Mio figlio ancora non parla. Devo preoccuparmi?
È il caso di preoccuparsi quando, arrivato a una certa età, il proprio figlio ancora non parla? È questo il dilemma che assale molti genitori quando il piccolo non pronuncia neanche una parola. A seguire vi illustreremo quali sono alcuni segnali che dovrebbero mettervi in allarme e vi consiglieremo come procedere.
Arriva un momento nella crescita del bambino in cui i genitori valutano lo sviluppo del proprio figlio e sono assaliti dall’ansia. “Mio figlio ancora non parla e ha già compiuto 2 anni. Pronuncia solo poche parole”, è una delle frasi tipiche che denotano la nostra preoccupazione. Che fare in questi casi?
Di certo esiste un’età media in cui un bambino dovrebbe cominciare a pronunciare le prime parole. Tuttavia ogni individuo sviluppa le proprie capacità con i suoi tempi e questo non condiziona in alcun modo la sua crescita.
Fin da neonati, tutti gli esseri umani manifestano delle condizioni che rivelano mano a mano l’ordine perfetto del loro sviluppo naturale. Per esempio, cercare con gli occhi le voci che sentono nell’ambiente circostante, balbettare in maniera spontanea e ridere a crepapelle sono solo alcune delle azioni che riflettono l’assenza di problemi di linguaggio o udito.
Molte volte, il motivo per cui il bambino non emette suoni o non pronuncia le parole correttamente è il modo in cui è stato cresciuto. Si tratta dunque di una questione di pigrizia o di scarsa stimolazione.
Ciononostante, la vocina dentro di voi che vi dice “Mio figlio ancora non parla ” è fonte di grande angoscia. Ai genitori risulta difficile credere che si tratti di pigrizia e, per questo motivo, aspettano molto tempo prima di rivolgersi a uno specialista affinché faccia la giusta diagnosi ai loro figli.
Nel caso in cui i piccoli abbiano compiuto due anni e pronuncino poche parole o addirittura nessuna, allora è il momento di rivolgersi al pediatra. Questi potrà verificare lo sviluppo corretto del linguaggio.
In questo senso è importante fare la diagnosi il prima possibile. Molte volte un ritardo nello sviluppo del linguaggio può essere sintomo di un disturbo più grave.
Allo stesso modo, vale la pena sottolineare che per una stimolazione positiva del linguaggio nei bambini, i genitori devono seguire attivamente il processo in ogni momento. La lettura di fiabe o storie e il fatto di intrattenere con il bambino una conversazione costante durante il giorno per rafforzare la sua capacità comunicativa fin da piccolo, contribuiscono a un miglioramento del linguaggio.
“Nel mondo esiste un linguaggio che tutti capiscono. È il linguaggio dell’entusiasmo, delle cose fatte con amore e con volontà, in cerca di qualcosa che si desidera o nella quale si crede.”
—Paulo Coelho—
Suggerimenti per genitori di bambini con difficoltà di linguaggio
Lungi da noi assumere un atteggiamento passivo! Se nostro figlio non parla, possiamo prendere in mano le redini della situazione e collaborare affinché sviluppi questa capacità.
- I piccoli imparano il linguaggio tramite l’ascolto delle persone che li circondano, soprattutto per imitazione. Voi sarete sempre l’esempio: parlate in modo chiaro e lento.
- Investite del tempo di qualità nella comunicazione con i vostri figli. Fin da quando li allattate, continuate con costanza per tutta la loro crescita, esortandoli a imitare i suoni.
- Non esultate quanto commette degli errori fonologici.
- Giocate. In questo modo potrete insegnare al piccolo i suoni degli animali e la loro provenienza, per esempio.
Segnali per rilevare problemi nello sviluppo del linguaggio
Quando dovete preoccuparvi se vostro figlio ancora non parla? State attenti a questi segnali:
- Quando a 12 mesi non fa gesti, tipo quello di salutare, con le mani.
- Se a 18 mesi non si capiscono bene le parole che pronuncia o non imita i suoni.
- Se a 24 mesi non pronuncia frasi complete o imita solo i suoni.
Cause più comuni del ritardo nel linguaggio
Orali
È probabile che il ritardo del linguaggio sia dovuto a problemi alla bocca, alla lingua o al palato. Per poter scartare questa ipotesi, è necessario far visitare il bambino da uno specialista.
Uditive
Se un bambino ascolta male non sarà in grado di capire il linguaggio dell’ambiente circostante. Per questo motivo, potrebbe commettere errori nell’articolazione delle parole.
Orali – motorie
Quando esistono dei problemi nelle aree del cervello preposte all’articolazione delle parole, in genere fa la sua comparsa la scoordinazione tra lingua, labbra e mandibola.
Quando rivolgersi a uno specialista se mio figlio ancora non parla?
Può darsi che alcuni genitori non ritengano che esista un problema grave quando si pongono la solita domanda: “Perché mio figlio ancora non parla?”. Una volta compreso che è necessario l’aiuto di uno specialista per affrontare il problema, la strada diventerà molto più facile.
Stabilite le cause che provocano il ritardo nel linguaggio, sarà il pediatra a indirizzare il bambino da uno specialista. Un intervento tempestivo del logopedista potrebbe aiutare il piccolo a risolvere il problema positivamente.
La logopedia è la specialità che si occupa della diagnosi, prevenzione e futuri trattamenti relativi alla pronuncia e al linguaggio. Per la precisione, il termine logopedia viene dal greco ed è composto da due parole: logos, che significa ‘parola’, e paideia, che significa ‘educazione’.
In conclusione, il terapeuta lavorerà con il piccolo per migliorare le sue capacità linguistiche. Allo stesso modo, indicherà ai genitori diversi esercizi da eseguire a casa per fare pratica.
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