3 buoni motivi per non obbligare il bambino a mangiare

Obbligare il bambino a mangiare è un errore per tutta una serie di motivi. Ve li spieghiamo qui.
3 buoni motivi per non obbligare il bambino a mangiare

Ultimo aggiornamento: 07 settembre, 2018

Gli specialisti raccomandano di iniziare a introdurre alimenti solidi nella dieta dei neonati a partire dai sei mesi. Questa tappa è nota con il nome di alimentazione complementare. Tuttavia, non sempre i piccoli si abituano facilmente a questi sapori, per loro totalmente estranei. Abituare i neonati a mangiare richiede molta pazienza. Per noi lo svezzamento è più un dovere che altro.  In qualche modo ci convincono che “si deve” cominciare. E così finiamo per obbligare il bambino a mangiare tutto quello che c’è nel piatto.

Spesso ci interessa seguire questo consiglio perché vogliamo che smetta di nutrirsi dal nostro seno. Il problema, però, è che il bambino non sempre è invogliato a mangiare in maniera diversa. Tutti sappiamo quanto è complicato farlo mangiare. Ed ecco che il momento del pasto, diventa il più difficile della giornata. Vi spieghiamo perché obbligare il bambino a mangiare è un errore.

Perché non dobbiamo obbligare il bambino a mangiare?

Tutti gli aeroplanini della storia e le pappette raccolte dal pavimento ci raccontano quanto costi al neonato adattarsi all’alimentazione complementare. È vero che è necessario introdurre più nutrienti nella sua dieta, ma non è altrettanto vero che è necessario obbligare il bambino a mangiare.

Anche se il pediatra vi ha detto che è arrivato il momento di fargli mangiare verdure e cereali, questo non significa che dobbiate darglieli tutti d’un colpo. È fondamentale lasciarlo mangiare  come preferisce. Tutte le altre opzioni implicano necessariamente un obbligo. 

Non obbligare il bambino a mangiare

L’alimentazione complementare è solo questo: un complemento. Non dobbiamo sostituire un’intera poppata con i nuovi alimenti, ma solo integrarla. Un errore comune è cominciare a dare al bambino lo stesso cibo degli adulti. Un altro, invece, è credere che soffrirà di gravi carenze alimentari se non lo facciamo.

Di seguito trovate alcuni dei principali motivi per non obbligare il bambino a mangiare.

Fabbisogno quotidiano in base all’età

A volte i pediatri ci suggeriscono una quantità specifica di cibo da assumere ogni giorno. Tuttavia, questo consiglio può rivelarsi sbagliato per diversi motivi. Per esempio, non pesiamo gli ingredienti e finiamo per preparare una pappetta superconcentrata che contiene più del necessario.

Inoltre, se il bambino non finisce tutto il pasto, non sappiamo quanto gli manca da mangiare. Se poi gli diamo il seno come complemento, allora forse lo stiamo sovralimentando. D’altro canto, ogni bambino è diverso. Non tutti hanno bisogno di 300 ml di pappa al giorno.

Secondo gli studi, il fabbisogno quotidiano è all’incirca questo:

  • Per le bambine di 6 mesi sono necessarie al massimo 819 kcal. I maschi invece hanno bisogno di al massimo 779 kcl.
  • All’età di 9 mesi una bambina ha bisogno di circa 859 kcal, mentre un bambino fino a 924 kcal.
  • A 12 mesi, una bambina ha un fabbisogno giornaliero compreso tra 500 e 1000 kcal. Si calcola che invece per i  maschi siano necessarie tra le 479 e le 1160 kcal.
  • I bambini di 18 mesi possono arrivare a necessitare energia equivalente a 1200 kcal; le femmine più o meno lo stesso.
  • Quando arrivano ai 24 mesi di età, il fabbisogno massimo per i maschi è di 1300 kcal mentre per le femmine è di 1273 kcal.

Il complemento non è il pasto principale

Non obbligare il bambino se non vuole mangiare

Se lo obblighiamo a mangiare il complemento come se fosse il pasto principale, possiamo alterare il livello di nutrienti. Che sia perché il pediatra ci ha detto un’altra cosa, che sia perché abbiamo fatto confusione, comunque stiamo somministrando questo alimenti in maniera sbagliata.

Tutto quello che si mangia senza necessità, è rubato allo stomaco dei poveri

Mohandas Ghandi

È vero che il bambino ha bisogno di nutrienti extra. Tuttavia, questi devono essere introdotti in maniera graduale. Quanto al consumo di energia, l’età e il sesso del bambino influiscono molto.

È qui che commettiamo l’errore di obbligare il bambino a mangiare più del necessario. Due bambini della stessa età, infatti, non necessariamente mangeranno la stessa quantità di cibo. Allo stesso modo, sbagliamo a paragonare quello che mangia il nostro bambino a quello che mangiano il suo fratellino o il suo amichetto.

Il latte materno continua a essere l’alimento principale. I purè e le pappette quello complementare. Fa niente se il bambino lo vuole mangiare oppure no.  I bambini sanno perfettamente quanto hanno bisogno di mangiare. Per questo non dobbiamo obbligarli. 

Se i cibi solidi non piacciono…

Anche se una ricetta sembra molto gustosa, il bambino non è abituato agli alimenti solidi, non sa come mangiarli.  Non sa cosa siano il cucchiaio o i bicchieri. Conosce solo il seno materno.  Questo processo di adattamento è lento, invece noi siamo abituate a mettere fretta ai nostri piccoli.

È consigliabile che il bambino scopra gli alimenti a suo modo. E che sia lui stesso a decidere se provarne uno oppure no. Prima di decidere se mangiare o meno quello che gli viene servito, deve fidarsi di quello che vede nel piatto. Dovrà esplorare con le proprie mani la consistenza del cibo, nonché associare a esso i vari odori.

È consigliabile lasciarlo sperimentare con gli alimenti interi anziché frullati. Dategli la frutta tagliata a bastoncini, o magari una verdura bollita intera. È importante che mangi senza subire alcuna pressione. Se non vuole, non succede niente.

Anche offrire gli alimenti fa parte del divertimento. Chiediamogli se vuole un certo frutto, se preferisce toccarlo, o se vuole provarlo.  Il gusto si formerà con il tempo, non è un processo che avviene da un giorno all’altro.

Insomma, alcuni alimenti non li gradirà minimamente. Se qualcosa non gli piace, pazienza. Ecco perché è inutile obbligare il bambino a mangiare qualcosa che non ama. Mettiamoci nei suoi panni!


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