Allattamento doloroso: cosa fare quando succede?

Allattamento doloroso: cosa fare quando succede?

Ultimo aggiornamento: 27 marzo, 2018

“Allattare è la cosa più naturale del mondo. Per alcune mamme però può diventare un’esperienza fastidiosa e non sempre facile. Oggi, vi parliamo dell’allattamento doloroso e di come risolvere il problema.”

Molte donne, dopo il parto, scelgono di nutrire il proprio bebè tramite il latte materno, il miglior alimento per il piccolo. Tuttavia non è per niente strano sentire storie di donne che hanno sperimentato l’allattamento doloroso.

Anche se è normale quando si è una neo mamma avere un seno più sensibile durante l’allattamento, non è normale sperimentare dolore e fastidio.

Se vi trovate in questa fase, continuate a leggere quest’articolo. Vi spieghiamo i vari fattori che possono provocare dolore nei seni e vi forniamo dei suggerimenti per fare in modo che passi.

“Non è un segreto che la maternità porti con sé momenti stressanti, ma la sofferenza ed il dolore non devono essere eccessivi.”

Cause dell’allattamento doloroso

Esistono diversi fattori che possono fare in modo che il seno faccia male. Alcuni possono essere:

  • Il bebè non prende bene il capezzolo. Quando il bebè non prende bene il capezzolo e non suziona correttamente può provocare dolore nella madre. Inoltre i capezzoli possono screpolarsi e fare ancora più male.
  • Frenulo sotto linguale corto. A volte può essere imputato al frenulo linguale corto, chiamato anche anchiloglossia. Questa patologia fa in modo che il piccolo non si attacchi bene al capezzolo e quindi non riceva la quantità di latte necessaria.
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  • Mastite. Sarebbe il risultato di un’infezione provocata dalle screpolature aperte. Comporta calore nella zona del seno, dolore, brividi, malessere e febbre.
  • Funghi. Possono essere contagiosi, a volte è proprio il bebè a passarli alla madre avendoli in bocca magari dopo qualche cura antibiotica. Tra i sintomi troviamo: petto arrossato e umido, dolore acuto.
  • Ostruzione mammaria. Si verifica quando i condotti del seno si trovano ostruiti dal latte provocando così molto dolore. Può anche apparire in un solo capezzolo, la pelle si arrossa, appare prima un puntino bianco che man mano si gonfierà.
  • Congestione mammaria. Si verifica quando il latte materno comincia a scendere dopo l’azione della suzione. Può causare l’infiammazione e il dolore dei seni.

Allattamento doloroso: cosa si può fare?

Se volete che il momento della pappa diventi un momento piacevole ed intimo tra voi e il vostro bambino, non dovete fare altro che seguire questi piccoli consigli.

  • Al momento di allattare, collocate il piccolo con la testa ben dritta e aspettate che apra la bocca. Quando lo fa collocate il seno bene in corrispondenza del suo palato, assicuratevi che la bocca del bebè copra la maggior parte dell’areola.

“Se esistesse un vaccino con i benefici del latte materno i genitori farebbero carte false per comprarlo.”

-Carlos Gonzáles-

  • Allattate il piccolo ogni due ore approssimativamente durante la notte. Molto probabilmente dovrete svegliarlo durante il giorno per farlo mangiare.
  • Abituate il bebè a nutrirsi da entrambi i seni. In modo che eviterete che ve ne faccia male solamente uno.
  • Cambiategli posizione mentre lo allattate. Così che potrete alleviare il fastidio o l’eventuale dolore.
  • Evitate i reggiseni troppo stretti. Possono provocare un aumento di pressione e quindi un arrossamento della pelle.
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  • Lavare i capezzoli solo con acqua tiepida senza utilizzare saponi che potrebbero contenere alcol o sostanze chimiche che potrebbero danneggiare la pelle ulteriormente.
  • Per evitare che il seno si screpoli il miglior rimedio è il proprio latte materno.
  • Cercate di restare sempre calme e lasciate da parte lo stress.

Se il dolore non accenna a diminuire, il medico è la persona migliore che può darvi consiglio su cosa fare. Sì, non è un segreto che la maternità richiede ad una donna uno sforzo non indifferente ma il dolore e la sofferenza non devono essere eccessivi.

 


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.