Non siamo perfetti, siamo autentici e amiamo i nostri figli così come sono

Non chiedete ai vostri figli di essere perfetti, perché nessuno può esserlo. Cercate di crescere invece dei bambini felici.
Non siamo perfetti, siamo autentici e amiamo i nostri figli così come sono
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2021

Non siamo perfetti. Di fatto, è da molto tempo che abbiamo lasciato indietro questo ingenuo obiettivo. Noi siamo autentici, ci piace la nostra identità, ci piace il nostro corpo, abbiamo una storia di cui siamo orgogliosi. E, per questo, amiamo anche i nostri figli così come sono, con i loro capricci, i loro difetti e con quelle risate ancora sdentate che non cambieremmo per nulla al mondo.

Così come noi dobbiamo permetterci di essere autentici, non perfetti e non infallibili ma felici delle nostre capacità e della nostra identità, anche i nostri figli hanno bisogno della stessa cosa. Su Siamo Mamme vi invitiamo a riflettere su questo argomento.

Non dobbiamo volere dei figli perfetti

Parliamo di un “male” molto comune al giorno d’oggi: la necessità di avere dei figli perfetti. Ci dicono gli esperti in educazione e psicologia infantile che questa necessità è ora più grande che mai per un motivo molto concreto: la complessità del mercato lavorativo e l’attuale crisi sociale.

Non si può essere perfetti

Le famiglie hanno l’ansia di avere i bambini più preparati, più capaci e più competenti. Così tanto che in molti centri educativi del Regno Unito si sono già introdotti dei metodi di selezione. Certe scuole d’élite infantili, tramite questa selezione, hanno iniziato ad accettare solo i bambini che abbiano già raggiunto le competenze di letto-scrittura all’età di 4-5 anni.

Una cosa del genere può portare molti genitori a compiere una serie di azioni che mancano di qualsiasi utilità pedagogica. Sottrarre ore all’infanzia di un bambino per esporlo in un momento non opportuno alle responsabilità e alle pressioni di un adulto. Tutto questo non è logico, non è sano né raccomandabile per i nostri bambini.

Aspirare ad essere perfetti genera frustrazione: cerchiamo di essere autentici, di essere FELICI

Qui su Siamo Mamme vi parliamo molto spesso della necessità di prendervi cura di voi stessi come persone, per dare sempre il meglio di voi ai vostri figli. Loro hanno bisogno della versione migliore di voi stessi, del vostro lato più forte, più bello e più degno. Perché educhiamo i bambini non solo con le parole, ma lo facciamo anche con l’esempio.

Giocare con i figli
  • I bambini che hanno dei genitori molto esigenti con se stessi tendono a sviluppare uno stress precoce. Questo stress, lontano dall’essere utile, impone loro un’asticella molto alta che cercheranno sempre di raggiungere.
  • Se un bambino è cosciente di non poter raggiungere quegli obiettivi che gli vengono posti dai genitori o di non poter imitare quell’essere esigente con se stesso che gli viene insegnato dalla mamma, è possibile che sviluppi frustrazione, bassa autostima e insicurezza.
  • Un’altra realtà che possiamo vedere al giorno d’oggi è l’idea che la donna debba trasformarsi in una persona in grado di riuscire in ogni ambito della sua vita, essendo sempre la migliore. Una donna di successo, attraente e perfetta, una buona compagna, una buona amica e ovviamente un grande mamma. Una “supermamma” che non si stanca mai e che ha una soluzione ad ogni problema.

Dobbiamo essere realisti. Aspirare alla perfezione in ogni ambito della nostra vita è una fonte inesauribile di sofferenza. Dobbiamo aspirare a qualcosa di più semplice: essere autentici ed essere felici.

Accettate vostro figlio per quello che è, ma aiutatelo ogni giorno a dare il meglio di sé

Lo sviluppo di un bambino dipende da molti fattori, e per quanto alcuni possano affermarlo, non sempre dipende dalla nostra insistenza nello stimolarli o nel rinforzare i concetti.

È necessario capire in primo luogo che il cervello di un bambino matura poco a poco e seguendo degli schemi, delle tappe fondamentali. Se ancora non esiste un tessuto neuronale concreto e un’adeguata rete di connessioni in una determinata struttura cerebrale, difficilmente inizierà il processo della lettura, né potrà comprendere il concetto di una somma o di una differenza.

  • Nell’educazione di un bambino bisogna agire da stimolo, non da pressione.
  • Dobbiamo essere capaci di accettare il bambino per come è in ognuna delle fasi che attraverserà. Se quando ha raggiunto i tre anni ancora non comunica in modo chiaro, non sgridatelo, non criticatelo e non correggetelo con severità. Tutto questo non farà altro che rallentare il suo sviluppo, perché causerà in lui paure e frustrazioni.

D’altro canto, un aspetto essenziale che è necessario prendere in considerazione è che nostro figlio avrà, fin da molto presto, una sua propria personalità. Non possiamo obbligarlo a cambiare, non è giusto imporre a un bambino di condividere le nostre preoccupazioni o i nostri stessi gusti.

Il nostro compito è di comprenderlo, di stargli vicini e di essere in grado di tirare fuori il meglio da lui, perché sia sempre autentico, una persona degna, felice e di valore. Una persona non perfetta, ma con un adeguato amor proprio per costruirsi una buona vita. Quella che desidera.


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