Il mio corpo è stato il tuo nido e continuerà ad esserlo finché lo vorrai

Il mio corpo è stato il tuo nido e continuerà ad esserlo finché lo vorrai
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2021

“Il mio corpo è stato il tuo nido, il tuo rifugio, la tua casa provvisoria per nove mesi. La mia pelle è stata poi il tuo calore, il modo di dirti che mi avrai sempre con te e che sarà così finché lo vorrai. Finché non correrai più veloce di me, finché non avrai più bisogno della mia mano per camminarti accanto”.

Più di una mamma e di un papà hanno nostalgia dei giorni in cui il bambino aveva bisogno della loro vicinanza. Quei mesi in cui il nostro piccolo viveva nel attaccato a loro con la sua  respirazione sottile, con i suoi caldi pianti, la sua piccola mano aggrappata saldamente al nostro dito.

Quei giorni passano in fretta, come un sospiro, come un vento che viene e va lasciando solo il ricordo. Tuttavia il nostro corpo, la nostra vicinanza, continuano ad essere necessari ed essenziali fino a dopo i 3 anni, periodo in cui, spiegano gli esperti, termina la gestazione esterna, dove le strategie di base come il marsupio sono essenziali.

È fondamentale continuare ad essere il suo rifugio anche dopo la gravidanza, fare del nostro grembo e della nostra pelle un rifugio dove si senta al sicuro.

Il mio corpo è la tua casa, finché lo vorrai

I bambini sono intelligenti e sanno quali sono le loro necessità base. È nostro dovere capirle e gestirle in modo adeguato. Non importa che il nostro piccolo abbia già 3 o 4 anni e ci chieda “Prendimi in braccio”. Questi momenti di coccole – che spesso non durano più di 5 minuti – offrono consolazione, conforto e servono al piccolo per sentirsi amato, per poi tornare ai suoi giochi con totale intensità.

A volte dobbiamo lasciare da parte le nostre attività per prenderli in braccio mentre ci raccontano le loro cose, cercano la nostra complicità proprio nel momento in cui siamo più di fretta o che abbiamo qualcosa da fare.

Tuttavia quei giorni passano molto in fretta, quindi… Perché non approfittarne?

Legatelo al vostro corpo, portatelo ovunque

neonato-marsupio

Il bambino nasce con un cervello poco sviluppato. Le sue connessioni neurali rappresentano a malapena il 25% del potenziale che raggiungerà in età adulta.  nei primi 3-4 anni di vita consoliderà il suo massimo potenziale, circa 1.000 miliardi di connessioni neurali.

Dobbiamo approfittare di questa fase, e perciò non c’è niente di meglio che usare il sistema del marsupio finché è possibile. Quindi, per esempio, se siete mamme che lavorano e non avete altra scelta che stare separate dal bimbo per alcune ore, non esitate a fare quanto segue:

  • Quando arrivate a casa dopo il lavoro, prendetelo in braccio e legatelo al corpo.
  • Portatelo con voi dappertutto e lasciategli libero accesso al vostro seno.

Il piccolo non soffrirà più tutta quell’ansia quando andrete al lavoro: saprà aspettare, e nel momento in cui lo avvicinerete al vostro corpo continuerà a godere della gestazione esterna.

Il grembo dove tornare quando ne ha bisogno

mamma-figlia

Quando i nostri piccoli compiono 6 o 7 anni, la loro vita si riempie di nuove persone. Compaiono i suoi simili, i suoi compagni di scuola con cui condividere i giochi e nuove esperienze. Il mondo si fa più grande e, in qualche modo, sembra che noi non siamo più tanto indispensabili.

Non perdetevi mai in questo tipo di pensieri: una madre o un padre sono sempre essenziali per il loro figlio. Siete le sue radici, le persone che apriranno sempre il suo cuore, che gli parlerà sempre in modo sincero e intimo.

Non abbiate dubbi: se sin dall’inizio avete lasciato che il vostro corpo fosse un rifugio dove riposarsi, placare le paure e consolare le lacrime, quando avrà 10, 12 o 20 anni vi ringrazierà. Voi lo abbraccerete forte. Solo per ricordargli che andrà tutto bene e che sarà sempre amato.


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