La crisi da allattamento: cos'è?
La crisi da allattamento è un fenomeno che si verifica quando il piccolo rifiuta la somministrazione del latte. Durante l’allattamento la produzione di latte si autoregola in base alla domanda da parte del piccolo. Vale a dire, ne produrrete di più se il bebè vorrà mangiare spesso, ne produrrete meno se la domanda sarà minore. Tuttavia a volte non è così.
Per diverse ragioni il bebè può mostrarsi insoddisfatto durante l’allattamento. Questo tipo di comportamento è imprevedibile e genera molta preoccupazione nelle madri. Purtroppo, in seguito a questo, è lecito pensare di cambiare completamente l’alimentazione del bebè.
È comune in molte madri pensare di interrompere o addirittura terminare l’allattamento. Per esempio quando il bambino si mostra disinteressato nei confronti del petto materno si può pensare di alimentarlo attraverso il latte in polvere. Spesso succede che la crisi da allattamento si verifichi proprio perché il piccolo non si mostra interessato al latte. Gli esperti ci danno ulteriori chiarimenti.
La crisi da allattamento è un comportamento identificato
Gli esperti identificano questo comportamento come una crisi di crescita. Si è scoperto che queste crisi avvengono in età precise. La ragione principale per cui si verificano questi comportamenti è che il piccolo non è soddisfatto della produzione di latte. Si tratta dell’espressione di un istinto base del bambino.
La crisi da allattamento si verifica in età simili. Può apparire già nei primi giorni di vita, per questo ci sono alcuni bebè che non vengono allattati.
Nella maggior parte dei casi si verifica questo:
Tra i 17 e i 20 giorni di vita
Il bebè che presenta la crisi durante questa tappa abbandona completamente la sua regolarità. Nonostante si comporti normalmente i primi tempi, dopo le prime 3 settimane il suo atteggiamento cambia. Non solo può smettere di nutrirsi, ma anche moltiplicare la dose abituale.
È possibile che cominci a mangiare senza tregua per mezz’ora. Questo comporterà rigurgiti continui e la conseguente voglia di mangiare di più.
Si comporterà così per 2 o 3 giorni. Tornerà poi alla sua normale routine.
Bebè dalle 7 alle 8 settimane di vita
Arrivati a quest’età potrebbe verificarsi la seconda tappa della crisi da allattamento. Un piccolo da un mese e mezzo di età richiede un ulteriore aggiustamento della quantità di latte da ingerire. Quindi la sua crisi verrà affiancata da un pianto intenso, inarcamento della schiena, tensione delle gambe e al petto.
Questa volta la crisi potrebbe essere più drastica perché è possibile che al piccolo non piaccia più il sapore del latte. Durante questo periodo infatti cambia la sua composizione, diventando più salata. Forse è proprio il motivo per cui il piccolo lo rigetta, non lo apprezza. Molte mamma dopo questo avvenimento decidono di interrompere l’allattamento.
La crisi dei 3 mesi
Questa è la tappa più difficile della crisi da allattamento. Quando si verifica nei 3 mesi può significare un cambiamento sia per il piccolo che per la mamma. Soprattutto perché può ritardare un mese nel presentarsi. Il difficile processo si articola così:
- E’ comune che il piccolo cominci a rifiutare il petto, non vuole mangiare più come prima o semplicemente non mangia. Durante questo periodo se la mamma non è attenta ai segnali del piccolo può semplicemente confondere questo comportamento con mancanza di appetito.
- Prende il petto per molto meno tempo del solito.
- Il petto della mamma diventa morbido, ragion per cui crederete di non produrre sufficiente latte.
- Ogni volta che vuole mangiare è il caos, con pianti, distrazioni e irrequietezza.
Le trasformazione che avvengono nel cervello durante la crescita del bebè sono le principali imputate della crisi da allattamento. Per questo quando si verifica a 3 mesi è più completa e implica spesso la sostituzione del petto materno con il biberon.
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