Bambini prematuri: aumenta il tasso di sopravvivenza

Bambini prematuri: aumenta il tasso di sopravvivenza
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2021

Questa è una delle notizie che più apprezziamo diffondere: aumenta il tasso di sopravvivenza per i bambini prematuri. Il 67% dei bebè nati durante la 24ma e la 25ma settimana di gravidanza sopravvive. per quelli nati durante la 23ma e la 24ma settimana c’èil 27% di chance di vita.

I dati sono positivi soprattutto se li confrontiamo con quelli di 15 anni fa. Tutto ciò è stato possibile grazie alla scienza e alle nuove scoperte in campo medico e tecnologico. Tuttavia gli esperti ci spiegano chela sfida maggiore sarà che questi bambini prematuri riescano a vivere la propria vita senza conseguenze di salute.

Questo è senza dubbio un’aspetto del quale si parla poco. Un piccolo che nasce a 23 settimane ha determinate chance di sopravvivere, però la speranza che cresca senza nessun tipo di ritardo è sempre presente. La famiglia avrà bisogno di mezzi, pareri, informazioni, appoggio sociale e un’adeguata copertura sanitaria di modo che il bimbo abbia una vita felice e e autonoma per quanto possibile.

Il tema dei bambini prematuri è sempre delicato e complesso. Dietro ogni bambino nato prematuro c’è una storia fatta di ostacoli, di genitori forti, di madri che lottano e di creature incredibili che vogliono vivere con tutte le loro forze. Oggi noi di Siamo Mamme vi parliamo di questo.

Il tasso di prematurità equivale al tasso di sopravvivenza

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La rivista medica spagnola Anales de pediatría riporta alcuni dati su cui riflettere. Il primo fattore è che la nascita di bambini prematuri è raddoppiata negli ultimi anni. Le cause non sono del tutto chiare ma uno dei fattori potrebbe essere la tendenza delle donne ad avere figli in tarda età. Altri fattori scatenanti sono anomalie della placenta, infezioni, il consumo di sigarette e una cattiva alimentazione.

D’altra parte l’aumento del tasso di prematurità ha determinato anche un aumento della speranza di vita di questi piccoli. Tutto ciò è stato possibile grazie al progresso tecnologico e all’utilizzo della tecnica dei surfattanti polmonari.

Cos’è il surfattante polmonare?

Il surfattante polmonare è una tecnica medica che si utilizza per assistere il bebè nella respirazione quando i suoi polmoni non sono ancora completamente formati. In questo modo viene ridotta la tensione nell’alveolo polmonare evitando collassi e difficoltà respiratorie. Questa innovazione ha permesso anche ai bebè estremamente prematuri (nati dalla settimana 23 alla 25) di sopravvivere.

Cambi di protocollo che migliorano la vita dei bebè prematuri

I protocolli applicati ai parti prematuri sono migliorati nel tempo. La somministrazione di farmaci corticosteroidi alla mamma aumenta lo sviluppo dei polmoni del piccolo.

Inoltre sono sempre meno i bebè che hanno bisogno di essere intubati: diminuisce così il rischio di infezioni. Tutti questi elementi hanno contribuito a migliorare la vita dei piccoli e delle loro famiglie.

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Bambini prematuri, bambini miracolati

I bambini prematuri passano in media 95 giorni in ospedale dopo la nascita. Durante questo lasso di tempo i genitori “convivono” con l’ansia e la preoccupazione per la vita del loro piccolo. Non è facile.

Inoltre la famiglia del piccolo è cosciente del fatto che ogni volta che il bebè deve essere rianimato potrebbe incorrere in conseguenze a livello neurologico. Il piccolo può sopravvivere ma è altrettanto probabile che abbia disabilità o ritardi nella crescita.

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Non dimentichiamoci che una gravidanza normale dura 40 settimane. Tuttavia al giorno d’oggi molti centri ospedalieri si confrontano con le nascite di bambini tra le 20 e le 22 settimane.

La scienza dimostra purtroppo che i prematuri con meno di 24 settimane sono difficili da salvare. Si tende ad imporre il limite delle 25 settimane, ma come spiegano gli specialisti se un centro è ben equipaggiato nel reparto perinatale le possibilità di sopravvivere aumentano. Il problema riguarderà principalmente la sua qualità di vita futura e le possibili conseguenze a livello di salute.

Speriamo vivamente che in futuro anche i bebè prematuri possano vivere sani e forti.


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