’ascolto attivo.
“La capacità di mettersi nei panni dell’altro è una delle funzioni più importanti dell’intelligenza. Mostra il grado di maturità dell’essere umano”.
-Augusto Cury-
A cosa serve questa capacità mentale?
Secondo gli psicologi e gli psicoanalisti Angelina Grael Amat e Gustavo Lanza Castelli, alcune delle funzioni più rilevanti che riguardano la mentalizzazione sono:
- Rende più facile comprendere e prevedere il proprio comportamento e quello degli altri.
- Favorisce l’autocontrollo comportamentale perché ci permette di comprendere l’impatto di determinati comportamenti sugli altri.
- Promuove l’autocontrollo emotivo che ci aiuta ad identificare ed esprimere i nostri desideri, pensieri e sentimenti a seconda delle situazioni.
- Favorisce l’attaccamento sicuro tra figli e genitori.
- Migliora la comunicazione tra le persone perché, per avere una conversazione fluida, è necessario tenere conto dello stato mentale dell’interlocutore.
- Ci permette di comprendere i nostri pensieri come una mera rappresentazione mentale e come qualcosa di diverso o separato dalla realtà.
Lo sviluppo della mentalizzazione nell’infanzia
Secondo lo psicanalista Peter Fonagy, uno dei creatori del termine mentalizzazione, questa capacità cognitiva inizia ad apparire in modo molto primitivo dopo i primi sei mesi di vita e, a poco a poco, si perfeziona e diventa sempre più complessa.
A tre anni, i bambini iniziano a mostrare alcune reazioni empatiche. Durante questa età acquisiscono la capacità di identificare negli altri alcune emozioni di base e di capire che queste sono diverse da quelle che provano loro.
Tuttavia, bisogna aspettare i 4-5 anni affinché i bambini possano comprendere e rappresentare gli stati mentali propri e altrui. In quel momento, i bambini entrano nella fase del pensiero simbolico.
Che ruolo hanno i genitori nello sviluppo di questa capacità?
Va notato che, affinché lo sviluppo della mentalizzazione abbia il suo corso naturale, è necessario che le madri, i padri o le principali figure di riferimento dei bambini potenzino l’intelligenza emotiva dei bambini sin dai primi anni di vita. Come fare? Dal momento della nascita del bambino, devono agire con empatia e mostrargli che sono capaci di comprendere e reagire ai suoi bisogni e ai suoi desideri.
Quando i bambini crescono, bisogna iniziare a parlare dei loro pensieri e sentimenti, dare loro un nome e definire ciascuno di essi. In questa maniera, i bambini imparano a riflettere sui loro sentimenti e successivamente, in modo naturale, acquisiranno la capacità di riconoscere ed interpretare gli stati mentali degli altri.
Pertanto, l’educazione impartita a casa ed il modo di relazionarsi con i bambini sono fondamentali per il corretto sviluppo della mentalizzazione.
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- Fonagy, P. y Allison, E. (2014). Mentalization‐Based Treatment. The Encyclopedia of Clinical Psychology, 1-3. https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1002/9781118625392.wbecp311
- Lanza, G. y Graell, A. (2014). Mentalización, apego y regulación emocional. Revista Desnvolupa, 36, 1-16.