Aborto spontaneo: sintomi e cause
Un aborto spontaneo consiste nella perdita involontaria di un feto prima che possa vivere in maniera indipendente o, in altre parole, prima che abbia la possibilità di sopravvivere al di fuori dell’utero, cosa impossibile prima della ventesima settimana di gestazione. Questo termine, quindi, viene impiegato solamente quando tale perdita si verifica prima della ventesima settimana di gravidanza. Da questo momento in poi, dal momento che il feto ha la possibilità di sopravvivere, si parlerà di “parto prematuro”.
La maggior parte degli aborti spontanei accadono durante i primi mesi di gravidanza. Infatti, si valuta che il 75% degli aborti spontanei si verifichino durante il primo trimestre di gestazione. Nonostante si tratti di un fenomeno relativamente comune, l’aborto spontaneo può rivelarsi un’esperienza traumatica e devastante.
Sintomi e cause dell’aborto spontaneo
Il principale segnale che indica la presenza di un aborto spontaneo è l’emorragia vaginale, la cui intensità può variare da una lieve secrezione di colore marrone fino a una perdita estremamente abbondante. Altri sintomi sono costituiti da crampi e dolori addominali, secrezione di liquido e/o tessuti vaginali e sensazione di svenimento o mancamento. Se si soffre di alcuni di questi sintomi, è importante accorrere immediatamente al pronto soccorso.
Un aborto spontaneo può essere provocato dalle seguenti cause:
- Problemi alla placenta. Se si verifica uno sviluppo anormale della placenta, l’apporto di sangue al bebè da parte della madre risulterà limitato.
- Problemi ai cromosomi. A volte, al concepimento il feto può ricevere cromosomi in eccesso, oppure in difetto, provocando come risultato un suo sviluppo anormale. Gli aborti spontanei che si verificano durante il primo trimestre sono principalmente dovuti alla presenza di anomalie cromosomiche nel bebè.
- Anomalie nella struttura dell’utero. Un ventre di forma anormale e lo sviluppo di fibromi nell’utero possono mettere seriamente a rischio lo sviluppo del feto.
- Sindrome dell’ovaio policistico. Si verifica quando le ovaie sono troppo grandi, causando squilibri ormonali nell’utero.
- Indebolimento del collo uterino. Quando i muscoli del collo uterino sono troppo deboli, possono dilatarsi eccessivamente durante la gravidanza, producendo così un aborto spontaneo.
- Stile di vita. Abitudini poco salutari come fumare, bere alcol o assumere droghe possono provocare un aborto spontaneo.
Inoltre, esistono determinate condizioni di salute di cui possono soffrire le donne incinte che sono associate con l’aborto spontaneo. Tra le tante: ipertensione, celiachia, diabete, malattie renali, lupus, problemi della tiroide, HIV, malaria, rosolia, sifilide o gonorrea.
Peso in eccesso o basso peso
È noto che l’obesità aumenta il rischio di aborti spontanei, sia nella prima gravidanza che in quelle successive. Anche soffrire di basso peso, però, incrementa le possibilità di aborto spontaneo. Perfino le donne con un basso indice di massa corporea, quindi, corrono un rischio maggiore di subire un aborto spontaneo.
Secondo ricerche recenti, le donne sottopeso corrono un rischio maggiore del 72% di avere un aborto spontaneo durante il primo trimestre di gravidanza, rispetto alle donne che godono di un peso sano.
Attenzione ai farmaci
Noi donne dobbiamo fare molta attenzione ai farmaci che assumiamo, sia che ci troviamo incinte sia nel caso in cui la gravidanza sia solamente una possibilità. È quindi fondamentale domandare al proprio medico quali sono i farmaci sicuri che si possono assumere nel corso di una gravidanza, ma anche quali bisogna evitare se non si ricorre ad alcun mezzo per evitare una gravidanza. Alcuni farmaci possono danneggiare gravemente l’embrione prima ancora che ci sia data la possibilità di sapere che ne stiamo ospitando uno nel ventre.
Tra i farmaci che devono essere evitati durante la gravidanza ci sono gli antinfiammatori non steroidei (compreso l’ibuprofene, il naproxene e l’aspirina), i cerotti alla nicotina, gli antipertensivi, gli antidiabetici secretagoghi, le statine, il cortisone, gli anticoncezionali e l’omeprazolo.
Inoltre, bisogna evitare il bicarbonato e la caffeina. Il bicarbonato produce alcalosi metabolica: in altre parole, un aumento del pH naturale del sangue nella madre e nel feto. Assunta in grandi dosi, la caffeina aumenta il rischio di perdere il bebè attraverso un aborto spontaneo.
La diagnosi di aborto spontaneo
I test impiegati per diagnosticare l’aborto spontaneo sono i seguenti:
- Ecografie transvaginali. Comportano l’inserimento di una piccola sonda all’interno della vagina, allo scopo di verificare il battito cardiaco del feto.
- Analisi del sangue. Risultano utili perché possono determinare se i livelli di gonadotropina corionica umana beta (hCG) e di progesterone rientrano nei normali parametri. Questi ormoni sono associati a una gravidanza sana.
- Esami pelvici. Servono a determinare se il collo dell’utero si è stretto oppure aperto.
È importante sottolineare il fatto che è possibile che si verifichino errori diagnostici. Per questa ragione, è importante che i medici siano certi del risultato, impiegando test differenti.
Come prevenire l’aborto spontaneo
Esistono diverse maniere di ridurre le probabilità di aborto spontaneo. Infatti, grazie ad alcuni semplici cambiamenti nello stile di vita, è possibile ridurre drasticamente le possibilità di perdere il feto prima che siano trascorse le prime 20 settimane.
Evitare di fumare, bere alcol e consumare droghe durante la gravidanza, seguire una dieta sana, mantenere un peso salutare prima e dopo la gravidanza e prendere precauzioni per non contrarre malattie infettive sono alcuni di questi cambiamenti. Altrettanto importante è limitare il consumo di farmaci e non assumerne nessuno senza controllo medico.
Inoltre, è importante sottoporsi a un esame ginecologico prima di rimanere incinta, anche se non si sta cercando di avere una gravidanza, in modo da determinare l’eventuale presenza di rischi dovuti a problemi sofferti dalla madre e, se possibile, agire di conseguenza attraverso l’intervento medico.
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