Vaccino contro la pertosse: cosa bisogna sapere?
Attualmente i vaccini sono diventati un argomento che genera molte controversie. Tra i vari tipi di vaccino, quello contro la pertosse è raccomandato durante la gravidanza e durante i primi mesi di vita del bambino.
La pertosse è una malattia molto pericolosa, soprattutto per i bambini, ma in realtà può colpire le persone di tutte le età. Per questo motivo, nell’ambito del programma di vaccinazione per le donne in gravidanza il vaccino contro la pertosse (o il richiamo) è molto consigliato, mentre per i bambini è obbligatorio.
Vaccinare vostro figlio contro la pertosse non solo è richiesto dalla legge, ma è anche di fondamentale importanza per la loro salute, visto che li protegge contro la malattia per un lungo periodo di tempo.
Ma … cos’è la pertosse?
La pertosse è un’infezione respiratoria causata da un batterio, Bordetella pertussis. È molto contagiosa e anche se all’inizio si manifesta come un semplice raffreddore, tende a peggiorare con il tempo. I sintomi della pertosse sono lacrimazione, starnuti e una leggera tosse.
Dopo le prime due settimane con sintomi simili a quelli di un semplice raffreddore, la tosse inizia a diventare più persistente, causando episodi di soffocamento, vomito, ecc. Nei bambini piccoli e nei neonati può portare a gravi complicazioni.
Come posso proteggere mio figlio dalla pertosse?
Attualmente il metodo più efficace per proteggere i bambini dalla pertosse è il vaccino.
I vaccini contro la pertosse di solito vengono somministrati durante i primi mesi, ma c’è anche chi sceglie la vaccinazione durante la gravidanza. In questo modo, il bambino è protetto dalla malattia fino a quando non raggiunge i due mesi di vita. In seguito, dovrà ricevere una seconda dose di vaccino.
Il vaccino trivalente, che protegge anche contro il tetano e la difterite, include la vaccinazione contro la pertosse. Questo viene somministrato intorno alle 27-32 settimane di gestazione.
Quando nasce il bambino, continuerà ad essere protetto dalla pertosse grazie agli anticorpi materni. Dovrà però poi effettuare a sua volta il vaccino sotto forma di tre cicli entro il primo anno di vita e richiamo a 6 anni.
Quali sono i possibili effetti collaterali del vaccino?
Ogni vaccino prepara il corpo a difendersi contro gli agenti patogeni, quindi è normale che possano presentarsi alcuni effetti collaterali dopo la vaccinazione.
Ad esempio, è normale avere un po’ di febbre o che ci sia un leggero arrossamento nell’area in cui si è verificata l’iniezione. Inoltre, i giorni dopo il vaccino vi è un aumento dell’irritabilità o della sonnolenza.
Nel caso in cui la febbre superi i 40ºC, si consiglia di recarsi immediatamente dal medico. Le controindicazioni più gravi, come gli episodi della sindrome da pianto persistente o le convulsioni epilettiche, si verificano raramente.
Se il bambino è allergico a una qualsiasi delle componenti del vaccino, quest’ultimo non dovrebbe essere somministrato in nessun caso.
Attualmente ci sono casi di pertosse?
La pertosse non è stata ancora debellata. In tutto il mondo ci sono circa 195.000 casi all’anno. Anche in Italia il numero di casi non è trascurabile, ma grazie all’elevata copertura dei vaccini, si tratta di una patologia tenuta sotto controllo.
Negli ultimi anni c’è stato un aumento dei casi di bambini con la pertosse, quindi i pediatri raccomandano di rispettare i programmi di vaccinazione. Consigliano inoltre di includere nei gruppi di vaccinazione le persone che potrebbero avere un contatto più diretto con i bambini, come i nonni, i genitori o il personale sanitario.
Quando si tratta di prendersi cura della salute dei bambini, nessuna misura è esagerata. Per questo motivo, vi consigliamo di andare dal medico di famiglia e chiedere informazioni sul vaccino contro la pertosse e tutti gli altri raccomandati durante la gravidanza e i primi anni di vita del bambino.
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