Dobbiamo essere amici dei nostri figli?

Vi sarà certamente capitato, in qualche occasione, di sentir pronunciare la frase: "Mia figlia è come la mia migliore amica" o viceversa. Nel presente articolo parleremo proprio di questo argomento e vi offriremo alcune riflessioni per rispondere alla domanda: "Dobbiamo o no essere amici dei nostri figli?".
Dobbiamo essere amici dei nostri figli?
María Matilde

Scritto e verificato l'educatrice María Matilde.

Ultimo aggiornamento: 14 marzo, 2023

Rispetto al passato, al giorno d’oggi il rapporto tra genitori e figli ha subito profondi cambiamenti. Non si tratta più di una relazione di stampo autoritario, rigida e dai limiti nettamente delineati, ma si è trasformata in un rapporto più stretto e informale. Attualmente, siamo più amici dei nostri figli che genitori. Inoltre, molti genitori sostengono che essere confidenti e complici dei propri figli rappresenta un buon metodo educativo.

Il rapporto tra padri e figli al giorno d’oggi

La relazione che al giorno d’oggi la maggior parte dei genitori instaura con i propri figli, anche durante la fase più complessa costituita dall’adolescenza, è caratterizzata dal fatto che si tratta di un rapporto più intimo. I genitori di oggi cercano di trovarsi maggiormente a contatto con i propri figli, di passare del tempo con loro, di mantenersi aggiornati su ciò che fanno, delle loro mode, di condividere uscite e interessi.

Molti genitori decidono di stabilire con i propri figli un rapporto da pari a pari. E, a volte, non è facile distinguere chi, tra i genitori e i figli, siano quelli che stabiliscono i limiti e possiedono l’autorità.

I figli delle generazioni passate chiedevano il permesso tanto per uscire di casa quanto per fare qualunque cosa. Oggi si limitano a informare o avvisare. Anche il modo di rivolgersi e parlare ai genitori è cambiato: oggi è molto più frequente dare del tu.

condividere passioni e interessi non equivale a essere amici dei nostri figli

Perché non è consigliabile essere amici dei propri figli

Anche se i rapporti tra genitori e figli sono cambiati rispetto ad altri periodi della nostra storia, i genitori devono essere molto cauti nello stabilire e adottare uno stile educativo e un rapporto con i propri figli in termini di “amicizia”.

In primo luogo, esistono determinati ruoli sociali che hanno una propria ragione d’essere; in altre parole, svolgono una determinata funzione nelle relazioni tra le persone. Di conseguenza, non dobbiamo perdere di vista il fatto che esiste un ruolo sociale corrispondente a quello dei genitori. I genitori devono ispirare autorità e stabilire dei limiti, sempre, naturalmente, sulla base del dialogo, della fiducia, del rispetto e dell’amore.

In secondo luogo, i genitori non possono trasformarsi in amici dei propri figli, perché ciò significherebbe sostenere tale ruolo in tutte le circostanze della vita, e si tratta di una cosa impossibile. Sono proprio i figli che, a volte, richiedono l’autorità, la presenza e il punto di riferimento offerto dagli adulti. Sono loro ad aver bisogno di quella forma di controllo basato sulla maturità e la sicurezza date dall’esperienza.

Quindi, la risposta alla domanda secondo la quale dovremmo o no essere amici dei nostri figli è no. Alicia Banderas, nel suo libro Pequeños tiranos (“Piccoli tiranni”), sostiene che i genitori non possono essere amici dei propri figli e che il loro compito educativo consiste nel trovare l’equilibrio tra l’autorità e l’affetto. L’autrice afferma che i genitori devono saper porre dei limiti in tempo, per evitare che i figli si trasformino in autentici tiranni.

Stabilire una relazione amichevole con loro non è la stessa cosa che essere amici dei nostri figli

I genitori, invece di diventare amici dei propri figli, possono cercare di costruire una relazione amichevole con loro senza abbandonare il proprio ruolo di genitori. Quindi, per stabilire un rapporto amichevole con i nostri figli dovremmo tenere conto che:

  • Dialogare, ragionare e negoziare limiti è giusto, ma stabilirli è fondamentale. I genitori devono saper dire no e offrire ai propri figli le ragioni adeguate per motivarlo.
una relazione amichevole non significa necessariamente essere amici dei nostri figli
  • Dovremmo dimostrare loro affetto, intimità, contatto fisico. Senza che ci sia bisogno di essere amici dei figli, i genitori possono stabilire con loro una relazione di affetto, che favorisca il dialogo e una comunicazione fluida.
  • Anche se per le confidenze ci sono gli amici, ciò non significa che i figli non possano condividere con i genitori le proprie preoccupazioni, necessità, gioie e paure. A questo scopo, è importante che i genitori ispirino abbastanza fiducia nei propri figli per fare sì che questi ultimi sentano di poter condividere i propri problemi. Allo stesso tempo, però, affinché sappiano accettare le opinioni e i consigli che ricevono dai genitori.

In definitiva, una relazione amichevole con i nostri figli è…

Una relazione genitore-figlio sana, aperta, onesta, flessibile e comunicativa. Ma anche, e altrettanto importante, un rapporto basato sul rispetto per l’autorità dei genitori e sull’accettazione, da parte dei figli, di limiti giustificati e concordati.

In una relazione amichevole e non di amicizia tra genitori e figli è possibile rendere compatibili autorità e amore. Si tratta di un aspetto fondamentale per fare sì che i figli comprendano che le decisioni e le azioni dei genitori non hanno altro scopo diverso dal bene, dalla sicurezza, dalla felicità dei propri figli.


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  • Banderas, A. (2010). Pequeños tiranos: Cómo lograr que tus hijos pasen de ser niños desobedientes a adolescentes responsables. Editorial TIMUN MAS. Barcelona.
  • Mestre, M. V., Tur, A. M., Samper, P., Nácher, M. J., Cortés, M. T. (2007). Estilos de crianza en la adolescencia y su relación con el comportamiento prosocial. Revista Latinoamericana de Psicología, vol. 39, núm. 2, 2007, pp. 211-225. Recuperado de https://www.redalyc.org/pdf/805/80539201.pdf

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