Il distacco di placenta durante la gravidanza
A livello pratico, questo problema può richiedere una maggiore o minore cautela da parte della mamma, a seconda di tutta una serie di fattori. Alcuni di essi sono l’età gestazionale, il luogo e l’anamnesi della paziente. Continuate a leggere e vi spiegheremo nel dettaglio che cos’è il distacco di placenta.
Perché avviene il distacco di placenta?
Non si conoscono ancora le cause esatte del distacco di placenta. Esistono determinati fattori di rischio che influiscono sull’aumento delle probabilità di sviluppare questo problema.
Tra essi, quelli che possono innalzare la soglia di rischio sono: l’ipertensione arteriosa, un’età superiore a 35 anni, il fumo, infezioni all’utero, una lesione accidentale all’addome, distacchi di placenta anche nelle gravidanze precedenti, la rottura del sacco.
Come sappiamo, il distacco di placenta può essere uno dei problemi più gravi che insorgono nel corso della gravidanza. Ecco perché è importante che la donna si sottoponga a controlli rigorosi durante tutta la gestazione, e che si rivolga al medico se presenta qualche sintomo strano, soprattutto nel caso di un’emorragia.
In realtà, questa condizione è molto più comune di quanto si crede. Di fatto, circa il 20% delle gravidanze presenta questo problema, fonte di grande preoccupazione per i futuri genitori.
Sintomi del distacco di placenta durante la gravidanza
Dolore addominale
Quando si verifica un distacco di placenta, in genere la donna presenta un forte dolore addominale, che descrive come pungente e acuto. In alcuni casi può avere anche delle contrazioni, cioè l’utero si indurisce, tanto che è possibile vedere questo cambiamento a occhio nudo.
Sanguinamento vaginale
Un altro dei sintomi più caratteristici del distacco di placenta è il sanguinamento vaginale, anche detto emorragia vaginale. La quantità di sangue che si perde è direttamente proporzionale alla quantità di placenta che si sta separando dalle pareti uterine.
Altri sintomi
Ogni corpo è diverso, motivo per cui è importante ricordare che, quando si verificano questi problemi durante la gestazione, non tutte le donne presentano gli stessi sintomi .
In realtà, non sempre sono presenti sanguinamento o emorragia. Per questo motivo è consigliabile consultare il medico se si nota qualsiasi sintomo strano, come contrazioni dell’utero o variazioni nei movimenti del feto.
“In realtà, questa situazione è molto più comune di quanto si crede. Di fatto, circa il 20% delle gravidanze presenta questo problema.”
I rischi in base all’età gestazionale
Primo trimestre
Quando il distacco avviene nel corso del primo trimestre, i rischi di solito sono più bassi di quando avviene in tappe più avanzate della gestazione.
Se lo specialista rileva l’attività cardiaca del feto, la prognosi in genere è positiva, considerato che nell’80 o 90% dei casi il problema tende a risolversi. Invece, se continua anche dopo il secondo mese, la prognosi è meno ottimista.
D’altro canto, se il medico non rileva attività cardiaca, la situazione diventa preoccupante. Esistono infatti alte probabilità che si avvenuto un aborto spontaneo. In questi casi il feto di solito viene espulso naturalmente.
Secondo e terzo trimestre
I distacchi di placenta sono più frequenti nel terzo trimestre della gravidanza e la loro gravità dipende dalla situazione clinica che li ha provocati. Per esempio, se si tratta di un ematoma occasionale, non è una cosa grave. Questo consiste nella rottura di una vena localizzata nella parte inferiore della placenta.
D’altra parte, se il distacco è il cosiddetto ematoma retroplacentare, allora si tratta di un distacco prematuro della placenta. In questo caso il bambino corre una grande pericolo perché rischia di rimanere senza ossigeno. Il problema deve essere risolto il prima possibile proprio per evitare di mettere a repentaglio la vita del piccolo.
Per quanto riguarda i sintomi, esistono differenze importanti tra questi due ema25tomi. Quando si tratta di un ematoma occasionale, di solito le perdite sono poco abbondanti, di colore scuro, persino nerastre.
Invece, quando si tratta di un ematoma retroplacentare i sintomi più frequenti sono tra gli altri: ventre rigido, dolore addominale permanente e acuto, emorragia scura e poco abbondante, debolezza e nausea.
Bisogna ricordare che, sia nel secondo sia nel terzo trimestre, dovesse capitare qualsiasi tipo di emorragia o sanguinamento bisogna consultare il medico il prima possibile.
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