La crisi di assenza nei bambini

La crisi di assenza nei bambini

Ultimo aggiornamento: 10 maggio, 2018

Nelle righe che seguono vi raccontiamo tutto ciò che avete bisogno di sapere sulla crisi di assenza nei bambini e per quale motivo è importante riconoscerne i sintomi.

Anche se non si tratta di niente di grave, le crisi di assenza sono un disturbo neurologico che si presenta soprattutto durante l’infanzia e che, in qualche raro caso, persiste fino all’età adulta. Infatti, di solito scompare con il tempo.

Le crisi di assenza sono fugaci. Durano solo alcuni secondi (in generale, molto meno di un minuto) e, dal momento che sono innocue, hanno una prognosi positiva. In altre parole, le crisi non comportano un problema per il bambino, sul lungo periodo.

Spesso, possono passare del tutto inosservate. Ciononostante, è importante essere informati sul modo in cui possono presentarsi, così che, quando capita di assistere a una di queste crisi, evitiamo di cadere nel panico.

Le crisi di assenza, un petit mal

In francese vengono chiamate “petit mal”, che in italiano si può tradurre come “piccolo male”, perché possono passare inosservate, senza che rappresentino un grave impedimento fisico.

Ma allora, perché si verificano? Molto semplice: a causa di uno squilibrio dei neurotrasmettitori cerebrali. Il che vuol dire che, per qualche istante, l’attività elettrica dei neuroni diventa ripetitiva. È uno dei tipi di crisi che presentano i pazienti epilettici.

La causa precisa delle crisi di assenza è ignota: sull’argomento non è stata ancora pronunciata la parola definitiva. Si crede che possa trattarsi di un fattore genetico.

Le crisi di assenza sono provocate da uno squilibrio dei neurotrasmettitori cerebrali

Come si può identificare una crisi di assenza?

Esistono casi di crisi di assenza nei bambini che si ripetono diverse volte al giorno. Possono verificarsi anche per varie settimane e perfino dei mesi.

I sintomi si presentano in maniera repentina. I più evidenti sono costituiti da distrazione, estraniamento e sonnolenza. Visto dall’esterno, potrebbe sembrare che, per un momento, il bambino stia sognando a occhi aperti o sia assorto nei suoi pensieri. L’impressione che dà è che si scolleghi o si assenti dal mondo.

Una prova semplice ma efficace che si può eseguire consiste nell’interagire con il bambino. Bisogna parlargli, fargli una carezza sui capelli o sulla spalla, offrirgli una caramella, domandargli a che cosa sta pensando… L’idea è quella di aiutarlo a “tornare sulla terra”, per così dire.

Se il bambino è solo distratto o estraniato, reagirà e ricorderà ciò che è avvenuto intorno a lui durante tutto il tempo. In caso contrario, se non reagisce e non ricorda nemmeno che cosa è successo, potrebbe aver subito una crisi di assenza.

Tipi di crisi di assenza

  1. Esiste la cosiddetta crisi di assenza tipica, che, in linea generale, ha origine come conseguenza di una crisi epilettica. Tende a scomparire dopo che il bambino ha iniziato a entrare nell’età adulta. Il sintomo principale consiste nella disconnessione repentina. In alcuni casi il bambino può presentare movimenti facciali involontari molto lievi. Una volta che la crisi è passata, il bambino torna alla normalità, come se non fosse successo niente.
  2. Esiste anche la cosiddetta crisi di assenza atipica, propria dei bambini che soffrono di epilessia ed encefalopatia. Inoltre, solitamente presentano anche problemi di carattere psicomotorio. Anche la caratteristica principale di questo tipo di crisi consiste nella disconnessione; in questo caso, però, è meno brusca, sia all’inizio che alla fine. A volte, alcuni casi di questo genere possono passare inosservati, soprattutto se la crisi non è stata ancora individuata.
  3. Le cosiddette crisi complesse. La loro caratteristica principale consiste nell’apparizione di un’aura. In altre parole, la comparsa di una sensazione determina l’apparizione della crisi. Queste crisi sono più intense e possono arrivare a durare anche un minuto e, in alcuni casi, un po’ di più. Il bambino compie movimenti strani e coerenti, come la manipolazione di oggetti.
La diagnosi della crisi di assenza viene effettuata mediante l'encefalogramma

Diagnosi

Il neurologo valuterà il caso attraverso un esame fisico, che può comprendere un elettroencefalogramma. Questo studio consentirà di formulare una diagnosi molto più precisa. D’altra parte, nel momento di valutare i precedenti, un fattore molto importante di cui tenere conto nella diagnosi è la presenza di epilessia in famiglia.

Trattamento per le crisi di assenza

Nel trattamento delle crisi di assenza, il neurologo, generalmente, prescrive la somministrazione di determinati farmaci antiepilettici. In generale si tratta di dosi basse e il trattamento in sé ha una durata relativamente breve. Una volta che il medico abbia deciso di sospendere il trattamento, non sarà necessario tornare a impiegare di nuovo il farmaco.

Proprio come accade per molti altri trattamenti, questo non viene sospeso bruscamente, ma attraverso una riduzione progressiva delle dosi, sotto supervisione medica. In questo modo l’organismo si abitua progressivamente a funzionare senza l’intervento del farmaco.

Naturalmente, uno stile di vita sano costituisce sempre la miglior integrazione per qualunque trattamento. Il che significa una dieta nutriente ed equilibrata, e una sana routine di attività fisica.


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