Assegno alimentare: cosa dice la legge
L’assegno alimentare è l’obbligo legale che ha una persona di assicurare la sussistenza di un’altra. Nel caso dell’assegno alimentare determinato dopo una separazione o un divorzio, si tratta dell’obbligo di mantenere l’ex coniuge e/o i figli.
L’ammontare totale e la modalità di pagamento dell’assegno possono essere definiti di mutuo accordo o imposti in seguito a una sentenza. A seguire vediamo alcuni elementi per conoscere meglio gli effetti legali dell’assegno alimentare.
In cosa consiste l’assegno alimentare?
Nonostante il suo nome, l’assegno alimentare non riguarda esclusivamente l’alimentazione. Comprende tutto ciò che è indispensabile per il sostentamento: il cibo, l’alloggio, i vestiti, l’assistenza medica, il tempo libero, etc. Abbraccia anche l’educazione e l’istruzione dei figli quando sono minorenni, e persino dopo se non hanno ancora terminato la loro formazione.
Tra le spese indispensabili per la sussistenza troviamo anche quelle ordinarie e periodiche come, per esempio, asilo nido, mensa scolastica, libri di testo o uniformi. Per quanto riguarda le spese straordinarie, sarà necessario valutare il singolo caso, poiché non è possibile quantificarle in anticipo.
L’obbligazione alimentare dei genitori verso i loro figli
Secondo quanto stabilito dall’art. 433 del Codice Civile, i genitori hanno l’obbligo di garantire il diritto agli alimenti ai propri figli in qualsiasi circostanza, anche quando sono stati privati della patria potestà.
In caso di separazione o divorzio dei genitori, il giudice determinerà il contributo di padre e madre per garantire gli alimenti ai figli, e adotterà le misure convenienti per assicurare l’efficacia e il mantenimento delle prestazioni in base alle circostanze economiche e ai bisogni dei figli in ogni momento.
Fino a che età bisogna pagare l’assegno alimentare a un figlio?
Questo è un aspetto non sempre chiaro nella legge. Nel caso dei figli minori di età non emancipati non esiste ambiguità e, di fatto, il trattamento giuridico è diverso.
Il dovere dei genitori verso i figli minorenni è inerente alla stessa filiazione e ineluttabile. Prevale il dovere di velare sui figli, garantire loro la propria compagnia, nutrirli, educarli e assicurare loro una formazione integrale.
Nel caso dei figli maggiorenni, la legge stabilisce in linea generale che il pagamento di un assegno alimentare da parte dei genitori è obbligatorio finché non saranno economicamente indipendenti. Tuttavia, non sempre è semplice determinare quando si verifica ciò.
Viene considerato come dato obiettivo per la sospensione dell’assegno alimentare l’ingresso dei figli nel mercato del lavoro e la percezione di un salario regolare.
Come viene determinato l’ammontare dell’assegno
L’ammontare dell’assegno alimentare in seguito a separazione o divorzio viene determinato, principalmente, in base a due situazioni: i guadagni del genitore e i bisogni del figli. Qualora non vi sia un accordo tra i genitori, sarà il giudice a determinare la quantità e la modalità di pagamento.
Il genitore in questione potrà adempiere il suo obbligo di garantire gli alimenti ai figli pagando l’ammontare pattuito o stabilito dalla sentenza, ma anche ricevendo e mantenendo in casa i figli.
È possibile modificare l’assegno alimentare?
Quando le circostanze economiche o personali di uno dei coniugi cambia in modo sostanziale, le misure adottate durante la sentenza in quanto all’obbligo di assegno alimentare possono vedersi alterate. A tale scopo, bisognerà formulare un nuovo accordo o risolvere la questione tramite vie legali.
In questo modo, la quantità stabilita in precedenza dal giudice potrebbe aumentare o essere ridotta a seconda dei bisogni dei figli e delle risorse del genitore in questione.
Cosa succede se si viene meno all’obbligo di assegno alimentare?
Quando la sentenza non viene rispettata, in materia di visite, pagamento dell’assegno o qualsiasi altro aspetto relativo alle cure dei figli, bisognerà comunicarlo all’organo giudiziario competente. Questo, a sua volta, adotterà le misure legali necessarie affinché l’obbligo venga rispettato.
Si consiglia di cercare sempre di risolvere qualsiasi inconveniente senza ricorrere alle vie legali. Se possibile, un accordo tra genitori è senza dubbio l’opzione migliore per i figli e per gli ex coniugi.
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