5 cose che insegnano ai vostri figli ad essere buoni genitori

5 cose che insegnano ai vostri figli ad essere buoni genitori
María Alejandra Castro Arbeláez

Revisionato e approvato da la psicologa María Alejandra Castro Arbeláez.

Ultimo aggiornamento: 27 dicembre, 2022

Essere buoni genitori significa trasformare le proprie abitudini e il proprio spirito. Come potete chiedere ai vostri figli di essere bravi e buoni se non lo siete voi per primi? Come impareranno che non bisogna mentire se vedono i propri genitori dire bugie? Se non li rispettate, come potrete pretendere che vi rispettino? Si insegna dando l′esempio. Osservare il vostro comportamento sarà utile più di mille sermoni.

La parola muove, l’esempio trascina

Proverbio popolare

Essere buoni genitori non è un compito facile

Spesso ci domandiamo cosa possiamo fare perché i nostri figli diventino bravi genitori. Ci tormenta persino la questione: come si fa a essere buoni genitori?

Noi esseri umani siamo un progetto in costruzione, possiamo sempre migliorare.

Ecco alcuni consigli tratti dal libro La Crianza Feliz (L’educazione felice) di Rosa Jove.

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Evitare di mettere l’adulto al centro di tutto

L’adultocentrismo è una maniera di pensare e di agire che alcuni adottano perché si credono superiori ai bambini e considerano di avere più diritti di loro.

È un modo di educare basato sulla cieca ubbidienza e sull’idea che le regole si impongono dall’alto in basso, cioè dai genitori ai figli.

Secondo questo concetto il genitore non sbaglia mai. Se lo fa, tenta di nasconderlo e se è molto evidente, si giustifica. Tutto pur di non chiedere scusa.

Molti genitori credono ancora di essere gli unici a conoscere la verità e non ascoltano mai le fantastiche idee che possono avere i loro figli. In una famiglia non si dovrebbe mai né attaccare, né difendersi, bensì parlare e comprendersi.

Cercate di fare un esercizio di umiltà, ammettendo quante volte succedono episodi del genere, e di risolvere il problema, così da crescere i vostri figli in modo sereno.

Capire i propri figli

Dai 2 ai 4 anni è necessario spiegare molto chiaramente ai figli che li capite (anche se, a volte, non siete d’accordo con le loro scelte).

È il periodo in cui iniziano a essere indipendenti (a loro modo, ovviamente) ed è un momento in cui vogliono fare tutto da soli e sono sempre pronti a ribattere.

Dovete prima capire tutto ciò, se poi volete correggere il loro comportamento. Anche se non sono d’accordo con i vostri principi, i bambini non lo fanno per “infastidire”, bensì per provare cose nuove e sperimentare con l’ambiente che li circonda.

Permettere loro di sperimentare e capirli meglio li aiuterà a essere persone più sicure e indipendenti.

Condividere le abitudini e la routine

Imparare a lavarsi, preparare da mangiare o ordinare la cameretta sono tutti gesti importanti. La cosa migliore è avere la motivazione di fare le cose perché ci piace farle, non perché sono ormai un’abitudine.

La psicologa Rosa Jove consiglia di stabilire delle abitudini solo quando è strettamente necessario ed è impossibile insegnare ai bambini qualcosa in modo piacevole e motivato.

Spiega anche che il padre deve partecipare attivamente nelle faccende domestiche, poiché è importante dare il buon esempio ed è un pilastro fondamentale per conciliare la vita lavorativa e familiare della coppia.

Questo consiglio ricorda un’immagine che circolava sui social network. La foto mostra un maschio che gioca con delle bambole, dà loro da mangiare e si prende cura dei bambolotti, riportando la frase: l’unica cosa che otterrete permettendo ai vostri figli di giocare con le bambole è che diventino dei bravi genitori.

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Imporre un’autorità orizzontale

Ci sono due tipi di autorità: una si impone con la forza e dall’alto verso il basso. L’autorità verticale si basa su un’idea di cui è convinto l’adulto, secondo la quale “io non mi sbaglio e il bambino sì”.

Per questo si tratta di un tipo di autorità che, di fronte a un comportamento sbagliato, fa di tutto per censurarlo completamente e annullarlo tramite una condotta imposta o una punizione.

L’altro tipo di autorità, invece, si ottiene e si lavora insieme al bambino. Questa è l’autorità orizzontale.

Si basa sull’idea secondo la quale, di fronte a un comportamento errato, bisogna comunque sottolineare ciò che il bambino ha fatto bene (c’è sempre qualcosa di positivo, basta cercarlo) e poi orientarlo verso come migliorare il modo di agire.

Se vostro figlio impara che in qualsiasi occasione voi sapete come orientarlo, valorizzando ciò che di buono c’è nella sua condotta, lui stesso modificherà in modo cosciente il suo comportamento.

Usare un comportamento tirannico con i bambini, crea tiranni. L’indifferenza nei confronti del pianto di un bambino crea adulti indifferenti non solo al dolore, ma anche alla semplice esistenza degli altri.

-F. GRAU CODINA-

Rispettare per essere rispettati

Un adulto non può mai mancare di rispetto a un bambino. Se tolleriamo il fatto che un adulto non porti rispetto, dobbiamo tollerare anche il fatto che un bambino non lo faccia. Nonostante ciò, nessuno ha il diritto di mancare di rispetto agli altri.

Succeda quel che succeda, siete sempre dei genitori, educate con i migliori valori. Se volete trasmettere rispetto, non potete perderlo voi ogni volta che vi conviene, perché i vostri figli faranno lo stesso.

Da qui in poi, forse i bambini vi imiteranno sempre, o a volte non lo faranno. Dovete spiegare loro che cosa vi aspettate da loro in qualsiasi occasione e farvi avanti come esempio da seguire (“anche io sono arrabbiato, ma non agirei mai come te”).


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