Un bambino felice è ribelle, vivace e rumoroso

Un bambino felice è ribelle, vivace e rumoroso
María Alejandra Castro Arbeláez

Revisionato e approvato da la psicologa María Alejandra Castro Arbeláez.

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2021

Un bambino felice è ribelle, vivace e rumoroso. Le sue mani vorrebbero toccare tutto e i suoi occhi scoprire tutte le meraviglie del mondo. Dobbiamo permettere che i nostri figli sfruttino al massimo l’epoca più bella e magica della loro vita: l’infanzia.

Sembrerà curioso, ma negli ultimi anni si sta sviluppando un movimento che sembra non capire il valore che l’infanzia ricopre all’interno di una società. Oggi, nel mondo, vi sono numerosi ristoranti, bar e alberghi dove si indica chiaramente Niente bambini”.

Sappiamo bene che un imprenditore può offrire un servizio nella maniera che preferisce, soprattutto se c’è richiesta.

Paesi come gli Stati Uniti o il Regno Unito sono stati i primi a offrire soggiorni alberghieri e tavoli al ristorante “senza bambini” così che il cliente non dovesse sopportare i pianti, corse o giochi infantili.

Un bambino felice gioca a catturare la luna con un retino

Se è più o meno facile accettare questa idea, ci costa di più capire le situazioni in cui all’improvviso compare quell’“adultismo” in cui si smette di provare empatia e vicinanza al modo dell’infanzia.

Il bambino ribelle e la cosiddetta “cattiva madre”

Più di una madre avrà vissuto questa esperienza. Ci troviamo in uno spazio pubblico e, all’improvviso, nostro figlio inizia a piangere. Dopo poco, tutti gli sguardi si fissano di noi con aria irritata, come se non stessimo svolgendo bene il nostro ruolo di madre.

Ultimamente, è questo ciò che viene denunciato con frequenza sui social network e con altri mezzi. Ci sono due interessanti storie che possono fare da esempio e contestualizzare l’idea di “bambinofobia”.

Situazioni critiche e incomprensibili

Sarah Blackwood  è una famosa cantante che due anni fa visse uno dei momenti più imbarazzanti della sua vita. Doveva volare fino a Vancouver, era incinta di sette mesi e viaggiava con il figlio di 23 mesi. 

L’aereo non era ancora decollato quando suo figlio scoppiò a piangere. I passeggeri iniziarono a guardarla e a mormorare. Non le ci volle molto per sentire la solita frase: Le madri di oggi non sanno badare ai propri figli”.

Dopo poco apparve una hostess dicendole che doveva calmare suo figlio o il personale si sarebbe trovato costretto ad allontanarla dall’aereo. Stava disturbando i passeggeri.

Sarah Blackwood rimase sconvolta da quella reazione, dalla scarsa sensibilità e comprensione nei confronti dell’infanzia. Dopo nemmeno dieci minuti suo figlio si era calmato e rimase tranquillo fino all’atterraggio. Dieci minuti erano stati abbastanza per esasperare un intero aereo.

Bambini felici volano con palloncini colorati (illustrazione).

Lo stesso è successo a un’altra ragazza, che ha pubblicato la sua storia nel portale “Love What Matters“. Anche lei doveva viaggiare in aereo e suo figlio, un po’ vivace, scoppiò a piangere durante il volo. L’aereo fu subito inondato da critiche, rimproveri e commenti.

La giovane mamma entrò in uno stato d’ansia che peggiorò ancora di più la situazione, finché, improvvisamente, apparve un’“anima buona”. Le si avvicinò un anziano che a voce bassa le disse “Non preoccuparti, sei una buona madre”.

Cominciò a distrarre il bebè, parlandogli e mostrandogli foto sul tablet. Quella persona aveva capito cos’è l’infanzia, le necessità di un bambino, l’importanza dell’affetto, della pazienza e della vicinanza.

 

Bambina appesa a un albero a testa ingiù

Un bambino felice ha bisogno di interagire con noi

  • Se un bambino piange è perché vuole qualcosa da sua madre. I bambini che crescono negli orfanotrofi spesso smettono di piangere perché capiscono che non sempre verranno ascoltati.
  • Un bambino ribelle e vivace non è il risultato di un’educazione permissiva o disinteressata. Ognuno è unico e ha la sua personalità.

I bambini non sono adulti in miniatura. Hanno bisogno di interagire con noi e con ciò che li circonda. In futuro, avranno tempo di stare tranquilli, calmi, di comportarsi da adulti. Per ora, è necessario rispettare questa meravigliosa tappa: l’infanzia.

I locali “family friendly”, destinazione da sogno per il bambino felice

Questa moda crescente del “vietato ai bambini” è stata bilanciata per dare una risposta a quelle famiglie che, senza sapere come, si sono ritrovate a non potere più entrare in certi locali.

Oggi possiamo trovare offerte  “family friendly” per mangiare o trascorrere le vacanze con i nostri bambini in locali e alberghi in cui sono loro i protagonisti.

I veri clienti sono i bambini e qui è manifesta la sensibilità di autentici professionisti che davvero capiscono l’infanzia.

Tutti gli spazi sono appositamente pensati per i più piccoli. Ci sono seggioloni, scatole di colori, fasciatoi, giochi stimolanti per ogni fascia d’età… Il silenzio è proibito e ai bambini è permesso essere se stessi, sempre.

Crescere nell’allegria, nella serenità e nel rispetto rende il bambino felice è qualcosa di meraviglioso. Qualcosa che tutti dovremmo incoraggiare.


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  • Corkille Briggs, D. (1994). El niño feliz. Su clave psicológica, 25.
  • Biddulph, S. (1996). El secreto del niño feliz: una guía imprescindible para padres y educadores. Edaf.
  • Hogg, T. (2005). El secreto de educar niños felices y seguros. Editorial Norma.

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