Come utilizzare i percentili di crescita?
Come ci viene spiegato dall’Associazione Spagnola di Pediatria, i percentili di crescita servono a mettere a confronto le caratteristiche di bambini della stessa età.
La crescita dipende soprattutto dal potenziale genetico di ogni individuo e dal suo sesso. Viene però influenzata anche da altri fattori, come la nutrizione, l’attività fisica o l’eventuale presenza di problemi di salute.
La taglia e le dimensioni sono un riflesso dello stato generale di salute e nutrizione. Sempre secondo le affermazioni dell’Associazione Spagnola di Pediatria, questa condizione viene valutata confrontando in un grafico di crescita le misure di un determinato bambino con quelle di altri della stessa età. I percentili di crescita servono insomma a capire se un bambino sta crescendo correttamente.
Che cosa misurano i percentili di crescita
Fino ai due anni vengono misurati il peso, la lunghezza (la misura dai piedi alla testa, con il bambino in posizione coricata) e la circonferenza cranica (misurata nel punto più largo della testa).
A partire dai due anni e fino alla fine della crescita si misurano il peso e la taglia (la misura dai piedi alla testa, in posizione eretta). È utile anche conoscere l’indice di massa corporea (IMC), che si ottiene dividendo il peso per il quadrato della taglia (Peso/taglia2).
Ciò che è davvero importante, però, è che i percentili di crescita di taglia e peso concordino tra loro. Inoltre, durante i primi anni di vita del bebè devono mantenersi su un livello simile.
I percentili rappresentano una media
Le tavole e i grafici dei percentili rappresentano una serie di valori relativi al peso e all’altezza corrispondenti a ogni sesso ed età. Questi valori vengono utilizzati come riferimento dai professionisti della salute per determinare l’evoluzione della crescita del bambino.
Grazie a loro, gli specialisti possono valutare, tra gli altri aspetti, se il ritmo dell’aumento di peso di un bambino è superiore o inferiore a quello ideale. In questo modo possono prevenire efficacemente sia la denutrizione che il sovrappeso o l’obesità.
In generale, il pediatra del bebè realizza periodicamente un’analisi somatometrica a partire dalla nascita (uno o due mesi durante il primo anno e mezzo, e, in seguito, una volta all’anno) fino, all’incirca, al compimento degli otto anni di età.
Attraverso questa analisi lo specialista misura il peso, la lunghezza e la circonferenza cranica del bambino. Inoltre, li registra nelle relative curve di crescita per ottenere i percentili corrispondenti all’età del bambino nel momento in cui le misure vengono effettuate.
Le tavole dei percentili che vengono impiegate più di frequente sono quelle relative al peso e alla taglia, che presentano valori differenti a seconda del sesso del bebè.
Grafici e percentili
Attraverso un grafico, nel quale l’asse orizzontale rappresenta l’età del bebè e quello verticale il peso o la taglia, vengono incrociati i dati in una delle linee dei percentili, rappresentati con un numero (3,10, 25, 50, 75, 90 e 97).
Il numero del percentile ottenuto dal bebè esprime il suo livello di peso o di taglia rispetto ad altri bebè della sua stessa età. Se la tavola mostra un percentile che si aggira intorno a 50, significa che le sue misure si trovano nella media.
Se, invece, il risultato ottenuto è un percentile di 90 nella taglia, ciò significa che, su 100 bambini, 90 si trovano al di sotto della misura del bambino, mentre solo 10 la superano.
Secondo le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la tavola dei percentili che risulta più utile agli specialisti per poter diagnosticare un eventuale problema di sovrappeso, obesità o denutrizione è quella che si riferisce all’indice di massa corporea (IMC). Questa misura, infatti, si ottiene associando il peso e la taglia del bebè (IMC=peso/quadrato della taglia).
Secondo i criteri di interpretazione più diffusi, un percentile nella tavola dell’IMC situato tra 3 e 85 corrisponde a un peso normale. Tra 85 e 95 a sovrappeso e, oltre i 95, a obesità. D’altra parte, se il percentile è inferiore a 3 viene catalogato come una condizione di sottopeso.
Secondo l’associazione Spagnola di Pediatria di Attenzione Primaria (AEPAP), nei bambini che nascono a termine (a partire dalla quarantesima settimana), la taglia viene considerata normale se è superiore a 47 centimetri; il peso, invece, a partire dai 2,5 kg.
Chi viene al mondo con una taglia o un peso inferiore viene caratterizzato dalla cosiddetta “restrizione della crescita intrauterina”. Le sue misure, infatti, sono dovute a un problema che si è verificato durante la gestazione. Nell’80% o nell’85% dei casi, comunque, questi bebè recuperano il ritardo accumulato nella crescita durante il primo anno di vita.
In un paese sviluppato come la Spagna, la percentuale di bambini che alla nascita soffre di restrizione della crescita intrauterina non è molto elevata, e oscilla tra il 4% e il 7%. Gli specialisti della AEPAP indicano come una delle cause più frequenti del ritardo nel peso o nella taglia la malnutrizione materna durante la gravidanza. Esistono, però, altri fattori che incidono sul fenomeno.