L'acquaticità neonatale: un'esperienza meravigliosa


Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater
L’acquaticità neonatale non ha come unico scopo di insegnare al bambino a nuotare. In realtà la capacità di nuotare si svilupperà e consoliderà più avanti. L’obiettivo principale è favorire una straordinaria stimolazione psicomotoria nel bambino e contemporaneamente rafforzare il legame che lo unisce alla mamma o al papà.
Facciamo prima chiarezza sui termini. Molti pensano che questo tipo di esercizi siano finalizzati a insegnare al bambino a nuotare quanto prima, per evitare un possibile annegamento, pericolo molto comune per i bambini di età inferiore ai 3 anni.
Secondo gli esperti, il corpo dei bambini è perfettamente sviluppato per affrontare il nuoto solo a partire dall’età di 4 anni. Tuttavia, entrare in contatto con l’acqua da piccolissimi è sempre un’ottima scelta. L’acquaticità neonatale offre numerosi benefici: favorisce lo sviluppo psicomotorio, potenzia la sicurezza del bambino e ci permette di trascorrere con lui dei momenti meravigliosi.
L’acquaticità neonatale: 5 aspetti da tenere a mente
Se nella vostra città o nel vostro paese c’è una piscina abilitata a questo tipo di attività, prendete in considerazione l’idea di fare un corso insieme al vostro piccolo. Se vi piace nuotare, se avete voglia di spezzare la routine quotidiana e volete offrire a vostro figlio una favolosa opportunità di apprendimento, non esitate: l’acquaticità neonatale è un’esperienza di cui non vi pentirete.
Ecco 5 elementi da tenere in considerazione per poter decidere.

1. Quali sono i benefici dell’acquaticità?
- Favorisce il rilassamento e la sicurezza del bambino.
- Grazie a semplici esercizi, come imparare a galleggiare, girarsi, muovere le gambe e le braccia per avanzare nell’acqua e sott’acqua, favorisce la coordinazione motoria.
- Accrescerà la sicurezza di vostro figlio e gioverà allo sviluppo delle aree cerebrali collegate all’apparato psicomotorio.
- Potenzia la resistenza cardiorespiratoria del bambino. Un modo straordinario per prevenire, ad esempio, problemi di asma in futuro.
- Se seguita da una normale attività natatoria quando il bambino ha 3-4 anni, l’acquaticità aiuta l’apprendimento di questa disciplina evitando incidenti.
- Se praticheremo l’acquaticità per due anni, i nostri figli cresceranno più attivi, osservatori e creativi…
- Entrare in contatto con altri bambini e con altri adulti lo aiuterà nelle relazioni interpersonali.
2. Quando cominciare il corso di acquaticità con il bambino?
I pediatri raccomandano di aspettare i 4-5 mesi. Prima di quest’età sarebbe meglio evitare, perché il sistema immunitario del bambino non è ancora sufficientemente forte.
Corriamo il rischio che il bambino possa sviluppare infezioni come la fastidiosissima otite. Però, sappiamo anche che ogni bambino è diverso, e mentre alcuni a 3 mesi sono già pronti, altri, per esempio quelli nati prematuri, dovranno aspettare fino ai 6 mesi.
3. Che tipo di piscina scegliere?
C’è un aspetto da tenere presente: non dobbiamo praticare l’acquaticità neonatale da soli, ad esempio presso la piscina comunale o di zona.
- Andate in un centro che organizza corsi di acquaticità. Qui troverete professionisti esperti che vi guideranno passo passo.
- Le piscine devono sempre essere coperte e climatizzate, e la temperatura dell’acqua deve essere sempre superiore a 32 gradi centigradi.

4. Qual è il momento della giornata più adatto per i corsi di acquaticità?
L’orario è un aspetto importante. Queste lezioni non devono alterare la routine dei nostri bambini. Con questo intendiamo non “rompere” l’equilibrio delle ore di sonno e dei pasti.
In genere le lezioni di acquaticità durano una mezz’oretta. Non è molto, ma dobbiamo anche contare gli spostamenti, il tempo che impieghiamo a vestire il bambino, a cambiarlo… Dobbiamo calcolare i tempi con accuratezza.
Ricordate una cosa importante: se il vostro bambino ha problemi a dormire e si sveglia frequentemente, l’acquaticità può essere la soluzione.
5. Di cosa c’è bisogno per le lezioni di acquaticità neonatale?
La cosa migliore è chiedere informazioni direttamente nella piscina che organizza il corso. La domanda più frequente che fanno tutte le madri riguarda il pannolino. Che cosa devono indossare i più piccoli durante queste lezioni?

