Che cos'è la sindrome da iperstimolazione ovarica?

La sindrome da iperstimolazione ovarica è in problema che può insorgere quando si affrontano dei trattamenti per la fertilità.
Che cos'è la sindrome da iperstimolazione ovarica?

Ultimo aggiornamento: 17 ottobre, 2019

La sindrome da iperstimolazione ovarica (o OHSS, dall’inglese ovarian hyperstimulation syndrome) è un disturbo che colpisce alcune donne che assumono farmaci per la fertilità.

A ogni ciclo mestruale, normalmente la donna produce un ovulo. Tuttavia, ci sono donne che hanno difficoltà a rimanere incinte e, preoccupate per la propria fertilità, ricorrono a trattamenti di stimolazione. Lo scopo dei procedimenti consiste nell’ottenere più ovuli in un ciclo, per godere così di maggiori possibilità di rimanere incinte.

A volte, queste tecniche possono stimolare in eccesso le ovaie, provocando così un’alterazione dei vasi sanguigni. La OHSS è una complicazione che consiste in una risposta anomala alla stimolazione. Si può classificare come lieve, moderata e grave. I casi più complicati sono rari, ma possono causare trombosi e perfino portare alla morte.

Sintomi della sindrome da iperstimolazione ovarica

I sintomi della sindrome da iperstimolazione ovarica variano a seconda della gravità del problema

I sintomi variano a seconda della gravità del problema. Nelle righe che seguono elencheremo i segnali che consentono di distinguere il disturbo in base alla stato nel quale si trova.

Casi lievi

  • Aumento di peso.
  • Dolore addominale.
  • Distensione addominale.

Casi moderati

  • Difficoltà di respirazione.
  • Diminuzione della minzione.
  • Gonfiore e intenso dolore addominale.

Casi gravi

  • Ascite.
  • Anemia.
  • Aborto.
  • Nausea.
  • Versamento pleurico.
  • Disfunzione epatica.
  • Persistenza di cisti luteiniche.
  • Dolore acuto di torsione ovarica.

Fattori che aggravano la OHSS

Esistono molti fattori in grado di complicare questa sindrome. A volte non solo si presenta, ma può perfino aggravarsi, a seconda delle caratteristiche specifiche di ogni donna. Elenchiamo alcuni segnali che possono aiutarci a fare attenzione nel caso in cui ci sottoponiamo a tali trattamenti.

  • Basso peso. Le donne che presentano un basso indice di massa corporea sono soggette a una maggiore incidenza della sindrome da iperstimolazione ovarica.
  • Età. È frequente in donne che hanno meno di 30-35 anni, probabilmente a causa di una maggiore concentrazione di recettori di gonadotropina corionica (HCG). Inoltre, a queste età le ovaie possiedono un maggior numero di follicoli, il che provoca una risposta più forte al trattamento di stimolazione ovarica.
  • Estrogeni elevati. Se, durante un trattamento di stimolazione ovarica, viene rilevato un livello molto elevato di estrogeni nel sangue, i rischi possono essere alti. Il fenomeno è particolarmente preoccupante quando il livello cresce di un 75% in più rispetto a quanto previsto in un periodo di 24 ore.
  • Ovaio policistico. Anche questa è una sindrome che comporta la presenza di un certo numero di cisti nelle ovaie. In seguito al trattamento di stimolazione ovarica, può sviluppare una risposta esagerata.
Generalmente, la sindrome da iperstimolazione ovarica non richiede alcun trattamento

Trattamento della sindrome da iperstimolazione ovarica

In generale, questa sindrome non richiede trattamento. Tuttavia, per ridurre il fastidio, è possibile ricorrere alle seguenti misure:

  • Riposare adeguatamente e mantenere le gambe in posizione elevata. In questo modo per l’organismo sarà più facile eliminare il liquido. È possibile svolgere, di tanto in tanto, dell’attività leggera, evitando l’esercizio intenso.
  • Moderare i rapporti sessuali. Questa azione potrebbe danneggiare le ovaie. L’attività sessuale potrebbe provocare la rottura o la torsione delle cisti, interrompendo il flusso di sangue.
  • Bere molti liquidi, almeno 10 o 12 bicchieri al giorno. Si possono consumare anche bibite reidratanti.
  • Evitare l’alcol, il caffè e qualunque alta bevanda contenente caffeina.
  • Per il dolore si può prendere un analgesico. Si raccomanda in particolar modo il paracetamolo.
  • Controllare che il peso della paziente non stia aumentando. Un aumento superiore a un chilogrammo al giorno potrebbe comportare una condizione grave.
  • Mantenere la comunicazione con il medico curante, in modo che possa assicurare lo sviluppo del trattamento.

È importante sottolineare il fatto che, nel caso in cui la paziente si trovi in periodo di gestazione, deve essere effettuato un rigido monitoraggio medico. I sintomi possono peggiorare o impiegare settimane prima di scomparire; in caso contrario, si corre il rischio che i sintomi si aggravino.


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