Caratteristiche del bullo: come riconoscerlo
Gli studenti che assumono comportamenti aggressivi e violenti nei confronti degli altri di solito corrispondono ad un tipo specifico di profilo fisico e psicologico. In questo articolo, indichiamo quali sono le caratteristiche del bullo per imparare a riconoscerlo.
È importante che gli insegnanti siano in grado di individuare queste caratteristiche, poiché è loro responsabilità identificare i potenziali bulli attraverso l’osservazione e l’analisi comportamentale degli studenti. In questo modo, è possibile anticipare, prevenire e ridurre i casi di bullismo a scuola.
“Migliaia di bambini vivono sotto il giogo del bullismo, quindi non è una cosa da bambini, è un problema di tutti. Si tratta di continue molestie, verbali, fisiche, sociali ed emotive.”
-Ana Isabel Saz-
Caratteristiche del bullo
Un bullo è colui che sottopone costantemente una vittima a soprusi ed insulti, approfittando della sua situazione di superiorità fisica, sociale o psicologica, rispetto all’altro studente.
Gli atteggiamenti di bullismo possono essere esercitati sia da soli che in gruppo. Questi atti di molestia si manifestano in diversi modi: dalla violenza fisica a quella verbale, come i soprusi emotivi e verbali.
Quali tipi di bambini commettono queste aggressioni? Che caratteristiche hanno di solito? I bulli sono generalmente:
- Fisicamente più forti dei loro coetanei.
- Sono dominanti e impulsivi.
- Non rispettano le norme e i regolamenti stabiliti.
- Sono poco tolleranti.
- Mostrano un atteggiamento di sfida di fronte all’autorità.
- Apparentemente hanno un’alta autostima.
- Prediligono la violenza.
- Mostrano poca empatia per le loro vittime.
- Non hanno sensi di colpa.
- Provengono da situazioni sociali e familiari problematiche.
Sebbene siano queste le caratteristiche più comuni a livello scolastico, bisogna tenere presente che non esiste un singolo tipo di aggressore. Secondo Alexander Schwarz, i bulli possono essere classificati in tre gruppi:
- Aggressivo. Sono il tipo più comune. Eseguono le loro azioni motivati dal desiderio di potere e dal desiderio di dominare gli altri, rafforzando la loro personalità attraverso molestie ripetute ad uno dei loro compagni di classe.
- Passivo. Sono studenti insicuri, quindi non sono loro che iniziano il bullismo, ma aspettano il momento in cui un’aggressione inizia per partecipare. Infatti, di solito sono quelli che mostrano lealtà nei confronti di un bullo aggressivo.
- Bulli-vittime. Sono aggressori che a un certo punto sono stati vittime o lo sono ancora. Sono studenti impopolari che intimidiscono o hanno intimidito i più deboli come reazione al fatto che sono stati molestati da altri studenti più forti di loro.
Conseguenze dell’essere un bullo
Essere un bullo ha gravi effetti negativi, sia a breve che a lungo termine. Pertanto, le conseguenze del comportamento violento del bullo di solito sono:
- Stabilire relazioni sociali tossiche e negative.
- Scarso rendimento scolastico o fallimento scolastico.
- Crudeltà ed instabilità emotiva.
- Usare l’aggressività per risolvere conflitti e problemi.
- Incapacità di fare autocritica.
- Rispettare il comportamento aggressivo.
- Interiorizzare comportamenti criminali e antisociali.
- Insensibilità di fronte alla sofferenza degli altri.
- Scarsa empatia verso gli altri.
Inoltre, quando questi bambini durante l’adolescenza hanno più probabilità di soffrire di altri squilibri sociali come il vandalismo e il consumo di alcol o altre sostanze. Allo stesso modo, è probabile che diventino degli adulti violenti (con il loro partner, con i loro figli, ecc.) o dei criminali.
Pertanto, è importante riconoscere le caratteristiche del bullo e prevenire i casi di bullismo scolastico. Ciò può essere raggiunto promuovendo le attività che migliorano la capacità di empatia, consapevolezza e rispetto degli studenti nei confronti della diversità degli altri, dei loro bisogni, caratteristiche e interessi.
In questo senso, è fondamentale che i compagni di classe testimoni vengano a conoscenza del problema e cerchino di rinnegare tali azioni e condannarle.
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- Garaigordobil, M. (2011). El maltrato entre iguales: definición, prevalencia, consecuencias, identificación e intervención. San Sebastián: Universidad del País Vasco.
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- Trautmann, A. (2008). Maltrato entre pares o” bullying”: Una visión actual. Revista chilena de pediatría, 79(1), 13-20.