Test allergologici per bambini: quali sono e in cosa consistono?
È molto importante avere un’anamnesi di sintomi e sospette reazioni allergiche e a questo servono i test allergologici. La loro finalità è permettere di osservare a quali tipi di allergeni il corpo reagisce in modo esagerato.
Per essere sicuri del tipo di reazione è necessario sottoporre il bambino, oltre che all’allergene, anche ad altri fattori. Si consideri ad esempio l’ora del giorno, la stagione dell’anno e in particolare le potenziali esposizioni agli allergeni, come i peli di animali.
Allo stesso modo, gli specialisti ritengono che sia importante osservare i possibili cambiamenti nell’alimentazione del bambino perché accade spesso che le reazioni allergiche si manifestino improvvisamente. A volte sono punture di insetti e altre volte la causa è nel consumo di un alimento specifico.
Cosa sono i test allergologici?
Questi test hanno lo scopo di stabilire sia i sintomi della reazione che l’effettiva correlazione con l’allergene. Cioè, lo scopo è sapere se le reazioni corrispondono davvero a un’allergia o se sono da associare a un altro tipo di problema.
A volte possono essere confusi ad esempio con un’intossicazione alimentare, che si verifica mangiando cibi contaminati, i cui sintomi sono simili alle allergie.
Esistono diversi test per determinare possibili reazioni a specifici allergeni; tra questi abbiamo i seguenti:
Test di allergia cutanea (Patch test)
Questo test è il più utilizzato per osservare le principali reazioni. Consiste nell’applicazione di tecniche dermiche, sottocutanee e intradermiche. Questo metodo è l’opzione migliore per testare neonati e bambini piccoli. Attraverso questo esame vengono testati diversi allergeni sul braccio, dove si osserva possibile scarificazione o scolorimento del cerotto.
Analisi del sangue
Questo test allergico è anche noto come test RAST o radioallergosorbente. In questo modo vengono analizzati i livelli di anticorpi allergici o IgE. Questi anticorpi aumentano quando gli allergeni sono presenti nel corpo.
Negli esami del sangue vengono identificate alterazioni delle IgE che indicano la possibilità di una sensibilizzazione nel sistema immunitario.
Come sappiamo, l’agente che chiamiamo allergene non è necessariamente nocivo, ma alcune persone sono particolarmente sensibili alla sua presenza, sono sensibili. Cioè, l’organismo scambia l’elemento per qualcosa di nocivo, quindi reagisce ad esso.
Un possibile aumento degli eosinofili può essere osservato anche nell’emocromo. I livelli di eosinofili aumentano o vengono drasticamente modificati dalla sensibilizzazione del sistema immunitario.
Il metodo di analisi del sangue viene eseguito quando il test cutaneo non può essere eseguito a causa di lesioni cutanee. Ad esempio, in caso di eczema esistente. Anche quando la persona ha una storia di anafilassi o è sotto terapia farmacologica prolungata.
Il test delle palpebre
Questo tipo di test si esegue diluendo l’allergene e versandone alcune gocce sulla palpebra inferiore. Si tratta di un test che solo uno specialista dovrebbe eseguire, vista la sua complessità. Probabilmente la reazione non sarà indicativa della presenza di un’allergia, visto che si tratta comunque di una zona delicata.
Test allergologici di eliminazione
Si eseguono quando il medico vuole individuare possibili allergie alimentari o ai farmaci. Consistono nell’esclusione di fattori esterni e nell’introduzione dell’allergene, allo scopo di osservare le reazioni. Una volta eliminati i potenziali fattori, sarà possibile escludere o confermare la presenza dell’allergia. Questo test si esegue anche per applicazione, ovvero introducendo il sospetto allergene all’improvviso.
Test dello stimolo
A volte le reazioni allergiche compaiono in determinati tipi di condizioni. Pertanto, è necessario riprodurre le circostanze che favoriscono la risposta. A questo scopo, si riproducono stimoli fisici come il caldo, il freddo o qualche tipo di stress. Quindi si cerca l’apparente risposta prodotta a tali fattori.