Misure per ridurre il rischio di morte improvvisa nei neonati

Misure per ridurre il rischio di morte improvvisa nei neonati
María Alejandra Castro Arbeláez

Revisionato e approvato da la psicologa María Alejandra Castro Arbeláez.

Ultimo aggiornamento: 27 dicembre, 2022

Alcune strategie possono aiutare a prevenire la sindrome della morte improvvisa del lattante. Tra queste, allattare il bambino, lasciargli usare il ciuccio, fare in modo che la temperatura della camera sia fresca, vaccinarlo, sistemarlo a pancia in su e dormire con lui.

Una delle cose peggiori che possano succedere a qualsiasi genitore è perdere il proprio figlio per la sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS). Il bambino, la cui buona salute era più che evidente, viene trovato morto nella sua culla.

Questa diagnosi viene pronunciata quando un bambino di età inferiore ad un anno muore improvvisamente e non si riesce a determinare la causa della sua morte, neppure dopo aver effettuato un’analisi medico-legale approfondita, compresa l’autopsia.

Le statistiche presentate nel Libro Bianco della Morte Improvvisa, diffuso dall’Associazione Spagnola di Pediatria, riferiscono che in Spagna ogni anno muoiono di SIDS circa 900 neonati. Questa sindrome è anche la principale causa di morte nei bambini tra un mese e un anno negli Stati Uniti. Negli Stati Uniti, circa 2.300 bambini muoiono ogni anno di SIDS.

La morte improvvisa colpisce con maggiore frequenza i neonati tra 1 e 4 mesi di età, e nel 90% dei casi, bambini di meno di 6 mesi.

Bambino dorme

Perché succede

La maggioranza degli esperti ritiene che quando un bambino presenta una fragilità latente (ad esempio, un funzionamento anormale o immaturo del cuore o dell’apparato respiratorio) è esposto a determinati fattori di rischio (come dormire a pancia in giù o con lenzuola e coperte morbide o imbottite) durante un periodo cruciale del suo sviluppo.

Ancora non è stata trovata una spiegazione scientifica del perché i bambini muoiano all’improvviso. Quel che è certo è che non si tratta di casi isolati o poco frequenti, perciò un gruppo di pediatri ha ideato alcune strategie per evitare che questa sindrome colpisca i vostri figli.

Una di queste consiste nel far dormire il bambino in posizione supina, a pancia in su.

Ciò è in contrasto con quanto ci hanno sempre detto le nostre mamme e nonne, che raccomandavano di far dormire il bambino a pancia in giù o sul fianco per evitare che soffocasse in caso di vomito. Per quanto alcuni pediatri continuino a consigliarlo, la scienza dice il contrario.

Nel 2000 l’Accademia Americana di Pediatria (AAP) ha riesaminato le proprie raccomandazioni per ridurre il rischio di morte in culla. Le ricerche recenti dimostrano che la posizione più sicura per mettere a dormire un neonato è a pancia in su.

Quando dorme a pancia in giù, ha più probabilità di riscaldarsi, di sospendere la respirazione e tornare poi a respirare l’aria appena emessa, che manca di ossigeno.

“Un gruppo di ricercatori ha scoperto che i neonati deceduti per morte improvvisa avevano livelli di serotonina nella corteccia cerebrale più bassi del normale. La serotonina regola la respirazione, il ritmo cardiaco e la pressione sanguigna mentre dormiamo. Gli esperti stanno continuando a studiare il cervello, il sistema nervoso autonomo e la genetica, in cerca di risposte.” – Journal of the Medical Association –

I consigli della AAP

  • Posizione supina per dormire (sulla schiena).
  • Uso di una superficie (materasso) dura.
  • Aumentare o favorire l’allattamento materno.
  • Condividere la camera con il neonato, ma non il letto.
  • Vaccinare il bambino.

Altre raccomandazioni per evitare la morte improvvisa

Relativamente al ciuccio, l’AAP si esprime a favore del suo impiego come fattore di protezione contro la SIDS.

È inoltre necessario evitare paracolpi soffici, cuscini o lenzuola che comportino rischi di strangolamento.

Evitare l’esposizione al fumo, in tutte le sue forme.

Allo stesso modo si sconsiglia il consumo di alcol e/o qualsiasi tipo di droga da parte di entrambi i genitori.

Mamma e bambino dormono insieme

Condividere la camera

I pediatri raccomandano di condividere la camera con il bebè in modo che sia più controllato, ma non di condividere il letto, benché questo punto sia controverso.

Esistono culture ed esperti che sono a favore del co-sleeping, cioè far dormire il bambino con un adulto, generalmente la madre, spesso e per diverse ore.

Il co-sleeping, pratica ancestrale molto diffusa tra gli uomini, ha smesso di essere praticata in Occidente negli ultimi 200 anni. La motivazione, priva di prove, è che una separazione precoce dalla madre favorirebbe una maggiore autonomia del bambino.

Questa usanza è molto radicata in Giappone, a Hong Kong, tra gli immigrati del Bangladesh a Londra, nelle cui culture la SIDS si verifica molto raramente.

Second alcuni studi condividere il letto migliora la stabilità respiratoria, l’ossigenazione, la termoregolazione e comporta risvegli sincronizzati con la madre.

Inoltre aumenta l’indipendenza e migliora lo sviluppo psicologico dei bambini e non comporta nessun problema comportamentale o di personalità.


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