- Esistono pannolini creati apposta per questo genere di attività in acqua, riutilizzabili e davvero pratici.
- Portate anche un accappatoio a triangolo per il bambino, per evitare che senta troppo l’improvviso sbalzo di temperatura una volta fuori dall’acqua.
- Molti genitori in genere portano i giochini che usano a casa per il bagnetto in modo che i bambini, in un ambiente completamente nuovo, abbiano vicino degli oggetti familiari.
- Se il bambino ha già cominciato lo svezzamento, non dimenticatevi di portare un recipiente con un piccolo spuntino.
L’acquaticità fa venire una gran fame!
L’acquaticità neonatale non ha come unico scopo di insegnare al bambino a nuotare. In realtà la capacità di nuotare si svilupperà e consoliderà più avanti. L’obiettivo principale è favorire una straordinaria stimolazione psicomotoria nel bambino e contemporaneamente rafforzare il legame che lo unisce alla mamma o al papà.
Facciamo prima chiarezza sui termini. Molti pensano che questo tipo di esercizi siano finalizzati a insegnare al bambino a nuotare quanto prima, per evitare un possibile annegamento, pericolo molto comune per i bambini di età inferiore ai 3 anni.
Secondo gli esperti, il corpo dei bambini è perfettamente sviluppato per affrontare il nuoto solo a partire dall’età di 4 anni. Tuttavia, entrare in contatto con l’acqua da piccolissimi è sempre un’ottima scelta. L’acquaticità neonatale offre numerosi benefici: favorisce lo sviluppo psicomotorio, potenzia la sicurezza del bambino e ci permette di trascorrere con lui dei momenti meravigliosi.
L’acquaticità neonatale: 5 aspetti da tenere a mente
Se nella vostra città o nel vostro paese c’è una piscina abilitata a questo tipo di attività, prendete in considerazione l’idea di fare un corso insieme al vostro piccolo. Se vi piace nuotare, se avete voglia di spezzare la routine quotidiana e volete offrire a vostro figlio una favolosa opportunità di apprendimento, non esitate: l’acquaticità neonatale è un’esperienza di cui non vi pentirete.
Ecco 5 elementi da tenere in considerazione per poter decidere.

1. Quali sono i benefici dell’acquaticità?
- Favorisce il rilassamento e la sicurezza del bambino.
- Grazie a semplici esercizi, come imparare a galleggiare, girarsi, muovere le gambe e le braccia per avanzare nell’acqua e sott’acqua, favorisce la coordinazione motoria.
- Accrescerà la sicurezza di vostro figlio e gioverà allo sviluppo delle aree cerebrali collegate all’apparato psicomotorio.
- Potenzia la resistenza cardiorespiratoria del bambino. Un modo straordinario per prevenire, ad esempio, problemi di asma in futuro.
- Se seguita da una normale attività natatoria quando il bambino ha 3-4 anni, l’acquaticità aiuta l’apprendimento di questa disciplina evitando incidenti.
- Se praticheremo l’acquaticità per due anni, i nostri figli cresceranno più attivi, osservatori e creativi…
- Entrare in contatto con altri bambini e con altri adulti lo aiuterà nelle relazioni interpersonali.
2. Quando cominciare il corso di acquaticità con il bambino?
I pediatri raccomandano di aspettare i 4-5 mesi. Prima di quest’età sarebbe meglio evitare, perché il sistema immunitario del bambino non è ancora sufficientemente forte.
Corriamo il rischio che il bambino possa sviluppare infezioni come la fastidiosissima otite. Però, sappiamo anche che ogni bambino è diverso, e mentre alcuni a 3 mesi sono già pronti, altri, per esempio quelli nati prematuri, dovranno aspettare fino ai 6 mesi.
3. Che tipo di piscina scegliere?
C’è un aspetto da tenere presente: non dobbiamo praticare l’acquaticità neonatale da soli, ad esempio presso la piscina comunale o di zona.
- Andate in un centro che organizza corsi di acquaticità. Qui troverete professionisti esperti che vi guideranno passo passo.
- Le piscine devono sempre essere coperte e climatizzate, e la temperatura dell’acqua deve essere sempre superiore a 32 gradi centigradi.

4. Qual è il momento della giornata più adatto per i corsi di acquaticità?
L’orario è un aspetto importante. Queste lezioni non devono alterare la routine dei nostri bambini. Con questo intendiamo non “rompere” l’equilibrio delle ore di sonno e dei pasti.
In genere le lezioni di acquaticità durano una mezz’oretta. Non è molto, ma dobbiamo anche contare gli spostamenti, il tempo che impieghiamo a vestire il bambino, a cambiarlo… Dobbiamo calcolare i tempi con accuratezza.
Ricordate una cosa importante: se il vostro bambino ha problemi a dormire e si sveglia frequentemente, l’acquaticità può essere la soluzione.
5. Di cosa c’è bisogno per le lezioni di acquaticità neonatale?
La cosa migliore è chiedere informazioni direttamente nella piscina che organizza il corso. La domanda più frequente che fanno tutte le madri riguarda il pannolino. Che cosa devono indossare i più piccoli durante queste lezioni?

- Esistono pannolini creati apposta per questo genere di attività in acqua, riutilizzabili e davvero pratici.
- Portate anche un accappatoio a triangolo per il bambino, per evitare che senta troppo l’improvviso sbalzo di temperatura una volta fuori dall’acqua.
- Molti genitori in genere portano i giochini che usano a casa per il bagnetto in modo che i bambini, in un ambiente completamente nuovo, abbiano vicino degli oggetti familiari.
- Se il bambino ha già cominciato lo svezzamento, non dimenticatevi di portare un recipiente con un piccolo spuntino.
L’acquaticità fa venire una gran fame!
Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.






