L'acquaticità neonatale: un'esperienza meravigliosa
L’acquaticità neonatale non ha come unico scopo di insegnare al bambino a nuotare. In realtà la capacità di nuotare si svilupperà e consoliderà più avanti. L’obiettivo principale è favorire una straordinaria stimolazione psicomotoria nel bambino e contemporaneamente rafforzare il legame che lo unisce alla mamma o al papà.
Facciamo prima chiarezza sui termini. Molti pensano che questo tipo di esercizi siano finalizzati a insegnare al bambino a nuotare quanto prima, per evitare un possibile annegamento, pericolo molto comune per i bambini di età inferiore ai 3 anni.
Secondo gli esperti, il corpo dei bambini è perfettamente sviluppato per affrontare il nuoto solo a partire dall’età di 4 anni. Tuttavia, entrare in contatto con l’acqua da piccolissimi è sempre un’ottima scelta. L’acquaticità neonatale offre numerosi benefici: favorisce lo sviluppo psicomotorio, potenzia la sicurezza del bambino e ci permette di trascorrere con lui dei momenti meravigliosi.
L’acquaticità neonatale: 5 aspetti da tenere a mente
Se nella vostra città o nel vostro paese c’è una piscina abilitata a questo tipo di attività, prendete in considerazione l’idea di fare un corso insieme al vostro piccolo. Se vi piace nuotare, se avete voglia di spezzare la routine quotidiana e volete offrire a vostro figlio una favolosa opportunità di apprendimento, non esitate: l’acquaticità neonatale è un’esperienza di cui non vi pentirete.
Ecco 5 elementi da tenere in considerazione per poter decidere.
1. Quali sono i benefici dell’acquaticità?
- Favorisce il rilassamento e la sicurezza del bambino.
- Grazie a semplici esercizi, come imparare a galleggiare, girarsi, muovere le gambe e le braccia per avanzare nell’acqua e sott’acqua, favorisce la coordinazione motoria.
- Accrescerà la sicurezza di vostro figlio e gioverà allo sviluppo delle aree cerebrali collegate all’apparato psicomotorio.
- Potenzia la resistenza cardiorespiratoria del bambino. Un modo straordinario per prevenire, ad esempio, problemi di asma in futuro.
- Se seguita da una normale attività natatoria quando il bambino ha 3-4 anni, l’acquaticità aiuta l’apprendimento di questa disciplina evitando incidenti.
- Se praticheremo l’acquaticità per due anni, i nostri figli cresceranno più attivi, osservatori e creativi…
- Entrare in contatto con altri bambini e con altri adulti lo aiuterà nelle relazioni interpersonali.
2. Quando cominciare il corso di acquaticità con il bambino?
I pediatri raccomandano di aspettare i 4-5 mesi. Prima di quest’età sarebbe meglio evitare, perché il sistema immunitario del bambino non è ancora sufficientemente forte.
Corriamo il rischio che il bambino possa sviluppare infezioni come la fastidiosissima otite. Però, sappiamo anche che ogni bambino è diverso, e mentre alcuni a 3 mesi sono già pronti, altri, per esempio quelli nati prematuri, dovranno aspettare fino ai 6 mesi.
3. Che tipo di piscina scegliere?
C’è un aspetto da tenere presente: non dobbiamo praticare l’acquaticità neonatale da soli, ad esempio presso la piscina comunale o di zona.
- Andate in un centro che organizza corsi di acquaticità. Qui troverete professionisti esperti che vi guideranno passo passo.
- Le piscine devono sempre essere coperte e climatizzate, e la temperatura dell’acqua deve essere sempre superiore a 32 gradi centigradi.
4. Qual è il momento della giornata più adatto per i corsi di acquaticità?
L’orario è un aspetto importante. Queste lezioni non devono alterare la routine dei nostri bambini. Con questo intendiamo non “rompere” l’equilibrio delle ore di sonno e dei pasti.
In genere le lezioni di acquaticità durano una mezz’oretta. Non è molto, ma dobbiamo anche contare gli spostamenti, il tempo che impieghiamo a vestire il bambino, a cambiarlo… Dobbiamo calcolare i tempi con accuratezza.
Ricordate una cosa importante: se il vostro bambino ha problemi a dormire e si sveglia frequentemente, l’acquaticità può essere la soluzione.
5. Di cosa c’è bisogno per le lezioni di acquaticità neonatale?
La cosa migliore è chiedere informazioni direttamente nella piscina che organizza il corso. La domanda più frequente che fanno tutte le madri riguarda il pannolino. Che cosa devono indossare i più piccoli durante queste lezioni?
- Esistono pannolini creati apposta per questo genere di attività in acqua, riutilizzabili e davvero pratici.
- Portate anche un accappatoio a triangolo per il bambino, per evitare che senta troppo l’improvviso sbalzo di temperatura una volta fuori dall’acqua.
- Molti genitori in genere portano i giochini che usano a casa per il bagnetto in modo che i bambini, in un ambiente completamente nuovo, abbiano vicino degli oggetti familiari.
- Se il bambino ha già cominciato lo svezzamento, non dimenticatevi di portare un recipiente con un piccolo spuntino.
L’acquaticità fa venire una gran fame!