Bambini che escludono gli altri: cosa fare per correggere questa tendenza?
Il cortile della scuola può essere un luogo pieno di giochi e risate, ma anche di incomprensioni. Qui, ragazzi e ragazze interagiscono, prendono decisioni su chi sia di loro gradimento e chi no e stabiliscono le loro prime relazioni sociali per se stessi. Molte volte, possiamo osservare dinamiche spontanee, in cui ci sono bambini che escludono gli altri coetanei e gli adulti non sempre sanno cosa fare.
Se questo è il vostro caso, continuate a leggere per sapere di più sull’argomento.
Bambini che escludono gli altri: come agire?
In questo spazio vogliamo offrirvi alcuni consigli per affrontare al meglio questa situazione con i vostri figli.
Domandate e ascoltate
È importante non dare per scontati i motivi per cui i bambini escludono gli altri bambini della stessa età.
Molte volte gli adulti pensano di sapere tutto sulla vita o sul comportamento dei propri figli, ma a scuola ci sono molte dinamiche per loro sconosciute.
“Mi colpisce che tu non voglia mai giocare con X. C’è qualcosa che non va?” : Questo può essere un inizio di conversazione se pensate che sia vostro figlio a escludere gli altri.
Pensate alle possibili ragioni: perché ci sono bambini che escludono gli altri?
Una volta scoperto cosa sta succedendo in quel dato contesto e perché, pensate alla migliore linea d’azione prima di metterla in atto.
A volte i bambini decidono di non stare insieme a un certo compagno di classe perché li maltratta o perché li attacca in qualche modo.
Scoprire che vostro figlio esclude un compagno di classe da un gruppo perché si comporta in modo aggressivo non è la stessa cosa che scoprire che lo esclude perché balbetta quando parla. In un caso si tratta più di una difesa, mentre nell’altro è un atto di discriminazione che non dovrebbe essere tollerato mai.
Non costringete vostro figlio a farsi piacere qualcuno, ma insegnategli non essere sgradevole
Il piccolo non deve essere amico di tutti i suoi compagni di classe, specialmente di quelli che non gli piacciono. Ma questo non significa permettergli di scagliarsi contro qualcuno o non partecipare mai a una partita.
Inoltre, è importante insegnare ai propri figli che ci sono diversi gradi di intimità nelle relazioni sociali. Che a volte fa bene giocare in coppia, ma che può divertirsi anche in quei giochi di gruppo a cui tutti partecipano.
Incoraggiatelo a mettersi nei panni del partner escluso
Incoraggiate l’empatia e incoraggiate vostro figlio a pensare a come si sentirebbe se lui stesso non avesse nessuno con cui giocare durante la ricreazione. Potete anche provare la strategia in casa, paragonando la situazione a un esempio familiare. Ad esempio, come ti sentiresti se invitassi sempre la tua sorellina a guardare i film nel nostro letto e ti lasciassimo fuori?
Molte volte, ea seconda della loro età, i bambini trovano alcuni comportamenti divertenti, ma non sono in grado di proiettare o misurare la portata che hanno o il danno che possono causare.
Prestate attenzione alla frequenza di questo evento: perché ci sono bambini che escludono gli altri?
Non è lo stesso che si tratti di un caso isolato o di una “brutta settimana” nel gruppo, in quanto si tratta di un episodio ripetuto o prolungato.
Monitorate la questione
Anche se ascoltate vostro figlio e agite in merito, non pensate che sia abbastanza. È importante poi continuare a chiedere come stanno andando le cose e se qualcosa è cambiato nel gruppo. Il rifiuto dei coetanei ha un grande impatto sullo sviluppo psicologico ed emotivo dei bambini, quindi non deve essere sottovalutato.
Aiutateli a essere partecipi
A volte, affinché i ragazzi facciano parte di un gruppo, dobbiamo accompagnarli. Ad esempio, quando i bambini vengono esclusi dai coetanei perché si organizzano attività extra scolastiche e noi, da adulti, non andiamo a prenderli o non permettiamo loro di andare, i bambini non avranno aneddoti da condividere o non capiranno determinati argomenti di conversazione.
Coinvolgete la comunità educativa
A seconda della gravità del conflitto, è fondamentale che gli insegnanti sappiano che esiste una situazione di tensione tra i bambini. A volte non se ne accorgono perché accade durante la ricreazione e durante il gioco, ma non durante l’orario di lezione.
In questo modo potrete dare loro gli strumenti per organizzare dinamiche di integrazione e per favorire lo sviluppo delle abilità sociali, che permettano ai bambini di conoscersi e di migliorare la convivenza scolastica.
Quali problemi dovremmo evitare noi adulti?
Ecco alcuni consigli da tenere a casa:
- Non sottovalutate quello che succede a vostro figlio. Non esagerate e non fatene un caso, ma non prendetelo nemmeno come “roba da bambini”. Domandate e approfondite la questione. A volte compaiono i primi segnali di una dinamica di esclusione molto più complessa.
- Non reagite male, evitate di attribuire “colpe”. Non ha senso sgridare altri genitori o insegnanti. Cercate di mantenere la calma e pensate a come rendervi utili. Evitate, inoltre, frasi che implicano la ricerca delle responsabilità, come “non presti i giocattoli”, “sei sempre stato di cattivo umore”. Incolpare il proprio figlio crea solo più insicurezza e non lo aiuta a risolvere il problema. Anche l’unica cosa che ottieni è che non vuole dirti nient’altro.
Guardatevi allo specchio: perché ci sono bambini che escludono gli altri?
Forse questa è una delle parti più difficili: chiedersi come si è e qual è l’esempio dato ai propri figli.
Guardando a noi stessi, possiamo scoprire che più di una volta abbiamo comportamenti discriminatori e che anche il quel caso comunichiamo qualcosa. Classe, religione, etnia, aspetto e molto altro fanno parte delle conversazioni quotidiane in casa. Se ci rendiamo conto che a volte non siamo il miglior esempio, è un buon momento per invertire la rotta.
L’educazione dei bambini è una questione che ci fa mettere in discussione e che ci mette alla prova.