Il gioco come asse metodologico dell'infanzia

Il gioco è la forma di espressione attraverso la quale i bambini entrano a contatto con l'ambiente circostante ed imparano ogni giorno. Il gioco dovrebbe essere considerato fondamentale per la crescita e lo sviluppo dei bambini, sia in famiglia che nel contesto scolastico.
Il gioco come asse metodologico dell'infanzia
María Matilde

Scritto e verificato l'educatrice María Matilde.

Ultimo aggiornamento: 14 marzo, 2023

Nel contesto educativo il gioco come un asse metodologico dell’infanzia è la base su cui sono organizzate le attività di insegnamento-apprendimento dei bambini. Il gioco incoraggia l’immaginazione e la creatività e consente ai bambini di ottenere un apprendimento significativo senza essere consapevoli del fatto che stanno imparando perché lo fanno giocando.

Tipi di gioco

Esistono molti tipi di giochi, che possono essere classificati, ad esempio, in base allo spazio in cui vengono realizzati. Pertanto, ci sono giochi che possono essere realizzati al chiuso, come giochi simbolici o di ragionamento e di logica, o giochi all’aperto con obiettivi legati maggiormente allo sviluppo fisico e motorio.

Inoltre, i giochi possono essere classificati a seconda che siano liberi e spontanei o diretti. Nel primo caso, i bambini lasciano libera la loro creatività e immaginazione; nel secondo è l’educatore che stabilisce regole specifiche in relazione a come dovrebbe essere fatto, controllando che queste vengano realizzate.

D’altra parte, i giochi possono essere classificati anche in base al numero di partecipanti. Ci sono giochi solitari, come un puzzle, giochi in coppia, come quelli con i palmi delle mani, e molti altri giochi a cui possono partecipare più di due bambini.

I giochi secondo le funzioni che aiutano a sviluppare

La classificazione varia anche in base alle funzioni che vengono esercitate durante il gioco e alle caratteristiche dell’attività che i bambini sviluppano. Questi giochi possono essere:

  • Per esercitare i sensi. Come, ad esempio, identificare dimensioni e materiali o ascoltare suoni di animali o della natura.
  • Per esercitare la capacità motoria. Questi comportano movimenti come saltare, correre, andare su e giù, ecc.
  • Finalizzati alla costruzione e all’assemblaggio. Esercitare azioni come intrappolare, premere, inclinare, avvitare, trattenere, fissare, svuotare, riempire, bilanciare, ecc.
  • Giochi simbolici. Vengono imitate le situazioni e le scene della vita reale, rappresentando ruoli, situazioni e persone.
  • Giochi di tipo verbale. In cui la parola è centrale, come indovinelli, filastrocche, poesie, storie, scioglilingua.
  • Ragionamento logico. Giochi come puzzle, tetris di legno o scacchi per bambini, gettano le basi per lo sviluppo della capacità di calcolo assimilando concetti matematici come seriazione, classificazione e corrispondenza.
  • Giochi per esercitare relazioni spaziali. Sono giochi da svolgere, generalmente, in ampi spazi e prevedono attività che comportano il superamento di ostacoli, uscite, nascondigli, misure e distanze.
  • Per esercitare relazioni temporanee. In questi giochi si impara a differenziare le stagioni, o le parti della giornata in rapporto con le attività svolte. Come, per esempio, la mattina si va a scuola e nel pomeriggio si fa uno spuntino.
Bambini che battono le mani insieme


Principali caratteristiche del gioco come asse metodologico

Come possiamo vedere, ci sono molti giochi. Questi possono essere classificati in base a vari criteri ma, qualunque sia il tipo di gioco, condividono tutti caratteristiche comuni e che ne definiscono la natura. Questi sono:

  • Il gioco è un modo di interagire con l’ambiente e con la realtà.
  • Il suo scopo è intrinseco: non si gioca con nessun altro obiettivo.
  • È spontaneo, volontario e motivante.
  • Durante il gioco vengono sviluppate tutte le capacità fisiche e psichiche dell’essere umano, contribuendo alla costruzione progressiva della propria identità e autonomia.
  • È la risorsa educativa per eccellenza perché favorisce un apprendimento significativo e sempre più complesso. Permette l’acquisizione di abilità e capacità, modelli di comportamento e valori.
  • È una fonte di piacere, soddisfazione, intrattenimento e divertimento.
  • Permette la libera espressione e manifestazione dei bambini, i loro sentimenti e stati d’animo.
  • Svolge una funzione compensativa e integrativa e, talvolta, riabilitativa.
  • Prevede il rapporto con gli altri e favorisce la socializzazione.
  • Sviluppa fantasia, immaginazione e imitazione, permettendo ai bambini di creare realtà immaginarie mettendo in atto diverse strategie di recitazione.

Il gioco come asse metodologico dell’infanzia

La fase educativa chiamata infanzia comprende un periodo che va dalla nascita ai 6 anni di età, ed è organizzata in due cicli. Il primo, che arriva fino a 3 anni, e il secondo, che varia da 3 a 6 anni.

Bambini all'asilo che giocano

Questa fase educativa si riferisce a un periodo fondamentale nella crescita dei bambini. Per questo motivo, il sistema educativo stabilisce che il gioco è un asse metodologico fondamentale per organizzare i processi di insegnamento-apprendimento e l’organizzazione dei contenuti.

Il gioco come asse metodologico ha la sua ragion d’essere perché consente un avanzamento progressivo nelle diverse aree dello sviluppo dei bambini, siano esse sociale, emotiva, cognitiva, fisica e motoria. In particolare, il gioco in questa specifica fase educativa sviluppa le seguenti capacità:

  • Linguistica. Amplia il vocabolario e migliora l’espressione orale e la comprensione.
  • Fisico-cinestetica. Abilità motorie grossolane e fini e padronanza dello schema del corpo.
  • Logico-matematica. Risolve problemi, fomenta l’attenzione e la memoria.
  • Spaziale e temporale. Esercita la posizione e l’orientamento, nonché la memoria visiva.
  • Musicale. Insegna a riconoscere i suoni e forma la memoria uditiva.
  • Interpersonale. Influenza cooperazione, comunicazione, solidarietà, lavoro di squadra e risoluzione dei conflitti.
  • Intrapersonale. Lavora sulla gestione di sentimenti ed emozioni, autostima, autodisciplina, autocritica, pazienza e responsabilità.

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