PBL in classe per rendere l'alunno protagonista
La dinamica di alunni passivi che assistono a lezioni magistrali non è contemplata nella filosofia del PBL in classe, in quanto l’essenza di questo approccio didattico è fare in modo che l’alunno sia il principale agente del suo apprendimento.
Con la partecipazione di tutti i professionisti della comunità educativa, il fine del PBL in classe è dotare gli alunni di abilità e di autonomia sufficiente e necessaria tramite l’elaborazione di progetti che possano risolvere i problemi della vita quotidiana.
In cosa consiste il PBL il classe?
Il Project Based Learning (PBL) è uno degli approcci pedagogici usati dentro il cosiddetto apprendimento attivo. A differenza delle altre metodologie proprie dell’insegnamento diretto, nel PBL la conoscenza deve essere elaborata dallo stesso alunno, il che ne facilita enormemente la motivazione e, di conseguenza, l’apprendimento.
Un altro aspetto che contraddistingue il PBL rispetto alle altre metodologie è che i ruoli del professore e dell’alunno sono molto diversi rispetto all’insegnamento diretto.
Nel PBL l’alunno deve partecipare attivamente al suo apprendimento, mentre il ruolo del docente consiste nell’essere un mero aiutante o una guida per gli alunni nell’elaborazione dei loro progetti.
Tuttavia, il segreto radica nel consider are il centro educativo come un ecosistema. Questo indica il bisogno di produrre un coinvolgimento attivo da parte di tutti. Allo stesso modo, bisognerà analizzare tutti i fattori che possono incidere nello sviluppo, poiché sono tutti relazionati tra loro.
Come elaborare un progetto PBL in classe?
Lo sviluppo di un progetto PBL consta di tre fasi:
- Prima fase: si stabiliscono gli obiettivi, i contenuti e le attività che daranno inizio al progetto. Questi dovranno essere delimitati dall’interesse degli alunni, motivo per cui il docente ne dovrà tenere conto al momento di scegliere l’argomento.
- Seconda fase: si inizia a sviluppare il progetto e si definisce l’intento del prodotto. Il prodotto sarà un volantino, una campagna o una ricerca scientifica, ma non solo. Tramite il lavoro di gruppo, gli alunni condurranno una ricerca per ottenere certe informazioni e riflettere sulle stesse.
- Terza e ultima fase: è dedicata all’autovalutazione e alla valorizzazione di quanto portato a termine. Gli alunni valuteranno e daranno un voto al loro apprendimento, al lavoro che hanno realizzato e al prodotto finale.
Quali sono i benefici offerti da questo approccio didattico?
Il PBL richiede agli alunni di cercare le informazioni, elaborare i propri contenuti, affrontare dibattiti e riflettere sulle informazioni raccolte e, infine, sul proprio lavoro. Grazie a ciò, la loro motivazione per imparare aumenta enormemente.
I professori dell’Università dell’Ohio Willard e Duffrin affermano che il Project Based Learning migliora la soddisfazione che si ottiene imparando e permette di educare gli studenti ad affrontare situazioni reali in cui si imbatteranno nel loro futuro professionale.
«La società attuale ha bisogno di una nuova concezione dell’insegnamento, di una formazione continuata del corpo docenti capace di seguire i tempi nei quali entrambi, professore e alunno, saranno in grado di parlare la stessa lingua.»
-Yolanda Jiménez Romero-
Eduardo Rodríguez de Sandoval, docente presso l’Università Nazionale della Colombia, dice che gli alunni che lavorano per progetti acquisiscono grandi insegnamenti e abilità. Migliorano la loro capacità di lavorare in squadra, si sforzano di più, sono più motivati e interessati, imparano a esporre contenuti e approfondiscono meglio i concetti.
In definitiva, il PBL in classe ricerca una nuova concettualizzazione del processo di insegnamento-apprendimento, che sia all’altezza e al passo con le nostre società attuali e, infine, con le nuove generazioni di alunni.
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