5 cose che ho imparato quando ho smesso di alzare la voce con i miei figli

Ultimo aggiornamento: 27 settembre, 2017

Essere madre è un compito difficile, eccome! Ma è anche il modo migliore di rendere più nobile la nostra esistenza. Alcune volte lo stress quotidiano ci impedisce di ricordare il meraviglioso compito che ci è toccato, e finiamo per alzare la voce con i figli, non perché siamo stanche di loro, ma perché siamo spossate dalla sfilza di cose da fare oltre a essere mamme.

A volte siamo noi stesse a pretendere troppo. Vogliamo figli perfetti, di quelli che non alzano la voce e non sporcano i vestiti, o di quelli che sono discreti e che salutano tutti con un bacio. Vogliamo figli con buoni voti e camerette perfettamente ordinate, che a sei anni leggono spediti e che non si spettinano, che non perdono i giocattoli e che fanno i compiti da soli… Vogliamo bambini che esistono solo nelle riviste!

 

 

Sdrammatizzare invece di alzare la voce: madre e figlio ridono insieme.

La perfezione è nemica della bontà

Quando ho smesso di alzare la voce con i miei figli ho imparato che non ho bisogno di essere una madre perfetta, non sto facendo una gara quotidiana per dimostrare niente a nessuno. Ho capito che i miei figli mi preferiscono meno perfetta e organizzata ma più spontanea a felice.
Rimandare a domani o a un altro momento faccende come la biancheria da piegare o i piatti da lavare mi rende una mamma più umana, più felice e più rilassata. Questo fa di me una mamma migliore. La mia non sarà una casa da copertina, ma il sorriso dei miei figli sì, e tutto questo perché ho smesso di alzare la voce con loro.

Non ho figli perfetti, e neanche li voglio

I miei figli sono perfettamente imperfetti, sono bambini in tutto e per tutto. Rovesciano il succo di frutta, non amano fare il bagno, litigano per riordinare la cameretta, odiano le verdure e vogliono sempre un gioco nuovo… E come potrebbe essere altrimenti? Sono bambini!
Li amo così come sono, un turbine di risate e di baci appiccicosi, a volte imprudenti perché sono spontanei, a volte brontoloni perché hanno il loro punto di vista sulle cose, a volte capricciosi perché vogliono solo essere felici. Questi sono i miei figli: perfettamente imperfetti, sono bambini.

Una giovane mamma bacia il suo bimbo.

Sono la mamma di cui i miei figli hanno bisogno

Ancora prima di entrare nella mia vita, avevo già un’idea di come avrei voluto crescere i miei figli. Durante la gravidanza progettavo quello che avrei fatto in ogni situazione, non volevo essere una madre improvvisata.
Mi ero immaginata come avrei insegnato loro a comportarsi educatamente tavola. Mi ero detta che non avrei mai dato cibo spazzatura e che avrei insegnato loro a essere coraggiosi, indipendenti e generosi. Insomma avevo fatto i conti con persone che non conoscevo. Che errore madornale!

In seguito mi sono resa conto che devo essere la mamma di cui ciascuno di loro ha bisogno, non quella che avevo progettato di essere: ferma in alcune situazioni, affettuosa in altre, a volte protettiva e altre volte stimolante. Perché ogni figlio ha bisogno di me in maniera diversa, perché ciascuno di loro è diverso.

Le occhiate degli altri sono di troppo

Ho delle buone amiche: insieme condividiamo con sincerità le difficoltà che ci capita di incontrare nel crescere i nostri figli. Ridiamo e ci preoccupiamo insieme, cerchiamo alternative o ci facciamo critiche costruttive a vicenda. In questa storia della maternità sono le mie complici, dopo il padre dei miei figli.

Ma ho imparato anche che ci sono occhiate e parole di troppo, quelle delle persone poco sincere che fingono perfezione solo per apparire. Quelle occhiate, quei consigli oggi non valgono nulla. Hanno bisogno di me solo per avere qualcuno con cui darsi delle arie.

Ho imparato a migliorare me stessa

I miei figli, tra l’altro, mi hanno insegnato a fare uno sforzo in più nei momenti in cui mi sento già esausta. Proprio così, sono stati loro a insegnarmi a essere una persona migliore, a perdonarmi con una fede incrollabile nella prossima opportunità. Mi hanno insegnato a scoprirmi forte e perseverante, più di quanto io stessa pensassi. A concentrarmi sull’obiettivo e non sugli ostacoli, facendomi capire che posso raggiungerlo senza alzare la voce.
Oggi sono veramente una versione migliore di me stessa rispetto a quando sono nati: mi hanno spinto a reinventarmi, mi sfidano a essere migliore. Forse il mio corpo e le mi occhiaie dicono il contrario, per non parlare delle mie unghie! Non nego che non mi manchi vedermi come ero prima, sicuramente sarebbe bellissimo, ma non cambierei con niente al mondo quello che sono oggi.

Alzare la voce non serve a niente

Ogni mattina mi sveglio con il desiderio di essere una mamma alla loro altezza, con la forza inarrestabile per riuscire a educarli secondo le esigenze di ciascuno, non secondo le esigenze del mio ego. Non tutte le sere vado a letto soddisfatta, alcune sì e molto, mentre altre sento che avrei potuto dare loro una giornata migliore, più abbracci e forse molta pazienza. In questi giorni, più che in qualunque altro, vado a letto con la totale convinzione che il giorno dopo avrò una nuova opportunità di comunicare senza gridare con i miei figli.


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